Portava il nome di uno dei più grandi imperatori romani, partito da una piccola macelleria e arrivato ai vertici di Cosa Nostra americana. Costantino Paul Castellano, Big Pauly per tutti, un vertice sanguinario dell’organizzazione mafiosa d’oltreoceano. Lo avrete sicuramente sentito nominare in qualche film, ma oggi vi racconteremo nuovamente la sua storia, che si ricollega direttamente a molte altre vicende dello stesso tema.

Vi ricordate la storia di John Joseph Gotti? Bene, il primo legame a doppio filo è proprio con quella vicenda. Pauly, come John, nasce nel Bronx di inizio ‘900, precisamente il 26 giugno del 1915. La sua famiglia ha origini siciliane, della provincia di Trapani, suo padre è un macellaio esponente della cosca dei Mangano, da cui sorgeranno i famigerati Gambino. Anche Paul inizierà a lavorare con il padre, abituandosi al sangue e alla violenza sin da bambino. Nel tempo libero suo padre insegnerà al piccolo Paul anche come truccare le gare dei cavalli. Giusto per dargli un’istruzione poliedrica e completa il più possibile.
Il ragazzino cresce e nel frattempo la sorella Catherine sposa Carlo Gambino, un cugino lontano che diverrà capo dell’omonima famiglia in un futuro non troppo remoto. Ma le promozioni riguardano anche Castellano. Nei primi anni ’50 Paul diverrà caporegime della famiglia. I vertici e le redini le gestisce però ancora Carlo, il cognato di Big Pauly. Al momento della sua morte passerà il comando proprio al nostro protagonista che si ritroverà da solo al vertice assoluto.

Paul si dà da fare: gestisce il racket dei sindacati, trucca gli appalti e sigla accordi di pace. In quegli anni c’erano problemi con gli irlandesi dei Westies. Una delle prime mosse di Paul in veste di capo sarà fare la pace e concedere agli irlandesi di commerciare sotto il nome protettivo dei Gambino, in cambio, chiaramente, di una fetta del 10% per il disturbo. Ma Paul non ha la stoffa del capo, ed è abbastanza sveglio da rendersene conto da solo. Delega quindi Neil Dellacroce, spaccando la famiglia e i clan a metà.
Nel 1982 il ruolo di Castellano diventa importante anche per l’Italia. Durante la seconda guerra di Mafia, Castellano sarà ancora emissario di pace. Insieme a John Gambino chiederà a Totò Riina e ai suoi di fermare la strage tra i Bontate e gli Inzerillo. Siglerà una sorta di accordo giocando con le vite dei rifugiati americani e, alla fine, dirà la sua anche in questo frangente. Nel frattempo viveva nella sua tranquilla “villetta” da 17 stanze e valutata oltre 3 milioni di dollari. Qui riceveva le visite dei vari sottocapi e impartiva ordini, mentre qualcuno tramava alle sue spalle. La sua abitazione somigliava alla Casa Bianca, e lui era una sorta di Presidente.

John Joseph Gotti vuole il comando però. Vuole la carica più alta senza elezione, ma con un colpo di stato. Cosa Nostra deve diventare Cosa Sua. Trama insieme ad altre figure di spicco dell’organizzazione: Sammy Gravano, Frank De Cicco, Lenny Di Maria e Piney Armone. Alla fine, il 16 dicembre 1985, alla Sparks Steak House di Manhattan, il grande Paul cade e fa tanto rumore. Era un pezzo grosso morto con il modus operandi principale della sua organizzazione. Coerente fino alla fine.