Storia Che Passione
Pirata per vendetta: la straordinaria storia di Jeanne de Clisson

Pirata per vendetta: la straordinaria storia di Jeanne de Clisson

Nel 1300 circa nasceva a a Belleville-sur-Vie, in Vandea, Jeanne Louise de Belleville, ultima arrivata nella famiglia signorile di Montaigu. Erano nobili francesi trapiantati sulla costa occidentale del regno che vivevano di produzione e commercio di prodotti quali vino e sale. Neppure ventenne, Jeanne ereditò la signoria di Montaigu e di Belleville. Ciò accadde quando la dama già era convolata a nozze con un nobile bretone. Sarà il primo di tre. Eclissato il primo, arrivò il secondo matrimonio, sempre con un signorotto della Bretagna, celebrato nel 1328. Anche questo ebbe vita breve, a causa di intrighi politici che non devono interessarci. Il terzo matrimonio sembrò essere quello buono. Nel 1330 Jeanne sposò Olivier IV de Clisson, sempre un aristocratico di sangue bretone, da cui prese il nome con cui è passata alla storia: Jeanne de Clisson. Da questa unione scaturì una delle storie più avvincenti del XIV secolo…

Pirata per vendetta: la straordinaria storia di Jeanne de Clisson

Dopo oltre un decennio di felice convivenza nuziale (cosa alla quale la povera Jeanne non era affatto abituata), nel nord-ovest del regno scoppiò un enorme caos. Per capire meglio cosa accadde, è necessario inquadrare il contesto storico in cui la vicenda di Jeanne de Clisson s’inserisce.

Sono i primi anni ’40 del XIV secolo e nel Ducato di Bretagna avviene il fattaccio. Il 30 aprile 1341 muore il duca Giovanni III. Malgrado tre matrimoni (uno contratto con un’esponente di Casa Savoia, così, per dire), il duca non generò eredi e alla sua dipartita non indicò con chiarezza a chi dovesse spettare il trono ducale bretone. Classico incipit della più ordinaria fra le guerre di successione. Infatti al 1341 si fa risalire l’inizio della guerra di successione bretone. Conflitto marginale, della ben più grande guerra dei cent’anni, che vide contrapposte due fazioni capeggiate da:

  • Carlo di Blois, nipote del re di Francia, Filippo VI di Valois, e da quest’ultimo spalleggiato. Mettiamola così, era il candidato filo-francese.
  • John de Montfort, che da manuale (legge salica) era il più vicino sulla linea di successione maschile, perciò legittimo erede del ducato. Lui invece godeva dell’appoggio del re d’Inghilterra, all’epoca Edoardo III Plantageneto.
Jeanne de Clisson stemma

Lasciando stare per un attimo il paradosso per cui il re di Francia – che alla legge salica doveva la sua ragion d’essere – sosteneva il candidato che rivendicava il diritto alla dignità ducale basandosi sulla linea di successione femminile (ma vabbè, è la Real Politik, che volete farci), concentriamoci sui de Clisson, i quali si ritrovarono costretti a schierarsi. Olivier IV de Clisson optò per Carlo di Blois, perciò per il partito filo-francese.

La scelta si tradusse in una guerra con gli inglesi. Dopo una serie di scontri, i soldati di Edoardo III d’Inghilterra catturarono Olivier de Clisson. Accadde durante l’assedio di Vannes. Successivamente avvenne uno scambio di prigionieri e il de Clisson tornò in libertà, ma accusato di tradimento (per non aver difeso al meglio la piazzaforte di Vannes) venne condannato alla decapitazione. Capite dove stiamo andando? I fili della trama man mano s’intrecciano con la vicenda di Jeanne.

