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Foto del giorno: Surtsey, il vulcano nato dal nulla

Fotografia del NOAA, isola vulcanica di Surtsey, 1963. Nella foto potete ammirare la devastante potenza dell’eruzione dell’isola vulcanica di Surtsey del 1963. Isola che, fino a qualche giorno prima, non esisteva. Ma non è questa l’unica particolarità di questa drammatica esplosione vulcanica: l’eruzione, infatti, andò avanti dal 1963 al 1967.

La nascita improvvisa dell’isola vulcanica di Surtsey

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Crediti foto: @NOAA, Public domain, via Wikimedia Commons

Surtsey è un’isola vulcanica che ancora oggi è visibile al largo della costa meridionale dell’Islanda. Il fatto è che fino al 1963 qui non c’era nessunissima isola. L’isolotto vulcanico, infatti, emerse in superficie solamente il 14 novembre 1963. Anche se, probabilmente, l’eruzione era iniziata qualche giorno prima, a 130 metri di profondità sotto il livello del mare. Questa eruzione andò avanti almeno fino al 1967, quando l’isola raggiunse la sua estensione massima di 2,7 km².

Successivamente vento e onde hanno eroso la superficie e adesso l’isola è molto più piccola. Questo vulcano è praticamente comparso dal nulla. Sembra la trama di un film catastrofico, ma è quanto avvenuto sul serio nel 1963, al largo delle coste d’Islanda. Ad oggi sappiamo che le eruzioni sottomarine che hanno condotto alla formazione di Surtsey fanno parte del sistema vulcanico sottomarino noto come Vestmannaeyjar, il quale a sua volta fa parte della Dorsale Medio Atlantica.

Ma cosa successe in quel 1963? Erano le 7:15 del 14 novembre 1963 e il cuoco di un peschereccio che stava navigando al largo dell’arcipelago Vestmannaeyjar, vide qualcosa di anomalo a sud-ovest dell’imbarcazione. Una colonna di fumo scuro si levava laddove, in teoria, non doveva esserci nulla. I marinai pensarono subito che ci fosse un’altra imbarcazione in fiamme, così si avvicinarono per prestare soccorso.

Immaginate il loro stupore (e la paura) quando si resero conto che tutto quel fumo nero arrivava da una serie di eruzioni vulcaniche esplosive sottomarine che lanciavano in aria colonne di polvere e fumo nero. Forse i marinai non si aspettavano un’eruzione, ma qualche segno che qualcosa non andava in zona c’era stato nei giorni precedenti. Una settimana prima, infatti, un sismografo di Reykjavik aveva registrato alcune oscillazioni, ma senza capire da dove provenissero. Due giorni prima dell’eruzione, poi, un vascello per le ricerche marine aveva notato che il mare in quella zona era di 2,4°c più caldo rispetto al solito.

Gli abitanti della città costiera di Vi i Myrdal, a circa 80 km di distanza, col senno di poi collegarono quello strano odore di acido solfidrico che si percepiva da qualche giorno all’imminente eruzione.

Comunque sia, alle 11,00 del 14 novembre la colonna eruttiva era alta ormai 8-9 km. Inizialmente le eruzioni arrivavano da tre diverse fratture del fondale. Tuttavia, nel pomeriggio, le fratture si erano ormai unificate, formandone una singola. Nel corso delle settimane successive si susseguirono continue esplosioni. Dopo pochi giorni, in pratica, era nata una nuova isola, lunga più di 500 metri e alta 45 metri. Visto che però ormai l’eruzione avveniva tutta in un unico punto, ecco che l’isola iniziò ad assumere un aspetto più arrotondato. Il 24 novembre l’isola era lunga poco meno di 1 km e larga 650 metri. Era tutta formata di roccia vulcanica.

