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Varanasi: la città sacra tra immersioni rituali e pellegrinaggi di massa

Varanasi: città sacra tra immersioni rituali e pellegrinaggi di massa

Ogni religione ha i propri punti fermi, i propri culti, le proprie tradizioni. Molte hanno pure una città sacra legata ai fondatori o a qualche vicenda ascrivibile a delle divinità, e così, al fianco di Gerusalemme, La Mecca, Amritsar e molte altre, troviamo Varanasi. Parliamo della città santa dell’Induismo, la terza religione con più seguaci al mondo dopo Cristianesimo ed Islam. Vediamo allora insieme qualcosa in più sulla storia di questo splendido posto e di questa affascinante religione orientale.

Varanasi: la città sacra tra immersioni rituali e pellegrinaggi di massa\

Siamo nella parte settentrionale dell’India, nel distretto di Varanasi, nello Stato federato dell’Uttar Pradesh. La storia della città sacra comincia ben 3500 anni fa, data a cui risalgono i primi segni di vita, che fanno di Varanasi una delle più antiche presenze urbane tuttora abitate dell’intero mondo. Ma è solo questo a rendere famosa e molto attrattiva la città? Chiaramente no, Varanasi è viva e pulsante soprattutto perché nel suo cuore scorre il Gange, fiume sacro per gli Induisti.

Addirittura il nome stesso della città è formato dall’unione di due nome di affluenti del fiume, che ne delimitano i confini. A nord Varanasi finisce infatti con il fiume Varuna, mentre a sud con l’Asi. Unendo i due termini si ottiene il nome della città sacra. Altro nome molto evocativo è quello di “Città della luce“, Kāśī, come viene chiamata nel Rgveda, uno dei 4 libri sacri (chiamati appunto Veda).

Varanasi foto bagni rituali fedeli

Ma torniamo alle questioni più strettamente legate alla religione e soffermiamoci sui pellegrinaggi. Al contrario dell’ḥajj, ovvero il termine con cui si indica il pellegrinaggio alla Mecca obbligatorio per tutti i Musulmani che se lo possono permettere, nell’Induismo i fedeli non sono tenuti al pellegrinaggio, che diventa una semplice scelta personale e di fede. Al contempo però il luogo sacro di Varanasi e la Ganga Ma, ovvero la Madre Gange, offrono grandi benefici ai fedeli in cambio di visite devozionali.

I pellegrinaggi allora diventano molto praticati anche fra gli Induisti e diventano, soprattutto, occasione di festa e di unione. Si sfoggiano i vestiti nuovi e si parte, spesso anche a piedi, verso la città sacra. Una volta arrivati qui ci si immerge ritualmente nel fiume sacro dalle gath. Si tratta di scalinate che costeggiano per circa 3 miglia le coste del Gange e dalle quali i fedeli scendono verso l’acqua sacra per purificarsi, berla e portarla a casa agli ammalati o a che non hanno potuto compiere il pellegrinaggio.

Varanasi immagine Ganga Ma

Nonostante gli altissimi livelli di inquinamento e gli elevatissimi rischi per la salute, questa pratica religiosa continua quotidianamente. Le acque del Gange, si crede, affrettano la moksha, termine che deriva dal sanscrito e significa “liberazione”, “emancipazione”. Da cosa? Chiaramente dal saṃsāra, ovvero il ciclo continuo di reincarnazioni in cui credono gli induisti, che continua fino a quando non si arriva alla completa illuminazione. Insomma, Varanasi ha molti motivi per essere conosciuta e visitata, soprattutto se si è induisti. Se non lo siete, forse, il bagnetto nel Gange è fortemente sconsigliabile…