Jeanne de Clisson mappa Bretagna

Nell’estate del 1343 Olivier de Clisson andò a processo a Parigi. I suoi pari lo giudicarono colpevole, benché mancassero prove schiaccianti sulla sua cattiva condotta. Re Filippo VI di Francia confermò la pena capitale. Decapitazione fu, nell’agosto di quell’anno. Un procedimento poco giudiziario e tanto politico, considerato tutto fuorché equo e una condanna pressoché eccessiva scandalizzò buona parte dell’aristocrazia francese. Jeanne le provò tutte per impedire la morte dell’amato marito, ma non vi riuscì e per la sua “ribellione” si vide costretta a fuggire in Bretagna.

Jeanne de Clisson esecuzione marito

Cosa avrebbe potuto fare una nobildonna francese del Trecento, affamata di giustizia, e ancor più di vendetta? Lasciar stare e cambiare aria una volta per tutte? Tramare nell’ombra, con tutti i pericoli del caso? No, Jeanne de Clisson volle dimostrare al mondo quanto cazzuta fosse. Perdonatemi il francesismo. Oramai condannata in contumacia e decisa a vendicare il marito, Jeanne vendette le sue proprietà, armò un piccolo esercito a lei fedele e iniziò la sua di guerra, una guerra privata contro il re di Francia, reo di aver ordito un complotto politico bello e buono.

Alla testa di 400 uomini e di una flottiglia composta da tre navi dipinte di nero, caratterizzate da vele rosse – l’ammiraglia si chiamava “Ma Vengeance”, letteralmente “La Mia Vendetta”; più chiaro di così – Jeanne de Clisson organizzò due assalti contro le fortezze di Touffou e di Château-Thébaud, vicino Nantes.

Gli storici danno credito a questi due attacchi, più simili a spedizioni punitive che a tentativi di conquista in nome di una forza maggiore, ma divergono su ben altri punti. C’è chi sostiene che il re d’Inghilterra abbia supportato direttamente l’azione collaterale di Jeanne, chi invece vede nella guerra corsara scatenata dalla nobildonna un singolare gesto vendicativo fine a se stesso. Fu quel che fu, ma con la sua Flotta Nera, la pirata de Clisson attaccò ogni nave del re di Francia, tanto nel Golfo di Biscaglia quanto nella Manica.

Jeanne de Clisson piratessa nobildonna

Azioni che le valsero l’appellativo “Leonessa di Bretagna”. I sopravvissuti ai suoi attacchi riferivano che Jeanne de Clisson uccideva personalmente gli ufficiali francesi catturati, lasciando solo pochi testimoni per diffondere il terrore. La tigre bretone (altro nome inventato dalla storiografia transalpina) operò come pirata dal 1343 fino almeno ai primi anni ’50. Difficile dire se si trattò di una guerra corsara o piratesca, perché nessuno ha mai rinvenuto lettere di corsa correlate alla nobildonna. Sono più che altro gli attacchi mirati e la sorprendente coordinazione della Flotta Nera a suggerire un appoggio (per quanto indiretto) della corona d’Inghilterra.

Volete un altro elemento a sostegno dell’affaire de Clisson-Inghilterra? Nel 1350 la nobildonna si sposò per la quarta volta, con Walter Bentley, luogotenente di Edoardo III in Bretagna. Dopo l’ennesimo matrimonio, la Leonessa di Bretagna si ritirò dalla guerra e dal mare. Nel 1359 morì in Bretagna, nel castello di Hennebont, ancora fermamente convinta della bontà della causa di Montfort.

Jeanne de Clisson battaglia di Auray 1364

Cinque anni dopo la sua morte, la guerra di successione bretone terminò con un vincitore. Decisiva fu la battaglia di Auray, grazie alla quale s’impose definitivamente la fazione filo-inglese dei Montfort. Nel 1365 si arrivò alla pace, siglata dal trattato di Guérande. L’accordo imponeva John de Montfort come duca legittimo, ma nel caso in cui la linea maschile si fosse interrotta, il ducato sarebbe passata agli eredi di Carlo di Blois. Poco importava, Jeanne de Clisson aveva ottenuto la sua vendetta.