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Crediti foto: @Public domain, via Wikimedia Commons

Certo, il mare erodeva di continuo tale roccia, ma visto che l’eruzione continuava imperterrita ad andare avanti, ecco che in realtà l’isola continuava a ingrandirsi. Il tutto corredato da rocce che le eruzioni esplosive lanciavano a chilometri di distanza e colonne di ceneri vulcanica alte anche 10 km.

A inizio del 1964, poi, l’altezza dell’isola vulcanica era arrivata al punto che l’acqua non poteva più arrivare a erodere le bocche eruttive. Complice anche la riduzione dell’attività esplosiva, ecco che l’eruzione si trasformò in grosse colate e fontane di lava. Ciò creò uno strato roccioso maggiormente resistente alle erosioni. Tali eruzioni effusive andarono avanti sino al 1965: l’isola aveva ormai una superficie di 2,5 km².

Ma non era finita qui. Se nel 1965 l’attività sull’isola principale diminuì, ecco che a maggio partì un’eruzione al largo della costa settentrionale. E sì, si formò anche qui un nuovo isolotto, chiamato Syrtlingur o “Piccola Surtsey”. Solo che quando le eruzioni finirono, il mare erose rapidamente l’isolotto che scomparve l’autunno dello stesso anno.

Ma a dicembre, a sud-ovest dell’isola principale, iniziò un’altra attività vulcanica. Questa volta chiamarono l’isolotto che si formò Jolnir, uno dei nomi di Odino. A causa della continua alternanza fra erosione ed eruzioni, l’isolotto in questione, nel corso dei mesi successivi, crebbe e sparì diverse volte. A volte c’era e a volte no. Ma anche lui scomparve definitivamente nel 1966, quando la sua attività vulcanica cessò. Tuttavia l’eruzione diede un ultimo colpo di coda nell’agosto del 1966, questa volta di nuovo sull’isola principale. L’eruzione finì poi del tutto il 5 giugno 1967. Da allora il vulcano è inattivo e l’isola è ora un po’ più piccola, a causa dell’erosione.

surtsey vulcano
Crediti foto: @Photo by Richie Williams, 1966 (U.S. Geological Survey), Public domain, via Wikimedia Commons

Dal 1965 Surtsey è una riserva naturale, sito per lo studio della colonizzazione da parte di una popolazione esterna. Attualmente solamente un ristretto gruppo di scienziati ha il permesso di atterrarvi. Tutti gli altri si devono accontentare di vederla sorvolandola con piccoli aerei. Inoltre dal 2008 è Patrimonio dell’umanità UNESCO.

Piccole note di biologia: flora e fauna sono presenti sull’isola. Specie alofile si svilupparono sull’isola sin dal 1965, mentre i muschi arrivarono nel 1967 e i licheni nel 1970. Una ventina di piante cercò di svilupparsi qui, ma solamente una decina ce l’hanno fatta. Anche perché il terreno è estremamente povero di nutrienti. Per il primo arbusto bisogna aspettare il 1998. Ma nuove specie continuano ad arrivare, bisogna vedere però quante riescono davvero ad attecchire.

Per quanto riguarda la fauna, abbiamo diversi uccelli che iniziarono a nidificare sull’isola tre anni dopo la fine delle eruzioni. Abbiamo fulmari, urie, gabbiani e pulcinelle di mare. Inoltre qui approdano anche diversi uccelli migratori, soprattutto cigni selvatici, oche e corvi.

Infine, un piccolo aneddoto curioso. Nel 1963 tre intraprendenti (e incoscienti) giornalisti francesi riuscirono ad atterrare sull’isola. In realtà vi rimasero solo un quarto d’ora: le violente esplosioni che si susseguirono li convinsero a sloggiare ben presto. Tornati a casa i giornalisti annunciarono, scherzando, che l’isola apparteneva alla Francia visto che dei francesi erano stati i primi a mettervi piede. Ma l’Islanda li bloccò subito: scherzo o no, affermò che la nuova isola era chiaramente islandese visto che si trovava nelle acque territoriali dell’Islanda.