Storia Che Passione
Accadde oggi: 14 settembre

Accadde oggi: 14 settembre

Almanacco del 14 settembre, anno 786: Hārūn al-Rashīd succede al fratello al-Hādī come quinto califfo della dinastia abbaside. La sua salita al trono califfale segnerà un’epoca di splendore e prosperità per il Califfato abbaside, il quale consoliderà il suo status di entità votata alla cultura, all’esplorazione del sapere scientifico, medico e artistico. Sotto il patrocinio di Hārūn al-Rashīd, il governo di Baghdad conobbe un importanze potenziamento tanto sul piano politico quanto su quello istituzionale. Avete presente Le mille e una notte? Si dice che la raccolta favolistica sia stata realizzata prendendo spunto dalla meraviglia della corte del califfo Hārūn.

Accadde oggi: 14 settembre

Hārūn al-Rashīd (in arabo هارون الرشيد), nasce a Rey il 19 febbraio 766 e muore a Ṭūs il 24 marzo 809. Divenne il quinto califfo della dinastia abbaside il 14 settembre del 786, succedendo al fratello maggiore. L’eredità doveva pesare eccome. Egli era il figlio secondogenito del califfo al-Mahdī e di Khayzurān, un’ex schiava yemenita che ebbe un’enorme influenza sulla vita politica e familiare. Salì al trono nel 786, dopo la brevissima parentesi del fratello (785-786) e la ben più lunga stagione del padre al-Mahdī (775-785). Vi rimase fino alla morte.

14 settembre estensione califfato abbaside fine VIII secolo

La sua corte, ricca e sontuosa, divenne presto leggendaria. Essa fu al centro di racconti e aneddoti tramandati nei secoli, alcuni veri, altri frutto di invenzione. Non a caso, molte delle storie contenute nella celebre raccolta de Le mille e una notte si ispirano proprio al mito della corte di Hārūn, contribuendo a fissare nell’immaginario collettivo la figura di un sovrano quasi fiabesco, giusto e generoso.

14 settembre monete d'oro abbasidi

I Barmecidi, una potente famiglia persiana che aveva già avuto un ruolo di rilievo sotto il terzo califfato abbaside di al-Mahdī, ebbero una profonda influenza sulla sua formazione e sul suo governo. Lo stesso visir Yahyā ibn Khālid, precettore di Hārūn, e i suoi figli esercitarono un forte controllo sull’amministrazione. Tuttavia, a un certo punto, il rapporto si incrinò in maniera drammatica. Hārūn ordinò l’incarcerazione del suo vecchio istitutore e vizir, e fece addirittura uccidere il figlio Jaʿfar, il cui corpo venne crocifisso su un ponte di Baghdad. Questo gesto, interpretato quasi come un fratricidio, scosse profondamente l’opinione dei contemporanei e rimase impresso nelle cronache e nei racconti popolari.

Sul piano militare, il califfo intraprese numerose campagne contro l’Impero romano d’Oriente, allora governato dalla basilissa Irene d’Atene. Due volte riuscì a invadere con successo l’Asia Minore, costringendo Bisanzio a versare ingenti tributi. Ma la sua azione non si limitò al campo bellico. Intorno all’802 stabilì rapporti diplomatici con Carlo Magno. Gli ambasciatori franchi, colpiti dal fasto della sua corte, tornarono carichi di doni, tra cui, secondo la tradizione, anche la celebre collana conosciuta come il “talismano di Carlo Magno”. Questo gioiello, ornato da zaffiri, perle e smeraldi, divenne talmente caro all’imperatore franco che chiese fosse sepolto con lui. Oggi è conservato come reliquia nella cattedrale di Reims.

14 settembre Hārūn al-Rashīd riceve i Franchi

Nella vita privata Hārūn ebbe due mogli, Zubayda e ʿUmm al-ʿAzīz, e numerose concubine. Dei suoi tredici figli, solo due erano legittimi, e fra questi al-Amīn gli succedette sul trono. Fu proprio per costituirsi una ricca biblioteca personale che Hārūn volle dare avvio alla costruzione della Bayt al-Ḥikma, la “Casa della Sapienza”, che suo figlio al-Maʾmūn ampliò fino a trasformarla in uno dei centri culturali più importanti del mondo islamico, nonché la prima vera università pubblica della storia islamica.

14 settembre Hārūn al-Rashīd ritratto

Se la memoria storica di Hārūn al-Rashīd è segnata anche da atti spietati – come la persecuzione dei Barmecidi – la tradizione letteraria lo ha immortalato in maniera ben diversa. Perciò come un sovrano ideale, prototipo del governante saggio e magnanimo. Ed è proprio grazie a questa duplice immagine, tra realtà politica e mito narrativo, che la sua figura è rimasta così viva nella memoria collettiva, diventando emblema di un’epoca di splendore dell’impero abbaside. Un’epoca che deve tanto a quell’evento del 14 settembre 786.