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L’Assedio di Rodi, come una piccola isola resistette a due temibili generali

L’Assedio di Rodi è un esempio di tenacia e resilienza incredibile. Una piccola isola riuscì, almeno per un po’, a tenere testa a due temibili generali. Certo, probabilmente se non si fosse raggiunto un accordo, Rodi sarebbe stata spacciata, ma intanto i suoi difensori riuscirono a compiere l’impossibile.

La storia dell’Assedio di Rodi

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Crediti foto: @Edmund Ollier, Wikimedia Commons

Sappiamo che, dopo la morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a.C., i suoi ex generali, governatori e amici fidati iniziarono a contendersi il controllo dell’impero. Circa due decenni dopo la dipartita di Alessandro Magno, ecco che il potere sembrava essere saldamente ancorato nelle mani della famiglia degli Antigonidi, guidata da Antigono Monoftalmo e dal figlio Demetrio.

I due ormai controllavano la maggior parte dell’impero. Dopo la vittoria di Demetro sul rivale Tolomeo I a Cipro, avvenuta nel 306 a.C., ecco che padre e figlio si autoproclamarono re.

Per qualche motivo i due decisero poi di prendersela con Rodi. La quale, dal canto suo, era solamente una piccola isoletta sperduta nel Mar Egeo sud-orientale. Fino a quel momento la storia greca aveva abbastanza ignorato l’esistenza di Rodi. Alla fine del V secolo a.C. gli abitanti di Rodi, in precedenza divisi, riuscirono a fondare un’unica comunità. In quell’occasione costruirono la nuova città di Rodi, collocata sulla punta settentrionale dell’isola.

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La città sorgeva su diverse colline ed aveva ben cinque porti. Tecnicamente parlano, la posizione di Rodi era l’ideale lungo le rotte commerciali, ma per qualche motivo i Rodiani continuarono a essere considerati uno stato minore. Verso la fine del IV secolo, però, le cose cambiarono: Rodi era diventata una grande potenza commerciale e navale. Tanto che Rodi divenne il “banchiere” del Mediterraneo orientale. Alla morte di Alessandro Magno, i Rodiani riuscirono a liberarsi del controllo macedone, facendo della neutralità la loro bandiera.

Ma intorno al 306 a.C. la guerra bussò alle porte di Rodi. Questo perché l’isola, in realtà, era collocata in una posizione strategica fra Grecia, Siria ed Egitto. In particolare Rodi aveva stretto un forte legame con l’Egitto di Tolomeo, per via anche del commercio di grano. Il che diede sui nervi agli Antigonidi, in guerra con Tolomeo.

Rodi si ritrovò in mezzo a tale guerra e per un po’ riuscì a rimanere neutrale. Ma nel 306 a.C. si rifiutò di fornire navi a Demetrio, il quale intendeva combattere Tolomeo a Cipro. Così Antigono iniziò a prendere di mira le navi di Rodi, affermando di essere stato attaccato quando la flotta di Rodi si stancò del tiro al bersaglio contro di lei e iniziò a contrattaccare. Non vi ricorda una certa situazione attuale questa storia?

Comunque sia, Antigono colse l’occasione per ordinare a Demetrio di conquistare Rodi. L’isola aveva una flotta numerosa e un buon esercito, ma numericamente parlando non poteva essere alla pari con gli Antigoni. Considerate che la flotta i Rodi aveva 75 navi da guerra, mentre Demetrio salpò contro l’isola con più di 200 navi. Inoltre l’esercito di Rodi ammontava a circa 7mila unità, mentre Demetrio aveva a disposizione 40mila soldati.

Rodi era ben conscia di tale disparità di numeri. Così, all’arrivo di Demetrio, cercarono di fare il possibile per evitare la guerra. Consegnarono degli ostaggi e acconsentirono ad allearsi con Antigono. Tuttavia rifiutarono a Demetrio l’accesso ai porti. Così facendo, infatti, Demetrio avrebbe preso il controllo dell’isola. Tattica che, fra l’altro, Demetrio aveva attuato con successo con Atene. Rodi voleva scendere a compromessi con Demetrio, ma non poteva cedergli il controllo della città. Di nuovo: questa situazione non vi ricorda nulla?

