Forse, e ripetiamo forse, dovremmo modificare gran parte delle cartine presenti nei libri di storia antica. Sì, perché la scoperta avvenuta pochi giorni fa in Scozia è a dir poco “rivoluzionaria”. Gli archeologi hanno ritrovato un’antica strada romana all’interno di un cottage del XVII secolo, che un tempo fungeva da locanda per forestieri e mandriani locali. Qui di seguito cercheremo di spiegare, avvalendoci delle informazioni riportate dallo stesso team di ricerca scozzese, in che modo tale ritrovamento potrebbe cambiare la narrazione della storia inerente alle incursioni romane in terra caledone.
La strada romana in questione risalirebbe al I secolo dopo la nascita di Cristo. A costruirla fu l’esercito romano sotto il generale Gneo Giulio Agricola, il quale tra il 78 e l’85 d.C. (salvo un periodo di probabile “soggiorno” in Irlanda, del quale vorremmo parlarvi prima o poi) si impegnò in numerose operazioni militari in direzione nord. L’anno cardine in tal senso è l’83 d.C., in cui iniziarono i primi scontri con le popolazioni caledoni stanziate a settentrione del fiume Forth.
Proprio il Forth ci ricollega al presente e alla scoperta archeologica. Sembra infatti che l’antica via che passa non lontano da Stirling (antica capitale del Regno di Scozia) collegasse i territori del governatorato romano a sud con un guado attraverso il quale si poteva oltrepassare il fiume Forth. E la cosa ancor più sorprendente – che se confermata all’unanimità cambierebbe davvero la nostra percezione storica a riguardo – è il fatto che la strada sarebbe poi stata utilizzata in diverse occasioni fino al III secolo d.C. Per intenderci, i legionari fedeli ai vari imperatori Antonini, giungendo fino a Settimio Severo (146-211 d.C.), marciarono lungo questo collegamento stradale a nord del Vallo Antonino.
La BBC è stata rapida nel riportare la notizia nonché la prima, in ordine di tempo, a pubblicare tutti i dettagli inerenti alla scoperta. Tra questi non possiamo ignorare le parole dei diretti interessati. Essi non si fanno troppi problemi a definire questa come “la strada più importante della storia scozzese“. Murray Cook, archeologo responsabile degli scavi, ha commentato così il ritrovamento: “La strada cessò di essere manutenuta dopo che i romani se ne andarono. Quindi divenne una cavità erosa e ciò che abbiamo trovato è la superficie erosa della strada…”.
Egli, in riferimento al fatto che la strada, seppur conoscendo deviazioni di tragitto e in generale una totale mancanza di manutenzione, prosegue nel dire: “Camminare letteralmente dove sono passati Wallace e Bruce, per non parlare dei romani, dei Pitti e dei Vichinghi, è sorprendente.” – mentre la proprietaria della locanda aggiunge: “È incredibile pensare che personaggi del calibro di Guglielmo il Conquistatore e Re Enrico VIII abbiano attraversato il luogo in cui si trova ora il nostro giardino. Non molte persone possono dirlo“.
Questa strada di origine romana ha permesso l’attraversamento strategico della regione (fino alle Highlands scozzesi) lungo epoche storiche diverse tra loro. La sensazionalità della scoperta è sotto gli occhi di tutti ed è giustificata l’emozione generale che ha suscitato nell’animo degli appassionati.