Storia Che Passione
Luisa casati in un ritratto

La stravagante Marchesa Luisa Casati

La Marchesa Luisa Casati fu uno dei personaggi più iconici di quel periodo, collocato agli inizi del XX secolo, denominato ”Belle Epoque”. Il suo aspetto e la sua personalità travolgente catturarono l’attenzione di pittori e fotografi del tempo, rendendola un vero e proprio simbolo. Nacque a Milano, nel 1881, da una famiglia della media borghesia. All’età di 15 anni rimase orfana, insieme alla sorella Francesca. Pochi anni più tardi, nel 1900, sposò un ricco marchese, ma il matrimonio non andò in porto e nel 1914 i due si separarono. Dopo questo periodo inizia il a farsi conoscere dal panorama degli intellettuali italiani, arrivando a coltivare un rapporto personale con il celebre poeta: Gabriele d’Annunzio.

Luisa casati in un ritratto

Una riflessione che può aiutarci a farci un’idea di Luisa Casati è quella elaborata da Quentin Crisp, scrittore e attore: ”La Marchesa non voleva piacere, ma stimolare. Conosceva bene il Mondo e lo disprezzava. Per questo dava ai suoi ammiratori l’immagine di ciò di cui non si era mai immaginata capace: un essere immune da critiche e convenzioni.” I suoi tratti non corrispondeva all’ideale di bellezza italiana del XX secolo. La sua altezza considerevole e i suoi lineamenti spigolosi incutevano quasi timore all’osservatore.

Luisa Casati fotografata

La marchesa decise di accentuare i suoi tratti, tingendosi i capelli di rosso. Come vediamo nelle opere di Ignacio Zuloaga e Giovanni Boldini. Il suo obiettivo era quello di attirare l’attenzione, oltre che di rompere i canoni femminili. Luisa Casati stessa arrivò a dire che voleva essere un’opera d’arte vivente, aderendo di fatto al grande movimento esteta, che si faceva strada in Europa in quegli anni. Divenne la donna più eccentrica e radicale della Belle Époque, ritagliandosi uno spazio in questo grande panorama culturale popolato unicamente da uomini.

Luisa Casati si mette in posa

Un concetto legato all’estetismo novecentesco è una riflessione sulla figura del dandy, che fino a quel momento si era manifestata solo a partire da uomini. Se c’è stato qualche esempio di dandismo femminile, questo farà senz’altro capo alla Marchesa Casati.