Così alla fine la guerra scoppiò. Rodi cercò di prepararsi. Il governo offrì la libertà agli schiavi disposti ad arruolarsi come soldati. Poi espulse tutti gli stranieri residenti che non vollero unirsi alle forze di difesa. Alcune navi veloci iniziarono a saccheggiare le linee di rifornimento di Demetrio, mentre richieste di aiuto furono mandate ai nemici degli Antigonidi.

Nel 305 a.C. Demetrio arrivò a Rodi e iniziò ad attaccare i porti. Ma nonostante la disparità numerica, la città di Rodi era ben posizionata e fortificata. Entrambi gli eserciti iniziarono a dispiegare una serie assai variegata di macchine d’assedio e artiglieria. Catapulte e baliste facevano il loro lavoro posizionate sulle navi di Demetrio. Inoltre costruì anche delle torri d’assedio su diverse navi collegate fra di loro, in modo da superare le difese del porto.

Dal canto suo Rodi installò a sua volta macchine e artiglieria varia sulle difese del porto e sulle navi mercantili. Demetrio assaltò i porti dal mare per otto giorni. In effetti le sue macchine d’assedio riuscirono ad aprire una breccia, tanto che le truppe d’assalto provarono a espugnare le mura. Ma Rodi resistette. Demetrio allora ordinò un nuovo attacco, ma fu respinto dalle navi di Rodi.

Demetrio di nuovo ripartì alla carica con macchine più grandi, ma il maltempo le bloccò. E intanto i soldati di Rodi si ripresero il porto. Riuscendo a mantenere aperti i porti, poterono anche ricevere rinforzi e rifornimenti sotto forma di 150 soldati da Cnosso a Creta e 500 da Tolomeo.

A questo punto Demetrio prese di mira le mura sulla terraferma, utilizzando l’elepoli, una torre di assedio leggendaria e altissima. Rodi dovette così creare nuovi fortificazioni dietro le mura, continuando poi a saccheggiare le linee di rifornimento degli Antigonidi. Tuttavia le macchine di Demetrio riuscirono a demolire le fortificazioni. L’esercito di Rodi decise allora di lanciare un’incursione notturna, appiccando il fuoco alla torre d’assedio. Ciò costrinse Demetrio a ritirarla dal campo.

Intanto arrivarono altri 1.500 soldati da parte di Tolomeo, ma Demetrio continuava ad attaccare e Rodi cercava disperatamente di resistere. A questo punto, però, Demetrio cambiò tattica. Visto che con i numeri e la forza bruta non riusciva a sfondare, ecco che di notte inviò 1.500 uomini ad arrampicarsi silenziosamente sulle mura, lungo una delle brecce create. Nel frattempo ordinò al resto delle truppe di distrarre i difensori attaccando in più punti.

Effettivamente la manovra andò a buon fine. Demetrio aveva delle truppe infiltrate in città e che controllavano alcune zone. Il che gettò Rodi nella confusione. Tuttavia i generali della città non si fecero scoraggiare. Ordinarono ai difensori di rimanere ai loro posti, inviando poi le truppe tolemaiche a stanare gli uomini di Demetrio. Visto che i difensori non cedettero, alla fine gli uomini di Demetrio furono isolati e sconfitti.

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Crediti foto: @Louis de Caulery

Demetrio continuò ad assaltare la città, ma nel 304 a.C. Antigono decise che si era stufato di questo infinito assedio. Ordinò così a Demetrio di cercare di trovare un accordo con Rodi. Nel frattempo anche Tolomeo suggerì alla città di cercare di ottenere il miglior accordo possibile. Questo perché, nonostante la tenacia e la bravura dei difensori, era chiaro che Rodi non avrebbe potuto resistere ancora a lungo.

Finalmente un accordo fu raggiunto. Rodi avrebbe dovuto consegnare ostaggi e allearsi con Antigono. Tuttavia la città era esentata dal dover combattere contro Tolomeo. Demetrio, invece, non avrebbe presidiato Rodi e non avrebbe ricevuto tributi. Poco cambiò, dunque, dalle proposte fatte a inizio guerra. Se le due parti avessero accettato l’accordo sin dall’inizio, molte vite sarebbero state risparmiate.

Ah, per celebrare la salvezza dell’isola, Rodi eresse nel porto un’imponente statua dedicata al dio del sole Helios. Il Colosso di Rodi sorgeva proprio sul porto ed era così grande che divenne una delle Sette Meraviglie del Mondo. Solo che poi ad un certo punto scomparve. Ma questa è un’altra storia.