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busto imperatore

Traiano, il migliore tra i migliori

Traiano, massimo esempio dell’optimus princeps, è ricordato ancora oggi come uno dei più grandi imperatori romani. Perché? Cercherò di spiegarvelo raccontandovi la sua vita, così che anche voi possiate farvi un’idea su di lui e sul suo operato.

sovrano busto marmoreo

Nato nella città spagnola di Italica, nel 53 d.C., il giovane Traiano si arruola nell’esercito imperiale alla tenera età di 18 anni. Aiutato da grandi capacità organizzative e da un carisma innato (non citerò la sua appartenenza a una facoltosa famiglia senatoriale, altrimenti che storia eccezionale sarebbe?), il nostro futuro imperatore sarà nominato governatore della Siria a 26 anni e della Germania inferiore a 46.

Quando arrivano a Roma le voci sulle sue vittorie militari, ottenute contro gli insorgenti popoli barbarici, Nerva, suo predecessore sul trono, ha un’illuminazione: perché non adottare questo fiero condottiero e sceglierlo come successore? Il buon Nerva infatti, anziano e dal polso poco deciso, aveva bisogno di qualcuno a cui lasciare l’Impero. Qualcuno capace di portare avanti le sue riforme. Insomma…aveva bisogno di Traiano.

tronco bianco

Incoronato a Roma il 28 gennaio del 98 d.C., dopo la morte del padre da poco acquisito, Traiano impone da subito una svolta decisa. Egli amplia il porto di Ostia, fa costruire il Foro di Traiano (poco autoreferenziale da parte sua) e, cosa più importante, conquista la Dacia, attuale Romania, tra il 102 e il 106.

Come se non bastasse, proprio perché Traiano non è un imperatore qualunque, nel 114 conduce personalmente una campagna in oriente. Occupa l’Armenia e strappa la Mesopotamia agli odiati Parti, ai quali prende anche la capitale Ctesifonte. I persiani si salveranno solo perché nel 117 Traiano deve rivolgere le sue attenzioni al Nord Africa, in preda ad una ribellione.

colonna centro roma

Proprio durante il viaggio, l’8 agosto del 117 d.C., Traiano si spegne. Vittima di qualche congiura? Caduto in battaglia? No! Caduto da cavallo per un infarto (anche perché, parliamoci chiaro, solo un malore avrebbe potuto fermarlo), lasciando l’Impero orfano del migliore tra i migliori.