Questa è una storia di ascesa (traduci con: genitori allo stremo che negli anni Ottanta cercavano disperatamente l’orsetto in questione per la loro prole animata dal sacro furore del “LO VOGLIO PER NATALE!”), di declino (la richiesta scemò ben presto) e di rinascita (perché sì, rinacque in qualche modo dalle sue ceneri). Stiamo parlando di Teddy Ruxpin, l’orsetto che non parlava, no, lui balbettava. Causa: qualche piccolissimo problema tecnico.
Tutta la storia dell’orsetto Teddy Ruxpin

All’epoca della sua creazione, l’orsetto Teddy Ruxpin, quello che sapeva sbadigliare, ridacchiare e dare voce alle espressioni mentre “leggeva” una storia ai bambini, era il giocattolo del secolo, il “mai più senza” di tutti i bimbi e lo svuota portafogli dei genitori. Questo perché già all’epoca costava sui 69 dollari.
Almeno, questo era quello che prometteva, perché in realtà, in molti casi, l’orsetto non parlava, più che altro balbettava e bofonchiava. Tutto a causa di alcuni difetti tecnici di produzione.
Tranne nel caso del Teddy Ruxpin di casa nostra: lui balbettava a causa della mia capoccia dura. Questo perché regalato alla sorellina più piccola, non appena spacchettato la mattina di Natale, causa infausto commento da parte mia, la suddetta sorellina procedeva a sbattacchiare l’orsetto parlante sulla mia testa. E a causa dell’impatto, il nostro Teddy Ruxpin non si sarebbe mai più ripreso, iniziando a balbettare con una vocina stridente.
Storie amene a parte, ecco che Teddy Ruxpin nacque da un’idea di Ken Forsse, ex dipendente Disney. Forsse nacque nel 1936. Cresciuto a Burbank, in California, nel suo tempo libero si dilettava nel costruire mobili e giocattoli, prendendo anche lezioni di pittura dalla sorella.
Dopo il diploma, trovò lavoro presso l’ufficio postale dei Walt Disney Studios, salvo poi approdare al reparto animazione. Nel 1959 fu arruolato nell’esercito e al suo ritorno andò a lavorare presso la divisione sviluppo parchi a tema dell’azienda.
Negli anni Sessanta e Settanta Forsse lavorò a giostre come “It’s a Small World” e “Jungle Cruise”, progettando le creature animatroniche che interagivano con i visitatori. Fu lì che in lui germogliò l’idea di creare un animale di peluche che interagisse in maniera simile, ma abbastanza piccolo da stare in casa.
In teoria all’epoca c’erano già giocattoli parlanti, basta pensare alle bambole a manovella di Thomas Edison, con tanto di fonografo. Ma Forsse voleva qualcosa che fosse portatile, parlante e morbido.

Sulle prime, quando fondò la sua azienda, la Alchemy II nel 1982, pensò di creare un peluche parlante scimmia, in onore degli esperimenti della NASA sui primati. Tuttavia ben presto virò verso un orsacchiotto. Ma nella sua mente Teddy non era un vero orso: era un Illiop, una specie nativa nel mondo fantastico di Grundo (da Forsse inventato) che, per puro caso, assomigliava a un orso.
Le aziende a cui si rivolse inizialmente non apprezzarono l’idea. Ok per la storia delle origini di Teddy, ma la tecnologia non convinceva. Nel 1982 i pupazzi che Forsse costruiva per la Disney avevano teste radiocomandate. E il primo prototipo di Teddy seguiva quella falsariga. In pratica era composto da due parti, una delle quali controllava il viso tramite segnali radio FM.
Il sistema era alquanto complicato e ingombrante, neanche bello dal punto di vista estetico. Sia Fisher-Price che HBO bocciarono la sua idea. Successivamente Forsse decise di utilizzare un sistema più pratico. Usarono una normale audiocassetta stereo a due tracce. In questo modo potevano codificare l’audio su una traccia e i segnali che inviavano i comandi a un ricevitore posto nella testa dell’orso sull’altra. In questo modo ottennero un movimento sincronizzato col parlato.
Ora, chiunque abbia tenuto fra le braccia un Teddy Ruxpin, lo sa bene: non era esattamente morbido e coccoloso. In pratica era come stringere fra le braccia una scatola di latta solo leggermente imbottita. Tuttavia questa nuova versione convinse Don Kingsborough, il presidente di Worlds of Wonder, il quale accettò di produrlo tramite un accordo sui diritti d’autore.
In contemporanea Forsse vendette alla ABC due speciali live-action su Teddy, mandandoli in onda a novembre e dicembre 1985. Praticamente gli speciali erano solamente degli spot pubblicitari un po’ più lunghi che avrebbero promosso l’orsetto in vista del Natale.
Appena messo in vendita, Teddy Ruxpin fu la rivoluzione del momento. Tutti i bambini lo volevano. Nel primo mese vendette 41mila copie. E anche tutti i prodotti di merchandising correlati andavano a ruba, inclusi i libri di fiabe e le cassette.
Nonostante il prezzo viaggiasse fra i 59 e i 79 dollari, i genitori furono impotenti di fronte ai pianti e ai capricci dei bambini: dovevano assolutamente acquistarne uno. Così, a inizio del 1986, l’azienda vendette più di 1 milione di Teddy. Tutti balbettanti, fra l’altro. Già, perché i Teddy Ruxpin soffrivano di qualche piccolissimo problema tecnico.

Dopo le festività del 1985, a causa di questo funzionamento difettoso, circa 35mila orsetti furono restituiti a Worlds of Wonder. L’azienda sostenne che, in alcuni casi, si trattava di errori dell’operatore che aveva infilzato Teddy con le forbici o gli aveva fatto il bagno.
Ma questi difetti tecnici non diminuirono la popolarità dell’orsetto. Nel 1987 la DIC Enternainment produsse la serie “Le avventure di Teddy Ruxpin” e nel 1987 erano stati venduti più di 1,4 milioni di orsetti. Senza considerare libri e cassette.
Ma non era tutto rose e fiori. La Worlds of Wonder non si accorse che sul mercato erano intanto arrivati altri animali parlanti. Gli scaffali ormai erano saturi di questi prodotti, ma l’azienda non rallentò in tempo la produzione. E così nel 1987 dichiarò bancarotta. E nel 1989 Teddy entrò in letargo: ormai altri giocattoli lo avevano soppiantato nei cuori volubili dei bambini.
Nel 1991 la Alchemy II riuscì a stipulare un nuovo accordo di licenza con la Hasbro. La licenza passò di mano in mano per i due decenni successivi, con anche un’edizione speciale per il suo anniversario. Svariate case di produzione che acquisirono i diritti televisivi e cinematografici di Tedyd Ruxpin, senza però mai produrre contenuti. Pare che quest’anno la Seven Bucks Production e la Story Kitchen stiano pianificando un film live-action con gli Amazon MGM Studios, ma vedremo.
Ma riuscirò Teddy Ruxpin a risorgere dalle sue ceneri? Soprattutto oggi, quando in vendita si trova di tutto e di più?