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alleanza Sasanide-Ebraica immagine mappa Gerusalemme

La strana alleanza Sasanide-Ebraica e la conquista di Gerusalemme a scapito dei Romani

La Guerra romano-persiana fu un fenomeno di lunga durata che coinvolse diversi territori orientali tra il 602 ed il 628 d.C. Fra tutte le vicende avvenute in questi anni, ve n’è una abbastanza particolare: l’alleanza Sasanide-Ebraica. Conseguentemente ad una genialata strategica che tra poco analizzeremo, si impose il regno ebraico di Gerusalemme per ben 5 anni, dal 614 al 619 d.C.

Partiamo dal principio, o forse meglio dire dall’inizio della fine. I rapporti fra cristiani ed ebrei nei territori orientali non furono mai solo rose e fiori, anzi furono spesso l’esatto contrario. In particolare dal Concilio di Nicea (325 d.C.) e da Costantino che li definì come assassini del profeta e popolo deicida, si capì come le cose potevano andare solamente un modo: male.

I rapporti si incrinarono definitivamente dopo una rivolta repressa nel sangue nel 578. Dopo questo avvenimento le popolazioni ebraiche cominciarono a vedere sempre più di buon occhio i vicini Sasanidi. Mal comune, mezzo gaudio potremmo dire, e sia ebrei che persiani condividevano lo stesso male: l’Impero Romano nella sua veste orientale. Arriva ora la genialata strategica, come sopra definita.

L’autore fu l’imperatore persiano Cosroe II, che ebbe un’intuizione illuminante. Capì che gli ebrei nei suoi territori erano numerosissimi e decise di raggrupparli in un unico esercito. Il pesante compito fu affidato all’Esilarca Nehemiah ben Hushiel. Il neonato esercito ebraico di Persia contava ben 20.000 uomini e questi dovevano dare un forte segnale ai loro correligionari presenti nei territori romani mediorientali, sui quali Cosroe II aveva messo da lungo tempo gli occhi.

Forti di un esercito di uomini con cui condividevano la religione, gli ebrei di tali territori infatti insorsero. Il principio del divide et impera era rispettato e i Sasanidi riuscirono a sconfiggere Costantinopoli attaccando militarmente dall’esterno e causando problemi di ordine pubblico dall’interno. Arriviamo dunque a Gerusalemme, che subì l’assedio nel 614 e cadde in sole tre settimane in mani persiane, sotto l’abile guida del generale Sharbaraz.

Subito Cosroe II affidò la guida cittadina alla popolazione sua alleata e divise equamente il potere fra Nehemiah e Beniamino da Tiberiade. Quest’ultimo era un ricco ebreo del posto che organizzò un piccolo esercito locale per dare manforte agli invasori. Un altro tassello importante di un’operazione militare a dir poco ben fatta. Tale governo durò, come sopra detto, ben 5 anni, prima di lasciare il posto ad altre interessanti vicende storiche.