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Titani, gli Dei greci prima degli Olimpi

Se pensassimo alle divinità greche, ci verrebbero in mente quel farfallone di Zeus, la gelosissima (a ragione) Era, la saggia Atena, la vendicativa cacciatrice Artemide e via dicendo. Ma in realtà prima degli Olimpi i greci ebbero a che fare con altre divinità. Prima che gli Olimpi prendessero il potere, infatti, ci fu l’era dei Titani. Prima di loro ci furono Urano e Gea. Ma oggi è dei Titani che vogliamo parlare.

Chi erano i Titani?

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Crediti foto: @Cornelis van Haarlem, Public domain, via Wikimedia Commons

Il fatto è che, di solito, la mitologia greca la guardiamo con gli occhi degli Olimpi. Dunque i Titani, da loro scacciati, ci appaiono alquanto crudeli. Solo che, a ben guardare, l’epoca in cui i Titani regnarono come divinità fu anche un’Età dell’Oro, la quale finì proprio con l’ascesa di Zeus e dei suoi fratelli, sorelle e figli vari.

I Titani erano figli di Gaia e Urano, le divinità primordiali rispettivamente della terra e del cielo. Il nome di Titani fu loro attribuito dallo stesso padre, leggerissimamente seccato dal fatto che la sua prole gli avesse appena soffiato il trono (e tagliato alcune parti anatomiche essenziali).

Come sempre accade nella mitologia, ci sono più versioni a cui dare retta. Si pensa che la storia dei Titani sia nata nel Vicino Oriente, ma è la Teogonia di Esiodo il primo scritto a riferirsi loro come Titani. Sempre Esiodo specifica che sono figli di Urano e Gea, dando loro nomi precisi. I primi Titani da lui citati sono:

  • Oceano: dio del fiume Oceano che circonda il mondo e dal quale originano tutte le acque dolci
  • Koios: dio dell’intelligenza e dell’asse celeste
  • Krios: dio delle costellazioni
  • Giapeto: dio della mortalità
  • Iperione: dio della luce e del ciclo giorno/notte
  • Crono: dio del tempo e figlio più giovane
  • Theia: dea della luce
  • Rea: dea della fertilità
  • Themis: dea della legge, dell’ordine e della profezia
  • Mnemosine: dea della memoria e del linguaggio
  • Teti: dea delle acque dolci e dell’allattamento
  • Febe: dea dell’intelletto e della profezia

Urano considerava questi figli come Titani: per lui erano una maledizione, figli non proprio graditi. In effetti, altri figli di Urano come i Ciclopi, i Centimani, le Furie e la stessa Afrodite non sono considerati Titani.

Una volta detronizzato il padre, ecco che i Titani salirono al potere, dando forma al mondo a loro piacere e sposandosi fra di loro. In tal modo generarono altri figli altrettanto divini, che divennero parte della seconda generazione di Titani, quelli più giovani. Diversi autori greci, infatti, iniziarono ad aggiungere all’elenco altre divinità.

Giapeto e l’oceanina Climene diedero alla vita Prometeo (quello che rubò il fuoco agli dei per donarlo all’uomo e pertanto venne punito da Zeus, il quale lo incatenò in cima a un monte con un’aquila che ogni giorno gli mangiava il fegato. Ah, ovviamente il fegato ricresceva tutti i giorni, altrimenti la punizione sarebbe stata alquanto breve), Epimeteo (il marito di Pandora e madre di Pirra, quella del mito di Deucalione e Pirra che salvarono l’umanità dal diluvio universale) e Atlante (colui che regge i cieli sulle sue spalle).

Iperione e Teia, invece, ebbero come figli Elio (dio del sole), Selene (dea della luna) ed Eos (dea dell’alba).

Ciascuna di queste divinità è associata a miti ben precisi. Ma per quanto riguarda i Titani in generale, sono quattro le storie principali.

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Crediti foto: @Giorgio Vasari, Palazzo Vecchio

La castrazione di Urano – Come anticipato prima, oltre ai Titani, Gaia ebbe altri figli da Urano. I ciclopi, che avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e gli Ecantochiri o Centimani (Cotto, Gige e Briareo), ciascuno con 100 braccia e 50 teste. Urano era alquanto disgustato dall’aspetto di questa prole e dunque, appena nati, li nascose in profondità in Gaia, provocandole un forte dolore.

