Storia Che Passione
se oggi esiste il termine "cornuto" dobbiamo ringraziare un imperatore bizantino

Se oggi esiste il termine “cornuto” dobbiamo ringraziare un imperatore bizantino

Cornuto“, un epiteto che oggi utilizziamo molto spesso ma di cui non si conosce l’origine. Per rintracciarla bisogna fare un proverbiale salto nel tempo, addentrandoci in quella meravigliosa epoca storica che è il Medioevo. Eh sì, perché se questo sdegnante attributo è così in voga, dobbiamo ringraziare nientemeno che un imperatore bizantino.

Vi presento Andronico I Comneno, basileus dei romei dal 1183 al 1185. Solo due anni di regno? Ebbene sì, ma è un biennio colmo di avvenimenti frizzanti che in un certo senso cambiano la storia politica di Bisanzio e dell’impero. Ci basti sapere che Andronico, già governatore delle province balcaniche, prima di aggiudicarsi il trono costantinopolitano cospira contro il cugino Manuele. La prima congiura non va a finire troppo bene e il nostro eroe finisce dietro le sbarre. Ma Andronico è furbo e ottiene il perdono…

Dal 1166, ad un denigrante incarico governativo preferisce l’esilio volontario. Lontano da casa, si innamora della cugina Teodora – anche lei una Comnena – e scappa a Baghdad; qui il principe bizantino perde di nuovo la testa e si dà alla razzia nei territori bizantini di Trebisonda, mandando su tutte le furie il cugino Manuele. Come da copione, quest’ultimo cattura Teodora e ottiene la seconda sottomissione del vivace Andronico. Errore fatale, perché l’imperatore muore e suo figlio Alessio finisce tra le grinfie di Andronico, che lo fa strangolare con una corda d’oro. Finalmente il tenace pretendente diventa imperatore, tra delitti efferati, punizioni corporali e… Fughe d’amore poco lecite.

Di fatto la tattica del nuovo basileus è semplice: gli aristocratici a lui avversi vengono imprigionati per futili motivi. Le mogli di questi diventano proprietà del nuovo sovrano. Per screditare ancor di più le sue vittime, Andronico prese il vizio di appendere sui palazzi degli avversari diffamati teschi di cervi abbattuti durante la caccia.

Il diletto andò avanti fino al 1185. Ungheresi e Normanni, guidati da Guglielmo II di Sicilia, attaccarono l’impero da nord, prendendo prima Durazzo per poi scendere fino a Tessalonica. Leggenda vuole che i soldati siciliani, giunti nella città greca, iniziarono a far caso a questi maestosi palazzi caratterizzati da queste particolari decorazioni animalesche. Oltre che a devastare l’intorno urbano (il sacco di Tessalonica fu uno dei più disastrosi per Bisanzio in tutto il XII secolo), i soldati chiesero il perché di quei teschi. Saputa la risposta, si diffuse il detto “mettere le corna” per come lo intendiamo noi oggi. Quindi allora si diveniva sì cornuti, per colpa però del tiranno Andronico I Comneno.

L’epiteto “cornuto” si diffuse a macchia d’olio in Sicilia, poi dall’isola nel meridione italiano e poi in tutt’Europa. In tanti risero, ma non il nostro protagonista. Al basileus non andò affatto bene. Il popolo acclamò Isacco II Angelo nuovo imperatore e allo stesso tempo linciò Andronico. Gli tagliarono la mano destra, gli cavarono i denti e con loro anche i capelli e perché no, un occhio. Il 12 settembre 1185 morì fatto a pezzi dalle spade della guardia imperiale. La sua morte decretò anche la fine della dinastia Comnena al trono di Costantinopoli… Ma non su quello di Trebisonda. Se ne andò così l’uomo grazie al quale oggi conosciamo il termine “cornuto”. Un modo degno per passare alla storia.