Almanacco del 5 ottobre, anno 1690: a Roma, nel convento adiacente alla chiesa rettoria di San Pietro in Montorio, si riuniscono 14 eminenti letterati, tutti gravitanti attorno alla regina Cristina di Svezia e al suo circolo di intellettuali. Per l’occasione, il gruppo fonda l’Accademia dell’Arcadia, che presto si sviluppa come vero e proprio movimento culturale e letterario, trovando fortuna in tutta Italia.

L’Accademia dell’Arcadia sorse soprattutto per iniziativa di Giovanni Vincenzo Gravina e Giovanni Mario Crescimbeni. Loro sono da considerare come i principali teorici dell’istituzione accademica). Essi erano due letterati già molto influenti nella vita culturale romana, con il sostegno di altri uomini di lettere, tra cui il torinese Paolo Coardi. L’occasione fu l’incontro di quattordici letterati legati al circolo della regina Cristina di Svezia, che a Roma aveva radunato attorno a sé una corte di intellettuali e artisti europei, divenendo un punto di riferimento per chiunque volesse animare il dibattito culturale dell’epoca.

L’Arcadia nacque come reazione al gusto barocco, considerato ormai eccessivo, artificioso e lontano dalla purezza poetica. I fondatori vollero proporre una nuova poetica basata su semplicità, equilibrio e armonia, richiamandosi all’immagine idealizzata della vita pastorale dell’antica Grecia. Non a caso, ogni membro assumeva uno pseudonimo pastorale. Si scelse Gesù Bambino (che i pastori adoravano) come protettore, e come simbolo dell’Accademia si adottò la siringa di Pan, cinta d’alloro e di pino.
Il nome stesso, Arcadia, evocava il mito del paese pastorale per eccellenza, simbolo di un’umanità vicina alla natura, lontana dalla corruzione delle corti e dalla complessità cittadina. L’aneddoto della fondazione racconta che, durante una passeggiata ai Prati di Castello, i poeti recitavano versi all’ombra degli alberi, quando qualcuno esclamò che sembravano far rivivere l’antica Arcadia. Da quell’uscita nacque l’idea di creare l’accademia.

La sede ufficiale, il Bosco Parrasio sul Gianicolo, divenne il cuore pulsante del movimento. Da lì, l’Arcadia si diffuse rapidamente in tutta Italia, raccogliendo centinaia di “pastori” e dando vita a una vera e propria rete culturale nazionale. Tra i suoi membri più illustri vi furono Carlo Innocenzo Frugoni, Paolo Rolli, Jacopo Vittorelli, Ludovico Savioli. Soprattutto Pietro Metastasio, che avrebbe incarnato al meglio l’ideale poetico arcadico.

Il 5 ottobre 1690 è una data che segna l’inizio di un nuovo clima culturale in Italia. Mettiamola così: è il passaggio dal barocco all’età dei lumi, dal virtuosismo sfarzoso alla ricerca di equilibrio e naturalezza. L’Arcadia, con i suoi simboli pastorali e il suo ideale di poesia semplice e armoniosa, volle restituire dignità alla parola, riportandola a una dimensione di purezza e di misura classica.