Almanacco del 6 maggio, anno 1906: si tiene in Sicilia la prima storica edizione della corsa automobilistica nota come Targa Florio. Quel giorno nasce una tradizione destinata a durare nel tempo e a scrivere la storia. “Continuate la mia opera, perché l’ho creata per sfidare il tempo” dirà Vincenzo Florio, mecenate sportivo e imprenditore creatore della competizione. Facciamo un giro nella storia di questo circuito allora, tenetevi forte e allacciate le cinture.

Vincenzo Florio Jr, questo è il nome che riecheggia quando si parla della corsa automobilistica di durata più antica al mondo. Parliamo di un ricco imprenditore palermitano, innamorato delle auto (novità per l’epoca di cui parliamo n.d.r.) e già creatore della Coppa Florio a Brescia. Inoltre Vincenzino partecipò personalmente a molte competizioni sportive di automobili. Più che sangue, scorreva benzina nelle sue vene.
E perché non fare dunque qualcosa nella sua amata Sicilia? D’accordo insieme ad alcuni notabili locali si diede da fare in tal senso. Tracciato un sinuoso e pericoloso percorso tutto siculo, sviluppatosi soprattutto sulla catena montuosa delle Madonie, Florio creava una futura pietra miliare dell’automobilismo italiano.

Tra il 1906, da quel fatidico 6 maggio, al 1977, senza interruzione alcuna, la Targa Florio vedeva opporsi validissimi piloti. Solo nel 1957, a causa di un incidente nell’altra famosissima gara tutta italiana della Mille Miglia, la Targa divenne una tranquilla passeggiata più che una corsa vera e propria. Comprensibile dato che solo completare quel percorso era considerato un’impresa epica.
Ma anche Vincenzo Florio, nonostante la sua convinzione di aver creato un tragitto sicuro, fece i conti con incidenti gravi, morti e feriti vari. Il primo è quello di Giulio Masetti e della sua Delage con targa numero 13. Nel 1926, alla diciassettesima edizione -come se già il 13 della targa non bastasse n.d.r.– uscì fuori strada e perse la vita. Nel 1977 anche la Osella-BMW di Gabriele Ciuti ebbe la stessa sorte, ma risultati diversi: i morti furono 2, compreso lo stesso Ciuti, e ben 3 feriti tra il pubblico.

Alla fine si giunse alla conclusione, a partire dal seguente 1978, che forse quel tragitto tra le Madonie, che aveva fatto parte anche di competizioni nazionali e internazionali, era più adatto al rally che alla corsa automobilistica. Mantenendo la previa numerazione, dal 1978 la gara che si tiene ha il nome di Rally Targa Florio. Un nuovo inizio o una continuazione di una tradizione ormai secolare.