Fotografia di Vedat Açıkalın, Anzac Cove, penisola di Gallipoli, Turchia, aprile 1990. Due uomini anziani, Adil Şahin e Len Hall, si stringono la mano sorridendo, con il mare di Gallipoli sullo sfondo. Sono eleganti, portano medaglie, cappelli e giacche ben curate, ma ciò che li unisce in quella stretta di mano non è soltanto il ricordo della gioventù. Magari fosse solo quello. È un passato di sangue che li rese, a partire dall’aprile del 1915, nemici.

La campagna di Gallipoli (aprile 1915 – gennaio 1916) fu una delle più dure e sanguinose della Prima guerra mondiale. Le forze dell’Intesa, guidate soprattutto da contingenti britannici, australiani e neozelandesi (gli ANZAC), tentarono di forzare lo stretto dei Dardanelli per aprire un collegamento con la Russia. L’operazione si trasformò in un disastro: centinaia di migliaia di giovani soldati furono sacrificati su spiagge esposte, contro le trincee turche che resistevano con tenacia.

Adil Şahin, poco più che un ragazzo di 17 anni, era tra i soldati ottomani che difendevano la penisola. Len Hall, minatore australiano di soli 16 anni quando si arruolò, sbarcò con i suoi compagni ad Anzac Cove. Per mesi i due combatterono su fronti opposti, in una guerra di posizione fatta di assalti, fango, fame e morte. Probabilmente non si videro mai direttamente, ma la loro adolescenza venne segnata dallo stesso trauma: Gallipoli.
75 anni dopo, nel 1990, i due veterani accettarono l’invito a partecipare alle commemorazioni ufficiali organizzate in Turchia per ricordare la campagna. Fu in quel contesto che si incontrarono per la prima volta. Non c’era più odio, non c’era più la contrapposizione di due nazioni. Solo il riconoscersi in un passato comune di sofferenza e giovinezza – per loro solo in parte, per altri del tutto – spezzata.

Il fotografo Vedat Açıkalın raccontò che l’incontro lo colpì profondamente: i due uomini non si limitarono a stringersi la mano per la foto ufficiale, ma iniziarono subito a camminare insieme, braccetto, come vecchi amici. Açıkalın ammise di essersi commosso fino alle lacrime, pensando sia alle sue origini turche sia alla vita che aveva costruito in Australia: quell’abbraccio tra Adil e Len, due simboli viventi di mondi un tempo inconciliabili, era la prova tangibile che il tempo può trasformare i nemici in fratelli.

La fotografia assume un valore ancora più forte se inserita nel contesto della memoria di Gallipoli. Per l’Australia e la Nuova Zelanda, l’ANZAC Day (25 aprile) è una data fondativa, che ricorda il sacrificio dei soldati caduti. Per la Turchia, Gallipoli è il luogo in cui Mustafa Kemal Atatürk (allora giovane ufficiale) si affermò come eroe nazionale, preludio al futuro fondatore della Repubblica. Due memorie nazionali, dunque, che per decenni avevano celebrato i caduti separatamente, come avversari.