Capita, seppur di rado, di essere accusati di “laconismo“. Succede quando si dà una risposta secca e concisa, minimale, talvolta brusca. Una frase laconica può destare stupore e, perché no, anche del sincero fastidio. Ma immagino che pochissimi fra di voi si sono chiesti da dove derivasse il termine per descrivere questa tipologia di risposta verbale. Ebbene, parto col darvi qualche indizio: c’entrano gli Spartani e soprattutto il loro sistematico caratteraccio…

Per capire esattamente cosa sia il laconismo, esiste un aneddoto, a parer mio interessantissimo – e per questo centrale dell’intera narrazione – che riguarda Filippo II di Macedonia (il babbo di Alessandro Magno) e Sparta. A raccontarlo è nientemeno che lo storico greco-romano Plutarco, nel suo De garrulitate (Sulla loquacità, I-II secolo d.C.).
Plutarco narra di quando il re macedone, a metà del IV secolo a.C. discese in Grecia sottomettendo molte delle principali poleis. Vista la portata della campagna militare e gli obiettivi dichiarati, il sovrano rivolse le sue attenzioni a Sparta.

Tramite emissari, chiese se dovesse presentarsi in Laconia (la regione storica greca, coincidente con l’estremità meridionale del Peloponneso) come amico o come nemico. Un invito neppure troppo indiretto alla subordinazione lacedemone. Gli efori di Sparta, forti del loro orgoglio e del loro prestigio marziale, risposero con un laconico – per l’appunto – “nessuno dei due”.

Non finisce assolutamente qui, perché Filippo II, perdendo la pazienza, inviò un nuovo messaggio, questa volta più esplicito. Secondo Plutarco comunicò le seguenti intenzioni: “Vi consiglio di sottomettervi senza indugio, perché se porto il mio esercito nelle vostre terre, distruggerò le vostre fattorie, truciderò la vostra gente e raderò al suolo la vostra città”. Da Sparta giunse puntuale la risposta: un secchissimo “Se“.

Né Filippo II, né il suo celebre successore Alessandro, conquistarono in armi la città-stato di Sparta. Si limitarono ad isolarla economicamente e politicamente, ma la tutta la fierezza dell’invincibilità militare spartana (o presunta tale, come ben sappiamo), unita allo stile retorico laconico – minimalista, efficiente ed enfatico – si condensò in quel “Se” che Plutarco ci ha tramandato. La prossima volta che utilizzerete il termine “laconico”, lo farete con una certa cognizione di causa.




