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Repubbliche Marinare che la storia ha dimenticato

Le 4 Repubbliche Marinare che la storia ha dimenticato

Se all’interno di una stanza chiedessimo ai presenti di pronunciare ad alta voce il nome delle Repubbliche Marinare, tutti risponderebbero all’unisono: Venezia, Genova, Pisa e Amalfi. Una risposta senz’altro corretta, ma non completa. Esatto, perché forse non tutti sanno che durante tutto il Medioevo operarono come Repubbliche Marinare anche altre città, le quali purtroppo nessuno si fila più. Stiamo parlando di Ancona, Ragusa, Noli e Gaeta.

Repubbliche Marinare che la storia ha dimenticato

Prima di passare in rassegna queste città e dare loro il giusto spazio che meritano, ci poniamo una semplice domanda: di fatto, cos’è una Repubblica Marinara? Furono dei centri urbani che, godendo di sostanziale autonomia politica ed economica, fecero fortune grazie a elevati flussi di commercio. Essenzialmente erano dei punti di riferimento per tutto ciò che riguardava il commercio marino, la navigazione e perché no, il rifornimento di navi per scopi bellici. Ora però concentriamoci sulle meno note, perché, che ci crediate o meno, anche loro hanno una fantastica storia da raccontare.

Ancora – Ancona è un po’ quella città di cui forse non ti accorgi, ma quando inizia a mancare, si sente la differenza. Rasa al suolo dai Saraceni, la città conosce il suo periodo di fioritura economica a partire dall’XI secolo. Autonoma, anche se formalmente parte del Sacro Romano Impero (dal quale subì non pochi sgarbi), Ancona rappresentò fino alla caduta di Costantinopoli la cosiddetta “porta d’Oriente” per l’Italia centrale. La sua alleanza anti-veneziana con Ragusa diede lustro alla repubblica, garantendo ricchezze e prosperità. A differenza di tutte le altre, Ancona non attaccò mai le sue “colleghe” marinare, optando sempre per la soluzione pacifica (anche se puntualmente veniva presa di mira dai nemici).

Repubbliche Marinare mappa geografica

Ragusa – L’abbiamo detto ma lo ribadiamo: se non fosse stato per Ragusa e Ancona, l’Adriatico sarebbe stato un affare esclusivo di Venezia. L’operato raguseo permise alla repubblica di divenire, almeno nel XVI secolo, la principale potenza marinara dell’Adriatico meridionale. Dal 1204 Ragusa fu dominio veneziano; esso durò per circa un secolo e mezzo, quando si concesse, per sua spontanea volontà, come vassallo ungherese. Iniziò in quel momento il periodo d’oro, interrotto dal cambio di padrone (solo formale), che dal 1526 fu il sultano ottomano. A velocizzare il progressivo declino fu un terremoto distruttore, che rase al suolo la povera Ragusa.

Gaeta – Acquisendo autonomia da Bisanzio, le vicende del Ducato di Gaeta sono strettamente legate a quelle della dinastia Docibile. La famiglia ebbe il merito di rendere grande la potenza di Gaeta almeno fino all’anno 1000. Gaeta (conosciuta come la Venezia del Tirreno) si dotò di una propria moneta, commerciò con le principali città italiane, ebbe modo di stabilire delle proprie basi commerciali nell’Africa settentrionale. La peculiarità di Gaeta fu l’eccezionale bilanciamento dei poteri, rappresentati tanto dal duca, quanto dall’aristocrazia e dalla voce del popolo.

Repubbliche Marinare prospettiva Ragusa

Noli – Forse la più particolare tra le Repubbliche Marinare. La fortuna economica e commerciale di Noli si legò strettamente all’andamento delle Crociate. Il porto, vista la sua posizione, divenne centrale per la costruzione navale e per il traffico marino diretto in Terrasanta. Nel 1202 Noli divenne a tutti gli effetti un protettorato genovese, mantenendo comunque una forte autonomia interna. La particolarità fu proprio questa: la dipendenza da Genova non permise a Noli di battere propria moneta né di fondare exclavi commerciali altrove. Col termine dell’esperienza crociata, finì anche il periodo d’oro della simpatica Noli.