Storia Che Passione
L'11 aprile 1954, il giorno più noioso della storia

L’11 aprile 1954, il giorno più noioso della storia

L’idea che possa esistere il “giorno più noioso della storia” è di per sé affascinante, lo ammetto. Eppure, dietro quella che sembra una curiosità da rotocalco, si nasconde una riflessione molto più complessa sul significato stesso di “storia” e sul modo in cui scegliamo di misurare l’importanza degli eventi. Il caso più celebre di questa bizzarra ricerca risale al… 26 novembre 2010! Vi ho stupiti, eh. Dai che non ve l’aspettavate. Riponendo in un angolo la mia ironia da quattro soldi, in quel novembre di 15 anni fa, i giornali di mezzo mondo riportarono la notizia che domenica 11 aprile 1954 era stato “il giorno più noioso della storia umana”.

L'11 aprile 1954, il giorno più noioso della storia

A giungere a tale conclusione fu William Tunstall-Pedoe, un ingegnere informatico britannico specializzato in intelligenza artificiale. Il suo progetto, True Knowledge – un motore di ricerca “semantico” capace di ragionare sulle informazioni invece di limitarsi a elencarle – aveva analizzato oltre 300 milioni di notizie storiche, biografiche e culturali.

Interrogato sulla data in cui fossero accadute meno cose “degne di nota”, il sistema rispose senza esitazione: 11 aprile 1954. Quel giorno, secondo l’algoritmo, non si verificarono né grandi tragedie né conquiste memorabili; non nacquero futuri personaggi celebri, né morirono figure di rilievo. In apparenza, insomma, una domenica completamente priva di importanza.

Ma un’affermazione del genere, per quanto suggestiva, regge solo se si adotta un’idea strettamente cronachistica della storia. Una concezione per cui si riduce il passato a una sequenza di eventi eccezionali, cancellando tutto ciò che avviene nel silenzio quotidiano. E infatti, scavando appena un po’, ci si accorge che l’11 aprile 1954 non fu affatto privo di contenuti.

11 aprile 1954 noia ritratto

Quella domenica, per esempio, si svolsero delle rilevanti elezioni politiche in Belgio: vinse un partito d’opposizione, con conseguenze importanti sulla successiva formazione del governo e sugli equilibri interni del Paese. In campo sportivo, si corse la celebre Parigi-Roubaix, una delle più dure e spettacolari classiche del ciclismo mondiale. E se sul piano internazionale non si registrarono rivoluzioni, guerre o crisi planetarie, ciò non significa che il mondo fosse immobile. I processi politici, sociali e culturali che attraversavano gli anni ’50 (ad esempio la ricostruzione postbellica, l’incedere della Guerra Fredda, la decolonizzazione) proseguivano silenziosamente anche in quella “anonima” domenica di primavera.

Perfino la scelta di considerare le nascite e le morti illustri come parametri di rilevanza storica risulta discutibile. Tra i nati dell’11 aprile 1954, ad esempio, figurano il biologo britannico Ian Redmond, noto per il suo impegno nella tutela dei gorilla di montagna, e l’ingegnere turco Abdullah Atalar, futuro rettore della Bilkent University di Ankara. Nessuno può escludere che, in un futuro più o meno lontano, una persona nata quel giorno possa compiere qualcosa di straordinario. La storia, dopotutto, è una materia viva, e il suo significato cambia col passare del tempo.

11 aprile 1954 noia Van Gogh

Il vero limite del “giorno più noioso” sta nel modo in cui il concetto di evento storico viene ridotto a una questione di “visibilità”. La storia, invece, non è fatta solo di date e di fatti isolati, ma anche di processi di lunga durata, per dirla con Fernand Braudel: mutamenti economici, trasformazioni culturali, lente evoluzioni della mentalità collettiva. Fenomeni che non possono essere fissati in un giorno preciso, ma che rappresentano l’essenza profonda del tempo storico. Pensiamo, ad esempio, alla Rivoluzione industriale, alla migrazione italiana tra Ottocento e Novecento, o alla graduale emancipazione femminile nel XX secolo. Nessuno di questi processi ha un inizio o una fine esatta, eppure hanno cambiato la vita di milioni di persone più di molti “eventi epocali”.

A volerla dire tutta, possiamo ritenere l’intera vicenda del “giorno più noioso della storia” una brillante trovata pubblicitaria. Tunstall-Pedoe, con grande acume, capì che un’affermazione del genere avrebbe attirato la curiosità dei media, e così fu. Il suo algoritmo divenne famoso e diede visibilità al progetto True Knowledge, poi confluito nel sistema Evi, oggi parte integrante dell’assistente vocale Alexa di Amazon.