Molti non le avranno mai sentite nominare, altri le conosceranno e pochissimi le avranno viste. Trinidad e Tobago, due isole tra il Mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico, facenti parte delle Piccole Antille. A nord del Venezuela, questa repubblica con lingua ufficiale inglese, vive lentamente e pacificamente con poco meno di un milione e mezzo di abitanti. Ma la sua storia è molto particolare e merita di essere raccontata.

La vicenda comincia nel 1498, precisamente il 30 maggio. Non si tratta di un giorno qualunque ma del giorno in cui Cristoforo Colombo partì per il suo terzo viaggio. L’esploratore, dopo due anni di requie in Castiglia, era pronto per salpare nuovamente, ma c’era un piccolo problema: i reali erano ancora giusto un po’ arrabbiati con lui per l’oro promesso e mai riportato dalle nuove terre.
Serviva un escamotage, e lo si trovò. Oltre all’oro, ballava un’altra questione importantissima, quella del nuovo continente da scoprire. Si rischiava di lasciarlo in mano al Portogallo se non ci si muoveva. Così Colombo, aiutato anche dal cartografo Jaume Ferrer de Blanes, vicino alla corona aragonese, ottenne i finanziamenti e l’autorizzazione per salpare nuovamente.

Dopo aver raggiunto Gomera, a ovest dell’arcipelago delle Canarie, si spostò verso Dominica. Tappa successiva fu Capo Verde e, da qui, il 31 luglio giunse a Trinidad. Esplorato il Golfo di Paria e il delta dell’Orinoco, ancora una volta, ingenuamente, Colombo non si rese conto che non si trattava di piccole isole sparse, ma di un “nuovo” (termine sempre problematico) continente.
Ma torniamo al nostro argomento odierno, e arriviamo alla parte sui nomi ambigui. Durante quella spedizione infatti Colombo diede il nome alle isole nostre protagoniste odierne. Ora, se con un semplice esercizio mentale, il nome di Trinidad è facilmente comprensibile, più arzigogolata è la questione di Tobago. La prima isola, più grande, fu “dedicata” alla Santissima Trinità, mentre la seconda deriva dallo spagnolo “tobaco“.

Il termine significa, chiaramente, “tabacco“, e deriva dal fatto che, vista da lontano, l’isola ricorda un sigaro. La sua forma slanciata e più stretta alle estremità la rende simile all’oggetto in questione e le procura un nome abbastanza buffo per un’isola caraibica. Se Colombo faticava a trovare nuovi continenti e tesori dorati, lo stesso non si poteva dire per i nomi particolari!