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Napoleone contro i suoi arci nemici: i conigli

A quanto pare il grande Napoleone aveva un grosso problema con i lagomorfi. Potrebbe sembrare alquanto strano, un aneddoto privo di fondamento, ma in realtà Napoleone ebbe i suoi guai quando si trovò ad affrontare un esercito di agguerriti (e affamati) conigli. Perché Napoleone non è famoso solamente per la battaglia di Austerlitz e per quella disastrosa di Waterloo, ma anche per la sua battaglia contro i conigli.

La nemesi di Napoleone: i conigli

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Questa storia non è inventata. Alcuni cronisti e generali dell’epoca parlarono con dovizia di particolari dell’accaduto. In particolar modo, se volete un resoconto di prima mano, dovete leggere le Memorie del generale e barone Paul Charles Francois Thiebault. Nel suo libro, infatti, il generale parla di quanto successo in quel fatidico giorno. Anche se, ovviamente, il libro fu pubblicato anni dopo la sua morte.

Come indicato da Thiebault, nel 1807 Napoleone aveva firmato i Trattati di Tilsit, ponendo finalmente fine alla guerra fra Francia e Russia. Così, per rilassarsi un po’, decise di festeggiare la vittoria organizzando una battuta di caccia. La caccia era uno dei suoi hobby anche se, ad onor del vero, pur essendo uno stratega senza pari, all’atto pratico, con un fucile in mano, era alquanto scarsino. Ma questo non gli impediva comunque di apprezzare l’attività venatoria.

Ovviamente, essendo lui l’imperatore di Francia, non si mise a organizzare in prima persona l’evento. Decise infatti di delegare il tutto ad Alexandre Berthier, il suo capo di stato maggiore. L’idea era quella di organizzare un pranzo, seguito poi da una caccia al coniglio.

Ma per una caccia al coniglio per tante persone servono parecchi conigli. Così Berthier iniziò il suo nuovo lavoro di event planner, ordinando a un servo di trovare diverse centinaia di conigli.

conigli

Il servo in questione fece quanto chiesto, ma senza indagare molto, anche perché non ricevette indicazioni precise. Forse non era un cacciatore esperto e dunque si limitò a girare per le fattorie limitrofe acquistando tutti i conigli su cui riusciva a mettere le mani. Sul numero totale di animali le fonti sono vaghe: c’è chi parla di centinaia, chi di migliaia.

Comunque sia, il nostro improvvisato event planner a tema conigliesco, il giorno prima riempì delle gabbie con i conigli, collocandole ai bordi del campo prescelto per la battuta di caccia. Lasciandoli lì ad aspettare, senza cibo. E questo fu un grave errore. Arrivò così il giorno della festa. Il pranzo filò liscio come l’olio e si arrivò al momento della caccia. Napoleone, con i suoi uomini, si recò al centro del campo, imbracciando il fucile, pronto a sparare ai conigli.

Così i coniglietti vennero liberati, come da programma. In linea teorica, quello che avrebbero dovuto fare, era di scappare via, chi fuggendo da una parte, chi dall’altra. Ma probabilmente nessuno aveva spiegato a questi conigli come comportarsi perché, al posto di fuggire via terrorizzati, caricarono in massa verso gli uomini assiepati in mezzo al campo. I conigli, quando vogliono, sanno essere molto veloci e dunque raggiunsero Napoleone e i suoi uomini prima ancora che questi potessero rendersi conto che qualcosa stava andando storto.

I conigli iniziarono così ad arrampicarsi sulle gambe degli uomini. Sulle prime, la presero a ridere, ma ben presto si accorsero che i conigli stavano diventando sempre più insistenti e aggressivi, spingendoli in massa e mordendo piedi, caviglie e gambe. E chi ha visto un coniglio arrabbiato, sa quanto possa far paura quando diventa aggressivo.

Ma perché questi animaletti si stavano comportando così? Beh, innanzitutto il servo aveva scelto i conigli sbagliati. Teoricamente avrebbe dovuto prendere dei conigli selvatici, ma ci sarebbe voluto troppo tempo. Così aveva acquistato dei conigli domestici, abituati all’essere umano. Anzi: questi conigli si aspettavano e pretendevano che gli esseri umani li nutrissero, così come avevano sempre fatto fino al giorno precedente.

In secondo luogo i conigli erano stati chiusi in gabbia tutto il tempo, senza cibo. Dunque erano affamatissimi, cosa che li aveva resi così insistenti e aggressivi. La combo conigli domestici + conigli affamati fu deleteria: la massa di lagomorfi si riversò famelicamente in cerca di cibo sui primi umani che gli capitarono a tiro, ovvero Napoleone e i suoi uomini.

Bisogna dire che questi cercarono valorosamente di difendersi da quella batuffolosa, ma affamata e insistente aggressione. Ma né coi frustini, né con i fucili usati come bastoni, riuscirono a scoraggiare la vorace massa di pelo.

napoleone bonaparte

Così ai soldati non rimase che metterete in atto un’ultima strategia: la ritirata strategica verso le carrozze. Inseguiti dai conigli, sempre più perseveranti e affamati, Napoleone e i suoi dovette ripiegare in carrozza verso la tenuta, tallonati ancora per un po’ dal belligerante esercito di coniglietti.

Ovviamente Napoleone fece giurare a tutti i presenti di non parlare dell’accaduto con nessuno e solo anni dopo la sua morte si venne a sapere della bruciante sconfitta di Napoleone a opera dei conigli.

Ah, ovviamente Napoleone non lasciò correre l’accaduto. Anni dopo ci fu un incidente di caccia durante il quale perse la vita uno dei suoi marescialli. Con ancora l’incubo dei conigli a perseguitarlo, ecco che l’imperatore di Francia obbligò Berthier a prendersi la colpa di quanto successo, in quanto reo di non aver spiegato bene al servo di comprare conigli selvatici e non conigli domestici.