A quanto pare la caccia ai fossili è più antica di quanto pensassimo. Infatti gli archeologi hanno trovato prove di questa pratica nel sito archeologico dell’antica Micene. Anzi: pare che sia uno dei primi esempi noti di caccia ai fossili nell’antichità.
La caccia ai fossili ai tempi dell’antica Micene

Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Scientific Reports ha spiegato che l’osso fossilizzato trovato nell’antica città di Micene apparteneva a uno Stephanorhinus, un genere di rinoceronte ormai estinto e originario dell’Eurasia e del Nord Africa.
Nell’antica Grecia i resti fossilizzati dei grandi animali erano interpretati in base alle credenze culturali, religiose e mitologiche delle popolazioni dell’epoca. Infatti gli antichi Greci li consideravano come i resti di giganti mitologici, draghi e svariate creature leggendarie.
Il fossile in questione si trovava a Micene, nel Peloponneso nord-orientale. In realtà la sua scoperta risale a parecchio tempo fa. Trovato in prima battuta in un deposito di oggetti in un seminterrato durante il XIII secolo a.C., ecco che tornò alla luce in maniera ufficiale durante alcuni scavi avvenuti negli anni Settanta.

Tuttavia solo di recente qualcuno ha pensato bene di analizzarlo. Con il beneplacito del Museo di Micene, ecco che gli autori dell’articolo hanno esaminato quel particolare fossile. Secondo i ricercatori, gli antichi Greci lo raccolsero forse perché pensavano che si trattasse di un oggetto magico che portava fortuna. Oppure credevano che fosse connesso a qualcosa di religioso.

Le sue qualità sovrannaturali magari erano collegate a un gigantesco essere mitologico. Ovviamente si tratta di ipotesi. Quello che è certo è che la caccia ai fossili, nella Grecia continentale, risale almeno alla tarda età del Bronzo.
E se siete interessati ai fossili, ricordiamo con un sorriso la buffa vicenda che vide protagoniste delle ossa fossili di orso scambiate per antiche ossa umane. Perché sì, è accaduto anche questo.




