Storia Che Passione
Che fine ha fatto la leggendaria spada Honjō Masamune?

Che fine ha fatto la leggendaria spada Honjō Masamune?

Le spade giapponesi godono da sempre di una fama pregiata, essendo considerate simbolo di perfezione artistica, maestria artigianale e letale efficacia. Tuttavia c’è una lama che sopravanza le altre in ogni aspetto e caratteristica; una katana che in Giappone considerano “tesoro nazionale” ma che, purtroppo, nessuno sa dove sia finita da circa ottant’anni, ossia da quando prese il largo nell’Oceano Pacifico. Il suo nome è inciso nella leggenda, il suo destino nelle sbiadite pagine del mistero. Questa è la storia dell’inquieta scomparsa della Honjō Masamune.

Che fine ha fatto la leggendaria spada Honjō Masamune?

La storia della Honjō Masamune attraversa quasi otto secoli di vita nipponica. Incorruttibile testimone dell’evoluzione culturale, politica, economica, sociale, filosofica e artistica di uno dei paesi più affascinanti del globo. Nonostante lo status pressoché mitologico e la storia concreta che la spada ha alle sue spalle, l’attuale ubicazione è un mistero per chiunque. Probabilmente parte della sua aurea leggendaria è venuta a plasmarsi grazie a questa enigmatica scomparsa. Ancor prima di addentrarci nella controversa parte finale della storia, è cosa buona e giusta fornire un contesto storico da cui partire, annoverando nomi, luoghi ed eventi centrali per la storia del Sol Levante.

Honjō Masamune fabbro

In Giappone realizzare una spada non significa solamente mettere assieme lama ed elsa. Da quelle parti al mestiere del fabbro è storicamente attribuita una responsabilità morale e filosofica, a causa della quale ogni sua “creatura” è prima di tutto la concretizzazione di un ideale artistico. Insomma, la prendono sul serio. Degli oltre 12.000 fabbri esistiti nella storia nipponica (sì, li hanno contati ed elencati; l’ho detto che non c’era da scherzarci…), sono una manciata quelli che possono permettersi l’onore di essere definiti leggendari. Uno di questi è Gorō Nyūdō Masamune, forse nato nel 1264 e sicuramente morto nel 1343. In 79 anni di vita, Gorō Nyūdō realizzò un impressionante quantitativo di katane, tachi e tantō (spade e pugnali) di qualità eccelsa, “divina” per i coevi.

Una chicca per farvi comprendere l’importanza del personaggio. Di tanto in tanto in Giappone si tiene una competizione nazionale per determinare il più talentuoso fabbro capace di forgiare la miglior spada. Indovinate qual è il nome del premio? Esatto, Premio Masamune.

Honjō Masamune Gorō Nyūdō Masamune

Nato nel pieno del Periodo Kamakura (1185-1333), Gorō Nyūdō Masamune agguantò la fama da giovanissimo. A neppure trent’anni era considerato dai suoi pari il miglior fabbro dello shōgunato. Le lame di Masamune, esattamente come la Honjō Masamune, erano rinomante per una stupefacente estetica e una collaudata armonia tra durezza e robustezza. Elementi che resero le opere del fabbro natio della provincia di Sagami appetibili a samurai, collezionisti, daimyō e shōgun.

Date le innovazioni tecniche apportate da Gorō Nyūdō, esperti e studiosi sostengono all’unanimità come la spada Honjō Masamune sia stato il suo capolavoro, il magnum opus. Sulle date e gli episodi che coinvolsero la spada nei suoi primi decenni di “vita” – e le spade per i giapponesi godevano di vita propria – non si hanno praticamente notizie. Probabilmente Gorō Nyūdō la forgiò all’alba del XIV secolo. Passò di mano in mano, probabilmente tra i principali signori della guerra dell’epoca, fino alla seconda metà del XVI secolo. Risale a quel frangente la prima testimonianza storica attendibile che collega la spada al samurai Honjō Shigenaga (1540-1614), da cui prese parte del nome.

Honjō Masamune battaglia

Shigenaga prese possesso della spada dopo una battaglia vinta nel 1561, ovvero durante il caotico Periodo Sengoku. Da Shigenaga in poi fu tutto un susseguirsi di proprietari illustri. Impugnarono la leggendaria katana due dei tre Grandi Unificatori, ovvero Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu (all’appello manca Oda Nobunaga). Per tre secoli rimase in mano alla famiglia Tokugawa, detentrice della suprema autorità shogunale sul Giappone d’età moderna. La si ereditava come se fosse una corona regia o uno scettro. Chi la possedeva, estendeva simbolicamente il suo potere sull’intero paese.

La Restaurazione Meiji del 1868 pose la parola fine all’esperienza Tokugawa e al Periodo Edo, dunque a tutto ciò che aveva a che fare con lo shōgunato, i samurai e le loro proprietà. La Honjō Masamune cessò di avere una pratica funzione ereditaria, ma restò nelle mani del clan che per due secoli e mezzo l’aveva custodita gelosamente. Un simbolo del prestigio sì decaduto, tuttavia intatto nella sua essenza.

Honjō Masamune lama di Masamune esposta in Austria

L’ultimo proprietario noto fu Tokugawa Iemasa, del ramo collaterale Kii. Egli tenne con sé l’artefatto storico fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Addirittura il Giappone imperialista nel 1939 dichiarò la spada “Ufficiale Tesoro Nazionale“, ulteriore riconoscimento del suo valore storico-culturale. Al termine del conflitto, in conformità con le direttive della Commissione di Liquidazione Estera (Foreign Claims Settlement Commission of the United States – FCSC), le quali prevedevano la consegna di tutte le spade alle autorità occupanti americane, Iemasa nel 1946 si recò nella stazione di Mejiro, a Tokyo, e consegnò la leggendaria katana.

Honjō Masamune

A sua volta la polizia distrettuale di Mejiro sostenne di aver consegnato la Honjō Masamune (indicata nel registro come “raro cimelio di famiglia”) al “Sergente Coldy Bimore” presso l’ufficio operativo dell’FCSC. Da quel 1946 si persero completamente le tracce della lama nata dal genio del più grande fabbro giapponese. Successivamente indagini indipendenti hanno scoperto un dettaglio a dir poco preoccupante: un sergente americano di nome Coldy Bimore non è mai esistito. La stessa ricerca ha però svelato come, al contrario, un sergente di nome “Cole” DB Moore ha effettivamente prestato servizio per la Commissione di Liquidazione Estera su suolo nipponico nel secondo dopoguerra. Semplicemente gli agenti di polizia a Mejiro distorsero la grafia fonetica del nome del sott’ufficiale statunitense.

Ottimo, si è riusciti quindi a trovare l’ultimo uomo a sapere qualcosa sulla mitica spada, è una buona notizia, vero? Ehm, non proprio. “Cole” DB Moore andò in congedo il 22 aprile 1946, per poi morire in Georgia nel 1979. Ironicamente, sebbene si sappia tutto o quasi dell’ex militare statunitense, egli non ha lasciato alcuna traccia sul possesso, presunto o reale che fosse, della spada. Quindi ad oggi nessuno, ma proprio nessuno, sa che fine abbia fatto la Honjō Masamune, il tesoro nazionale giapponese andato perso misteriosamente, forse per sempre.