Sapete, se chiedessero quale sia la sensazione più bella, forte ed elevata che un individuo qualunque possa sperimentare di fronte alla magnificenza espressiva dell’arte, io risponderei con spiccata certezza, alludendo a quel preciso momento in cui si rimane senza fiato, interdetti, anche impotenti in una certa misura. Per me questa è un’emozione senza pari, che ad esempio ho sperimentato osservando i mosaici della Villa del Tellaro, un’antica residenza romana del periodo tardoantico “scoperta” nei primi anni ’70 dello scorso secolo. In nome di quel sentimento, affrontiamo assieme questo viaggio tra le infinite meraviglie che il territorio italiano ci riserva.
Le virgolette di cui sopra non sono casuali. Di scoperta si parla appunto, aggiungendo però i dettagli di una casistica che spesso e volentieri viene omessa. Protagonisti del ritrovamento sono degli scavi clandestini andati in scena nel 1971 sulla sponda destra del fiume Tellaro, territorio di Noto. Giusto sottolineare come una parte del complesso residenziale romano fosse già esposto all’epoca. Tuttavia le indagini – questa volta lecite – hanno rivelato un’ulteriore estensione della domus al di sotto di un’adiacente masseria del XVIII secolo.
Allora furono delle monete a suggerire una datazione parziale della struttura: IV secolo d.C., perciò tardo impero. I lavori di esplorazione sono andati avanti fino alla metà degli anni ’90. Essi hanno rivelato come la Villa del Tellaro si estenda per circa 5.000 m². Due momenti in particolare hanno segnato la storia della domus tardoimperiale: l’estate 2003 e il mese di gennaio dell’anno successivo, 2004. Infatti tali sono gli estremi cronologici entro i quali alcuni mosaici della villa sono stati esposti nella Chiesa di San Domenico a Noto. L’afflusso di esperti, curiosi e semplici appassionati, è stato da record, tanto da garantire alla vicenda un risalto mediatico nazionale.
Difficile credere il contrario di fronte a cotanta bellezza, la stessa che ammalia i miei occhi. Mosaici come quello della pesatura di Ettore eseguita dall’immancabile Achille, dall’astuto Ulisse e dal valoroso Diomede o ancora come quelli raffiguranti motivi geometrici vari, scene di caccia e una maestosa tigre in procinto di attaccare, valorizzano il sito, rendendolo un tesoro inestimabile all’interno del Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro, Villa del Tellaro e Akrai.
Il corpo centrale della villa si articola all’interno di un grande peristilio; ulteriori ricerche ne hanno contrassegnato i dettagli più affascinanti. Ad esempio la straordinarietà del complesso residenziale sta nella costante presenza di mosaici all’interno di ogni ambiente (rarissimo per una domus tardoantica).
La Villa del Tellaro, a braccetto con altre residenze antiche di epoca romana (Villa Patti, Villa di Piazza Armerina), è in grado con i suoi inestimabili tesori di soddisfare una generale curiosità accademica sullo stile di vita del patriziato tardoimperiale. Allo stesso tempo, riesce a togliere il fiato a chiunque abbia la fortuna di imbattersi in suddette perle. Scusate se è poco.