Nel bel mezzo della Foresta dell’Amazzonia gli archeologi hanno trovato sette gigantesche urne funerarie risalenti all’epoca precolombiana. Che onestamente assomigliano un po’ alle uova di Alien, ma siamo sicuri che sia solo una coincidenza. Tornando seri, la scoperta iniziale va ascritta a un pescatore della zona.
A chi appartenevano quelle urne funerarie nel cuore dell’Amazzonia?

Il pescatore in questione stava lavorando in una zona poco nota e trafficata nella regione di Solimoes, lungo il corso superiore del Rio delle Amazzoni. A seguito della caduta di un albero di Paricarana alto 15 metri si è trovato inaspettatamente di fronte a queste urne, sepolte proprio sotto la pianta.
Così ha contattato gli archeologi dell’Istituto Mamiraua per lo Sviluppo Sostenibile in Brasile, i quali sono accorsi sul posto per mettere in sicurezza e studiare le urne. Al momento non si sa esattamente quale sia l’età di queste urne. Tuttavia, essendo di origine precolombiana, questo vuol dire che risalgono a secoli o millenni fa.
Curioso, poi, anche il loro luogo di sepoltura: un’isola artificiale. Non è neanche ben chiaro se la cultura che ha creato e usato le urne sia la stessa che ha costruito le isole artificiali.

Due delle urne più grandi, realizzate in ceramica e larghe fino a 89 centimetri di diametro, contenevano ossa umane. Le altre, invece, ospitavano un mix di semi e resti di pesci, rane e tartarughe. Si pensa che questi ultimi facessero parte di un qualche rito funebre.
Le grandi urine non avevano, però, coperchi in ceramica. Questo perché, probabilmente, erano state sigillate con del materiale organico che si è decomposto. A dire il vero, però, non è la prima volta che nella zona centrale di Solimoes saltano fuori urne similari.
Nei casi precedenti, però, le urne avevano coperchi che rappresentavano la testa, mentre strutture ai lati imitavano gli arti. Anche la ceramica di argilla verdastra, seppur rara, è stata già trovata in precedenza in altri siti della zona.
Quello che gli archeologi sanno è che l’utilizzo delle urne nei riti funebri della zona prevedeva più fasi. Dopo la morte, il corpo del defunto era deposto in una cesta nel fiume in modo che i pesci ne mangiassero i tessuti molli. In alternativa era seppellito nel terreno, sempre col medesimo scopo.

Una volta che i tessuti molli erano scomparsi, le ossa disarticolate e ammuffite erano cremate e collocate in urne funerarie. Queste urne dovevano simboleggiare il nuovo corpo del defunto. Poi queste urne erano seppellite. Molte culture amazzoniche erano solite seppellirle sotto casa.
C’è anche da dire che lo studio di queste urne non è stato affatto semplice. E questo per via delle condizioni di questa remota area dell’Amazzonia. Il team di ricercatori ha dovuto viaggiare per più di 24 ore in barca. Poi, tramite canoe, ha dovuto percorrere 18 km di zone allagate, camminando infine per un’ora nella foresta. Il tutto grazie all’ausilio di guide armate di machete.
Inoltre, per poter procedere con gli scavi, visto che la zona era tutta impregnata di acqua, ecco che gli archeologi hanno dovuto lavorare su una piattaforma di legno sollevata a 3 metri da terra. E per costruire questa piattaforma è stato necessario l’aiuto della comunità locale.