La donna che vedete in foto si chiamava Zona Heaster Shue. E nel 1896 fu protagonista di una singolare e bizzarra vicenda. Dopo la sua morte improvvisa a soli 23 anni, fu il suo fantasma a permettere agli inquirenti di portare a processo il suo assassino. Non proprio un fantasma a processo, ma quasi.
Zona Heaster Shue, un processo ai limiti del paranormale

Questa vicenda si svolse nel 1897. Zona Heaster Shue, una ragazza di soli 23 anni, si era appena sposata quando, il 23 gennaio 1897, la trovarono morta nella sua casa nella contea di Greenbrier, nella Virginia Occidentale. Il medico legale chiamato per stabilirne la causa della morte dichiarò che Zona era deceduta a causa di una malattia cardiaca.
Tuttavia, poco dopo, Mary Jean Heaster, la madre di Zona, saltò fuori sostenendo che il fantasma della figlia fosse venuto da lei per ben quattro notti consecutive, durante una seduta spiritica. Durante queste visite, il fantasma di Zona avrebbe spiegato alla madre che non era morta per cause naturali, bensì uccisa da Edward Stribbling Trout Shue, il marito di Zoe. Lo spirito avrebbe insistito sul fatto che Edward l’aveva uccisa rompendole il collo.
I due si erano conosciuti nell’ottobre del 1896. Edward era un fabbro e i due si sposarono poco dopo essersi incontrati. Tanto disse e tanto fece, che ecco che la signora Heaster riuscì a convincere il procuratore locale, John Alfred Preston, a riaprire il caso. Il procuratore (che forse già di suo aveva qualche dubbio sulla ricostruzione dei fatti) ordinò di riesumare il corpo di Zona, in modo da sottoporlo a un nuovo esame.
E a seguito di questo secondo esame autoptico, ecco che la verità venne a galla. Zona presentava la trachea schiacciata e il collo lussato, con segni di dita sulla gola. Il che voleva dire che la causa reale della morte era lo strangolamento e non una malattia cardiaca, come dichiarato dal primo medico legale.

Giustamente ci si potrebbe chiedere come abbia fatto quel primo medico legale a prendere un abbaglio simile. Anche un novellino alle prime armi, appena uscito dalla scuola di medicina, non potrebbe in nessun modo confondere una trachea schiacciata e un collo fratturato con una patologia cardiaca.
A fornire una spiegazione dell’accaduto fu proprio il primo medico legale che aveva esaminato il corpo di Zona. Il medico, infatti, spiegò che Edward aveva interferito durante l’autopsia originale. Ovviamente Edward fu subito arrestato per l’omicidio della moglie e condotto nel carcere di Lewisburg. Il procedimento permise di portare a galla il passato non proprio cristallino di Edward.
L’uomo era stato sposato altre due volte in precedenza. Il primo matrimonio era finito con un divorzio a causa del fatto che la moglie lo accusava di grande crudeltà. La seconda moglie, invece, era morta in circostanze misteriose neanche un anno dopo il matrimonio. Zona era dunque la sua terza moglie. Durante il processo Edward iniziò a sproloquiare sul fatto di voler sposare sette donne. Era così sicuro che l’avrebbe fatta franca che, mentre era in prigione, raccontò ai giornalisti che era certo che sarebbe stato rilasciato perché c’erano poche prove contro di lui. Ma non aveva tenuto conto della tenacia della madre di Zona.
Infatti durante il processo, iniziato il 22 giugno 1897, sul banco dei testimoni, non c’era ovviamente il fantasma di Zona, bensì la madre, la quale portò a testimonianza le visioni spettrali avute dalla figlia defunta. L’avvocato della difesa, nel tentativo di dimostrare la non affidabilità delle prove portate dalla donna, la interrogò a lungo su quelle visite spettrali.

Ma questa tattica si rivelò essere controproducente: la signora Heaster non tentennò mai, dimostrandosi sempre certa della sua versione dei fatti. Visto che era stata la difesa stessa a introdurre la questione delle visite spettrali (l’accusa non menzionò mai il fantasma di Greenbrier), il giudice non poté chiedere alla giuria di ignorare la storia del fantasma.
E proprio grazie a quanto raccontato dalla signora Heaster in merito alle visite dello spirito della figlia morta, ecco che il verdetto fu di colpevolezza, con condanna all’ergastolo per Edward. Morì poi il 13 marzo 1900 nel carcere di Mondusville, vittima di una qualche epidemia rimasta ignota.
Certo, il racconto del fantasma della defunta non fu l’unica prova a sostegno della colpevolezza dell’uomo, ma si tratta di uno dei pochi casi legali noti in cui la testimonianza di uno spirito fu accettata in tribunale, contribuendo alla condanna di un assassino.




