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La peste nera non bloccò la crescita demografica dell’Inghilterra

Sappiamo per certo che la peste nera letteralmente decimò la popolazione inglese a metà del XIV secolo. In città come Nottingham, per esempio, uccise più della metà degli abitanti. Per questo motivo finora si è sempre pensato che l’Inghilterra dell’epoca subì un netto calo demografico a causa dell’epidemia. Tuttavia un recente studio ha messo in discussione tale convinzione. Anzi, a quanto pare l’Inghilterra si riprese molto più velocemente del previsto.

Peste nera e calo demografico: ci fu davvero?

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Crediti foto: @Public domain

Lo storico Scott C. Lomax ha raccolto i dati di registri giudiziari, elenchi fiscali e resoconti archeologici della città di Nottingham. Con sua grande sorpresa ha scoperto che le città inglesi si erano riprese più rapidamente di quanto ipotizzato dall’epidemia di peste nera che devastò l’Inghilterra. Ciò anche grazie alle migrazioni e alle innovazioni economiche del periodo.

In un articolo pubblicato sulla rivista Continuity and Change, Lomax ha spiegato che esistono prove indicanti come dopo una notevole crescita demografica avvenuta fino al 1330, ecco che successivamente circa il 60% degli abitanti morì durante l’epidemia di peste nera del 1349.

Tuttavia a inizio del 1350 si assisté a notevoli fenomeni migratori, ripetutisi poi fra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, i quali riportarono inevitabilmente a una netta ripresa demografica.

Analizzando i dati Lomax ha scoperto che la città di Nottingham subì una netta espansione urbana a partire dalla seconda metà del XIV secolo, con una crescita sostanziale anche a inizio del XV secolo. E questo contraddice le narrazioni tradizionali che parlano di abbandono e declino della città.

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Crediti foto: @Medievalist.net

Il fatto è che, per anni, gli storici si sono basati soprattutto sui registri fiscali per stimare l’entità della popolazione urbana nell’Inghilterra medievale. Tuttavia questi dati offrono delle istantanee isolate, rendendo difficile capire quale fosse la tendenza demografica sul lungo periodo dopo la peste.

I registri fiscali, infatti, spesso sono incompleti e omettono gruppi numerosi, fra cui donne, bambini, gente che non lavorava ed evasori fiscali. Così Lomax ha deciso di non basarsi solamente sui registri fiscali. Alla sua analisi ha aggiunto i registri giudiziari e ha esaminato le indagini archeologiche medievali.

Lomax è così giunto alla conclusione che la popolazione di Nottingham, lungi dall’entrare in un persistente stato di decadenza costante dopo la peste nera, abbia vissuto in realtà diverse fasi di ripresa e crescita. Anzi: Nottingham iniziò a riprendersi dall’epidemia prima di quanto ipotizzato. Già a partire dal 1350 i registri dei tribunali indicano un notevole aumento dei nuovi arrivati. Molte di queste persone avevano cognomi comuni a livello locale, ciò indica come provenissero da villaggi e città circostanti.

Altre ondate migratorie si ebbero fra la fine del 1300 e l’inizio del 1400. Lomax ha poi anche contestato l’ipotesi secondo la quale vaste aree di Nottingham siano rimaste disabitate per generazioni dopo la peste. Precedenti studi avevano sostenuto come alcuni quartieri, soprattutto nella periferia orientale della città, fossero rimasti disabitati per parecchio tempo dopo l’epidemia.

Ma riesaminando sia i dati fiscali che i documenti legali, Lomax ha trovato indizi che lo hanno portato a credere che questi quartieri siano stati rioccupati prima di quanto precedentemente ipotizzato.

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Crediti foto: @Public domain

I registri catastali parlano chiaro: molte case abbandonate tornarono in uso alla fine del XIV secolo. E anche i registri fiscali indicano un aumento dei contribuenti in aree che si supponeva essere abbandonate. Nottingham, dunque, perde il carattere di luogo abbandonato post epidemia per assumere un’identità di luogo di adattamento e resilienza. Lomax è convinto che tale situazione potrebbe essersi verificata anche in altre città inglesi.