Così Garia creò una falce, chiedendo ai Titani di aiutarla contro il padre. Tutti i Titani furono spaventati da tale richiesta (almeno, questo secondo Esiodo. Per Apollodoro tutti i Titani parteciparono, tranne Oceano), tranne Crono: lui prese la falce e si nascose, attendendo l’opportunità propizia. Quando Urano andò da Gea, Crono saltò fuori dal suo nascondiglio e tagliò i genitali al padre con la falce, gettandoli poi in mare. Il sangue che scaturì dalla ferita bagnò la Terra, dando vita alle Furie, le divinità della vendetta che puniscono gli atti di violenza famigliare e i Giganti.

I genitali, invece, finirono in mare, formando una schiuma bianca a Cipro. E da tale schiuma nacque Afrodite. Fu a questo punto che Urano, un tantino arrabbiato coi figli, li chiamò col nome maledetto di Titani. E fra l’altro diede la colpa della propria evirazione a tutti loro, anche se a brandire la falce fu Crono.

Il dominio dei Titani – A questo punto della storia i Titani presero il controllo del mondo. Anche se c’è una versione della storia che sostiene come i Titani non presero il controllo del potere subito dopo l’evirazione del padre, ma lo sottrassero a un’altra coppia di divinità che governò la Terra prima di Crono. Tale coppia era formata da Ofione ed Eurinome (a seconda delle varie teogonie potrebbero essere due divinità a se stanti, altre incarnazioni di Urano e Gaia o anche la coppia formata da Oceano e Teti).

Comunque sia, Crono e Rea presero il potere gettando costoro nelle acque di Oceano. Diciamo che avevano preso gusto a gettare cose varie in mare. A quell’epoca Zeus in teoria era già nato, ma era ancora nascosto nella grotta.

Nascita degli Olimpi – Comunque sia andata la presa del potere da parte di Crono, ecco che dalla sorella-moglie Rea ebbe sei figli: Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus. Visto che una profezia di Urano e Gea aveva rivelato a Crono che sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli (doveva essere una tradizione di famiglia, a questo punto), ecco che ideò una soluzione assai discutibile. In pratica, non appena Rea dava alla luce un figlio, ecco che Crono lo ingoiava.

Ovviamente Rea non era felice di ciò e subito prima di partorire l’ultimogenito, Zeus, chiese aiuto a Gera e Urano in modo da poter salvare i figli e vendicarsi di Crono. Rea così andò a Creta per partorire in segreto e, al posto del neonato Zeus, diede a Crono da mangiare una pietra fasciata. Non è ben chiaro come il potentissimo Crono non si sia accorto che stava ingoiando una pietra e non un neonato (il che non depone molto a favore del suo curriculum divino), ma fatto sta che le cose andarono proprio così.

Zeus poté crescere fino a diventare adulto quando, aiutato anche da Rea e Gea, riuscì a far rigurgitare a Crono tutti i suoi fratelli.

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Crediti foto: @Gustave Doré (1832 – 1883), Public domain, via Wikimedia Commons

Titanomachia – E fu la guerra più totale. Ovviamente Zeus, dopo aver riottenuto i fratelli e le sorelle, non si accontentò di questo. No, proseguendo nella tradizione di famiglia, decise di ribellarsi a Crono, ingaggiando una guerra che durò decenni contro Crono e i Titani. E tale guerra divenne nota come la Titanomachia.

La prima cosa che Zeus fece fu liberare gli zii, cioè i Ciclopi e i Centimani, reclutandoli dalla sua parte. I Centimani si dilettarono così nello scagliare enormi macigni contro l’esercito dei Titani, ingaggiando una battaglia che scosse tutta la Terra, dalla cima dell’Olimpo sino alle profondità del Tartaro. Tutti gli Olimpi si gettarono nella mischia. In particolare Zeus, brandendo il fulmine donatogli dai Ciclopi, riuscì a gettare i Titani nel Tartaro, incatenandoli. Zeus dispose poi che fossero i Centimani a sorvegliarli, dietro a una porta di bronzo creata da Poseidone.

Ma la faida famigliare non era finita qui. Una storia racconta che Gea diede alla luce Tifeo (o Tifone), un essere mostruoso e vagamente serpentino dotato di tantissime voci e capace di sparare fuoco dagli occhi. Si pensa che Gea volesse vendicarsi degli Olimpi per il trattamento riservato ai Titanti, ma non è certo.

Comunque sia, Zeus e gli altri Olimpi ingaggiarono quest’ultima battaglia, fino a quando il re degli dei non riuscì a fulminarlo con una delle sue folgori. Game-set-match: Zeus non aveva più altri contendenti al trono e divenne il re degli dei e degli uomini, tenendo per sé il dominio dei cieli e dando a Poseidone quello sugli oceani e ad Ade quello sugli inferi. Ma questa è un’altra storia.