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statue rane

Questa antica statua di rane nasconde un messaggio segreto

A quanto pare il popolo Caral, la più antica civiltà conosciuta delle Americhe, aveva una passione viscerale per gli anfibi. In particolare per le rane. E questa statua di rane trovata in un sito archeologico a circa 110 chilometri a nord di Lima, in Perù, non solo evidenzia ancora una volta questo amore dei Caral per le rane, ma nasconde anche un messaggio segreto a quanto pare.

Le rane portatrici di messaggi segreti

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Crediti foto: @Ministero della Cultura del Perù

La statua delle rane in questione appartiene alla civiltà Caral. Nota anche come Norte Chico, la civiltà Caral esisteva circa 5mila anni fa, in un periodo durante il quale, dall’altra parte del mondo, l’antico Egitto aveva iniziato la sua ascesa.

Il popolo Caral rappresenta il primo esempio noto di società complessa delle Americhe. Giunta al suo apice, la civiltà Caral comprendeva circa 30 centri urbani collegati fra di loro dall’agricoltura, dal commercio, dalla pesca e dalle credenze religiose. Questi centri erano dislocati lungo tutta la costa centro-settentrionale del Perù.

I Caral riuscirono a gestire l’espansione del loro territorio senza ricorrere a guerre su larga scala. Ma nonostante questo, influenzarono non solo i popoli Chavin e i Moche, ma anche l’Impero Inca.

Da due decenni circa gli archeologi stavano scavando nel sito di Vichama. Intorno al 1800 a.C. questo era una importante centro urbano e agricolo, dedito anche alla pesca. Vichama era composto da 28 strutture principali, fra cui figuravano case, edifici pubblici e piazze cerimoniali.

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Crediti foto: @Ministero della Cultura del Perù

Diversi i reperti trovati, ma uno dei più interessanti è questa statua di rane. Molto ben conservata e lunga 12 centimetri, raffigura due rane unite per le zampe posteriori. I Caral amavano particolarmente gli anfibi e le rane. Questo perché erano animali associati all’acqua e alle piogge, elementi fondamentali per i cicli agricoli e la sopravvivenza.

In effetti a Vichama gli archeologi hanno trovato altri riferimenti ai cicli di abbondanza e scarsità. Per esempio, esiste una composizione monumentale chiamata “La Danza della Vita e della Morte” che è formata da 34 rilievi murali che raffigurano cadaveri emaciati, donne incinta, danzatrici rituali e anche una coppia di grandi pesci. E c’è anche una composizione chiamata “Rospo umanizzato” che raffigura uno strano essere anfibio con mani umane e vicino un fulmine.

perù pre inca

Secondo gli archeologi tutte queste rappresentazioni di anfibi, inclusa la statua delle rane, erano un promemoria per le generazioni future per quanto riguardava i messaggi di resilienza, responsabilità e preservazione dell’ecosistema. Le rappresentazioni, infatti, raccontano storie di carenza e di speranza di fronte ai cambiamenti climatici.