Gli archeologi hanno finalmente scoperto l’identità di due relitti che si trovano al largo della costa caraibica del Costa Rica. Non sono navi scappate dall’immaginaria Isla Nublar (ogni volta che si nomina il Costa Rica, la mente va subito a Jurassic Park), bensì si tratta di navi negriere danesi affondate in mare più di tre secoli fa.
Cosa sappiamo dei relitti del Costa Rica?

A dire il vero il ritrovamento dei relitti di queste navi risale a molto tempo fa. Era l’inizio del XIX secolo e un pescatore avvistò i resti delle navi al largo della costa del Parco Nazionale di Cahuita. Per parecchio tempo si pensò a navi affondate durante la guerra, forse anche navi pirata. Tuttavia, una scoperta risalente al 2015, fece sorgere qualche dubbio. Fra i relitti, infatti, spiccavano degli strani mattoni gialli. Così gli archeologi hanno ricominciato a interrogarsi sia sulla provenienza delle navi, sia sul tipo di carico trasportato.
Facendola breve, i ricercatori risalirono all’origine dei mattoni gialli. Erano prodotti a Flensburg, in Germania, dal XVIII al XIX secolo. Solitamente questi mattoni erano prodotti su ordine della Danimarca, la quale li usava sia in patria che nelle colonie. Cercando fra i documenti storici, poi, saltò fuori che due navi negriere danesi erano scomparse nei Caraibi nel 1710. Le due navi erano la Fridericus Quartus, distrutta da un incendio e la Christianus Quintus, la quale finì alla deriva per non si sa quale motivo.
Si arriva così al 2023 quando i ricercatori danesi del Museo Nazionale e del Museo delle Navi Vichinghe in Danimarca hanno organizzato degli scavi subacquei, in modo da verificare che i due relitti corrispondessero alle suddette navi.
Durante questi scavi sottomarini hanno potuto anche recuperare diversi manufatti e reperti, fra cui pezzi di legno carbonizzato (forse da un incendio), tubi di argilla e altri mattoni gialli. Tramite ulteriori analisi, stabilirono che il legname proveniva da alberi abbattuti fra il 1690 e il 1695 nella zona baltica europea. Fra l’altro questa zona si sa aver fornito legname ai costruttori navali danesi dell’epoca.
Inoltre l’argilla dei mattoni arrivava dalla Danimarca meridionale e la tecnologia usata per realizzarli era simile a quella usata dai danesi nel XVIII secolo. Costoro, infatti, imitavano le tecniche adottate dai tedeschi di Flensberg.

Sommando tutti i dati, gli archeologi hanno emesso il loro verdetto: quei relitti appartengono alle due navi negriere danesi scomparse. Ma gli esperti sono andati oltre e unendo tutti i puntini hanno fornito un probabile resoconto di quell’ultimo viaggio. In teoria le navi dovevano compiere una tratta in tre tappe, partendo da Copenaghen e arrivando in Africa occidentale, per poi partire alla volta del Costa Rica.
Il viaggio non fu scevro da difficoltà varie. Per esempio, secondo quanto testimoniato sui documenti danesi, l’equipaggio della Fridericus Quartus si ribellò al capitano durante il viaggio dal Ghana alla colonia olandese di St. Thomas.
Intimoriti dal possibile ammutinamento e perso l’orientamento a causa di alcuni errori di navigazione, ecco che i capitani di tutte e due le navi decisero di attraccare in Costa Rica, sperando di risolvere la situazione.

Tuttavia le imbarcazioni finirono con l’arenarsi dalle parti del distretto di Cahuita, il che peggiorò le cose. L’equipaggio, già in forte tensione per via dell’ammutinamento, aveva paura di essere attaccato dai pirati e/o dalle popolazioni indigeni locali.
Gli animi si surriscaldarono sempre di più e quella che era iniziata come una ribellione divenne un ammutinamento vero e proprio. Alla fine, fra incendi, navi alla deriva e ammutinamento, fra le due navi ci furono circa 650 sopravvissuti, fra fui figuravano sia marinai danesi che schiavi africani.