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Province Unite e Asburgo si fanno la guerra: l'unica vittima è un calderone...

Province Unite e Asburgo si fanno la guerra: l’unica vittima è un calderone…

L’8 ottobre del 1784 la tensione fra la Repubblica delle Sette Province Unite e la monarchia asburgica sfociò in una brevissima ed estemporanea battaglia, nota alla storiografia olandese come “guerra della marmitta” (Keteloorlog). Secondo la tradizione, a sua volta alimentata dalla più satirica propaganda olandese, il nome della guerra si deve al fatto che durante lo scontro navale fra due brigantini – uno imperiale, l’altro battente bandiera nederlandese – l’unico colpo sparato fu quello di un moschetto, e quel singolo proiettile colpì un innocuo calderone. Per quanto la versione dei fatti sia chiaramente frutto di una fantasia propagandistica, la storia si è appropriata di questa dicitura. Sfruttando l’aneddoto abbastanza singolare, voglio raccontarvi di quella vicenda, a mio parere esemplificativa delle diatribe europee tardo settecentesche.

Province Unite e Asburgo si fanno la guerra: l'unica vittima è un calderone...

Per comprendere a pieno il senso della guerra della marmitta, bisogna fare più di un passo indietro. Torniamo alla metà del XVII secolo; ad essere puntigliosi, al termine della lunghissima guerra degli ottant’anni (1568-1648). Sarò breve, lo prometto. La guerra prese avvio dalla ribellione delle cosiddette Province Unite (gli odierni Paesi Bassi settentrionali) contro l’odiosa dominazione spagnola. I riottosi ottennero, con la pace di Münster del 1648, il riconoscimento ufficiale della propria indipendenza. Da questa lunga lotta emersero due realtà ben distinte: a nord, la Repubblica delle Sette Province Unite, una federazione di province calviniste e mercantili. A sud, i Paesi Bassi meridionali, rimasti sotto controllo spagnolo fino al 1713, quando, con il trattato di Utrecht, passarono agli Asburgo d’Austria, diventando Paesi Bassi austriaci.

Una cosa che nessuno sa – perché della pace di Münster si conoscono solo le implicazioni politiche, mai quelle geo-economiche – è che con l’accordo del 1648 le Province Unite ottennero uno degli strumenti economici più efficaci contro la Spagna: il blocco della navigazione sulla Schelda, il fiume che collega il porto di Anversa (spagnola e poi austriaca) al Mare del Nord.

calderone Paesi Bassi austriaci

Anversa, un tempo il principale centro mercantile d’Europa, andò incontro ad una stagnazione commerciale. Ciò aprì la strada all’ascesa di Amsterdam e degli altri porti del nord. Questo blocco – che la giovane repubblica motivava ufficialmente da ragioni di sicurezza – era in realtà un potente mezzo di egemonia, e i suoi effetti si fecero sentire per oltre un secolo.

Teniamo bene a mente questo aspetto, e nel frattempo proseguiamo avanti nel tempo fino alla seconda metà del XVIII secolo. A quel tempo i Paesi Bassi meridionali non erano più un problema per gli spagnoli (che avevano smontato le tende nel 1713, dopo la guerra di successione), ma lo divennero per gli Asburgo d’Austria, i quali ereditarono la scottante bega della Schelda.

calderone Giuseppe II d'Asburgo-Lorena

Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, imperatore dal 1765 al 1790, ritenne il blocco della Schelda un’umiliazione inaccettabile e un ostacolo allo sviluppo commerciale dei suoi territori. Egli si considerava un sovrano illuminato; perciò, forte di questa logica, reputò che la chiusura di un fiume navigabile fosse anacronistica e contraria allo spirito dei tempi. Andando oltre le posizioni di facciata, quelle più ideologiche insomma, il Sacro Romano Imperatore avanzò pretese sulla città di Maastricht, situata nel sud della Repubblica Olandese, che riteneva storicamente parte integrante dei suoi domini. Vi furono infine tutta una serie di affronti “personali” che infastidirono parecchio l’Asburgo-Lorena ma che in questa sede non è opportuno riportare. Siano chiare tuttavia le motivazioni politiche, strategiche, economiche e commerciali dietro le antipatie reciproche fra le parti.

Sicuro della quiescenza inglese (con Londra gli olandesi facevano la guerra un giorno sì e l’altro pure, ma in quel frangente di 1784 erano in pace e, per mantenerla, gli inglesi sarebbero potuti intervenire paradossalmente in supporto della repubblica; le ferite di guerra non si erano tuttavia rimarginate) Giuseppe II si convinse ad agire. Serviva una scintilla, un pretesto che avesse causato la guerra aperta, meglio se dichiarata dagli olandesi.

calderone guerra della marmitta

La tanto agognata scintilla ci fu il 6 ottobre 1784. Due mercantili e un brigantino, chiamato Le Louis, salparono dal porto disarmato di Anversa per risalire la Schelda. Agli occhi dell’imperatore questo gesto avrebbe dovuto infastidire gli olandesi a tal punto da farli reagire in maniera spropositata, magari dando il là alle ostilità. Il forzo del blocco non ebbe alcun esito positivo. Due giorni dopo il veliero olandese De Dolfijn, sparando colpi “d’avvertimento”, bloccò l’avanzata delle navi austriache, le quali preferirono non rispondere al fuoco. Ed è in questo esatto momento che s’inserisce la leggenda, mai verificata, ma molto cara alla storiografia nederlandese, del calderone forato.

Pur essendo militarmente irrilevante, l’incidente della marmitta ebbe un forte impatto diplomatico. Giuseppe II, oltraggiato, intensificò le sue pressioni sulla Repubblica. La situazione rischiava di degenerare in una guerra vera e propria. Dal canto suo, la Repubblica delle Sette Province Unite formò un piccolo esercito e ricevette un parziale sostegno diplomatico dalla Francia. Quest’ultima era l’alleata storica della Repubblica e garante dell’equilibrio in Europa occidentale. Ovviamente Parigi non era interessata a un’escalation. Il conflitto rimase confinato nei ranghi della “diplomazia armata”, e le trattative presero il sopravvento.

calderone passaggio delle truppe

Le parti interessate accettarono l’accomodamento seduti ad un tavolo all’interno del castello francese di Fontainebleau, l’8 novembre 1875. In poche parole, l’impero si accontentò di un’indennità di guerra, ma non sbloccò la situazione della Schelda. Le Province Unite guadagnarono qualche terra di confine e mantennero inalterata la loro posizione di forza. La guerra della marmitta comportò un umiliazione per Vienna, riassunta alla perfezione da quel calderone, vittima illustre di una guerra tutt’altro che insigne.