Più o meno tutti sappiamo chi erano le Muse: erano le nove divinità greche patrone delle arti. Il problema, però, è non solo ricordarsi i loro nomi, ma anche abbinarli correttamente alle arti che patrocinavano. Ma chi erano i loro genitori?
Tutto quello che volevate sapere sulle Muse

Le Muse erano divinità greche femminili figlie di Zeus, il re degli dei e di Mnemosine, il Titano della Memoria. Le nove Muse vivevano sul monte Elicona e spesso si accompagnavano ad Apollo, visto che, fra i tanti ruoli del dio, c’era anche quello di patrono della musica, della luce, dell’eloquenza, della poesia e del sole.
Spesso gli antichi poeti invocavano le Muse all’inizio delle loro opere, in modo che li aiutassero a ricordare tutta la storia. Anche perché all’epoca le opere erano ricordate a memoria, visto che la maggior parte della società era analfabeta. Si dice anche che furono le Muse a insegnare alla Sfinge (mostro figlio di Echidna e Tifone) il celebre indovinello che proponeva ai Tebani che cercavano di passare per il monte Fichio.
Le Muse compaiono anche nel mito che parla della sfida fra Apollo e il satiro Marsia. I due si sfidarono a suon di musica e furono proprio le Muse a fungere da giudici. Apollo suonò la lira e Marsia un aulos, uno strumento ad ancia doppia creato da Atena. I due erano pari come abilità: le Muse non riuscivano a decidere chi avesse vinto.
Così Apollo decise di giocare sporco: propose di continuare la gara suonando con lo strumento girato al contrario e di cantare contemporaneamente. Ovviamente lui ci riuscì perché aveva una lira, ma Marsia non poté girare al contrario lo strumento, visto che era a fiato e non poté neanche cantare in contemporanea. Così la vittoria andò ad Apollo. Ma andiamo a vedere i nomi e le arti patrocinate dalle singole Muse.

Calliope – Calliope era la Musa della poesia epica. Il suo nome in greco antico vuol dire “colei che ha una bella voce”. Spesso è raffigurata mentre regge in mano un rotolo o una tavoletta con su incise poesie famose.
Era la sorella maggiore, quindi una delle Muse più invocate. Anche Omero si affida a lei nell’incipit dell’Iliade. Calliope è anche nota per essere la madre di Orfeo, il quale ereditò da lei il suo talento. Visto che nell’antica Grecia la declamazione delle poesie epiche era di solito accompagnata dalla musica, ecco che si pensava che se il bardo di turno avesse colpito favorevolmente Calliope, la Musa avrebbe danzato per lui seguendo il suo ritmo.
Calliope fu anche la Musa che partecipò a una gara contro le Pieridi, le nove figlie del re Piero di Emazia. Abilissime nel canto, sfidarono le Muse. Inutile dire che furono queste ultime a vincere e a punire le rivali trasformandole in uccelli.
Clio – Clio era la Musa della storia. Il suo nome vuol dire “colei che rende celebri”. Il suo potere le permetteva di rendere immortali eroi, poeti o politici (in senso storico, non fisico). Come faceva? In pratica rendeva le loro gesta indimenticabili, in modo da far ricordare gli autori di tali gesta nei secoli. Era una Musa fondamentale per la memoria e il futuro dell’umanità. Visto che sapeva benissimo quali azioni avrebbero fatto la storia, era anche esperta del futuro.
Erato – Erato era la Musa dell’amore e della poesia lirica. Il suo nome vuol dire “colei che provoca desiderio”. Suo compagno costante era Eros, il dio alato dell’amore erotico. La combo formata da queste due divinità permetteva agli scrittori di creare opere d’arte appassionate. Troviamo Erato citata nelle Argonautiche da Apollonio Rodio: lo scrittore chiede alla Musa di ispirarlo mentre racconta la storia d’amore fra Giasone e Medea.
Euterpe – Euterpe era la Musa della musica e della poesia lirica. Il suo nome tradotto vuol dire “colei che dona gioia”. Solitamente è raffigurata insieme a un flauto a due canne e alla lira. A lei è attribuita l’invenzione di parecchi strumenti musicali a fiato. Fra l’altro, insieme alle altre Muse, aveva anche il compito di intrattenere gli dei sul Monte Olimpo.
Melpomene – Melpomene era la Musa della tragedia. Il suo nome vuol dire “colei che canta”. Solitamente era raffigurata insieme all’impugnatura di un pugnale, di una spada, di una maschera tragica o anche solo con indosso un’espressione di dolore. Curiosamente il suo nome vuol dire “celebrare con il canto”, forse intendendo i canti d’addio nei rituali funebri.
Melpomene era la madre delle Sirene, bellissime creature metà donne e metà uccelli. Avevano voci bellissime che usavano per incantare i marinai, inducendoli a morire nelle acque. Tuttavia una versione del mito sostiene che le Muse, pronte a punire chiunque osasse sfidarle, privarono le Sirene delle loro ali, utilizzandole poi per farsi delle corone.
Polimnia – Polimnia era la Musa dell’eloquenza e della poesia sacra. Il suo nome vuol dire “molte lodi” o “colei che ha molti inni”.

Talia – Talia era la Musa della commedia. Il suo nome vuol dire “festa” ed è spesso raffigurata mentre tiene in mano una maschera comica. Questa Musa ispirava opere dove la facevano da padrone la satira politica, le barzellette, le buffonate e la danza divertente.
Tersicore – Tersicore era la Musa della danza e del canto corale. Il suo nome vuol dire “che si diletta nella danza”. Considerate che nell’antica Grecia la musica e la danza erano una parte fondamentale dell’educazione.
La danza era anche un modo per celebrare gli dei e le feste. In particolare, il dio Dioniso era assai venerato tramite la danza. Dioniso era seguito da alcune seguaci particolari, le Menadi, le quali bevevano vino e danzavano freneticamente. E spesso Tersicore danzava insieme a loro, ispirando gli altri a muovere i piedi.
Urania – Urania era la Musa dell’astronomia, motivo per cui è spesso raffigurata insieme a un globo o a una corona di stelle. Il suo nome vuol dire “celeste” ed era caratterizzata dall’avere una voce dolce e un carattere amabile.
Aveva il potere di ispirare il pensiero scientifico in modo da aiutare gli esseri umani a progredire. Inoltre aveva anche il potere di predire il futuro. Tramite la divinazione poteva predire il destino degli esseri umani, motivo per cui in tanti cercavano i suoi consigli (anche osservando le stelle).




