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albero natale trafalgar square

Foto del giorno: il primo albero di Natale di Trafalgar Square

Fotografia del Riksarkivet (Archivi nazionali della Norvegia), Londra, Regno Unito, 18 dicembre 1947. Nella foto potete ammirare il primo albero di Natale di Trafalgar Square, la cui storia coinvolse Ian Fleming (il creatore di James Bond), un re in esilio e anche alcuni coraggiosi marinai norvegesi.

La curiosa nascita della tradizione dell’albero di Natale di Trafalgar Square

albero natale trafalgar square
Crediti foto: @Riksarkivet (Archivi nazionali della Norvegia), Public domain, Wikimedia Commons

Nella foto potete ammirare il primo albero di Natale di Trafalgar Square. Forse lo scatto non rende bene l’idea, ma l’albero era alto 15 metri. Decorato con 300 candele, una stella in cima e strisce d’argento, ecco che il Dipartimento del Carburante concesse un’esenzione speciale affinché l’albero potesse essere illuminato elettricamente. Questo perché in teoria non rientrava nella categoria “business”, ma in quella “beneficenza”.

E pare che una volta illuminato, una folla di circa mille persone rimase in soggezione dinanzi a esso. Fra l’altro questa foto proviene dall’archivio dell’Associazione Norvegese del Turismo, il quale comprende un album fotografico che documenta tramite foto e ritagli di giornale i primi due anni dell’albero di Natale norvegese a Londra. L’album fu un regalo a Per Prag per il suo 75esimo compleanno (avvenuto nel 1985) e, successivamente, fu donato all’Archivio Nazionale Norvegese.

La storia della genesi di quest’albero è alquanto curiosa. Sin dal 1947 un albero di Natale è abbattuto in una foresta fuori Oslo, trasportato fino a Londra e poi innalzato e decorato a Trafalgar Square.

Tutto iniziò però un po’ prima, nell’aprile del 1940, quando, in piena Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi invasero la Norvegia. Re Haakon e suo figlio, il principe ereditario Olav, insieme al governo norvegese, riuscì comunque a fuggire, arrivando nella città di Molde, sulla costa occidentale. La cittadina era stata pesantemente bombardata e devastata dagli incendi.

Contemporaneamente il capitano Pegram, comandante della HMS Glasgow, aveva ricevuto l’ordine di recarsi a Molde per imbarcare il re, il principe ereditario, il governo norvegese e anche un po’ di oro che si erano portati appresso.

La banchina di Molde era praticamente distrutta, ma l’imbarcazione riuscì comunque nell’impresa di attraccare e imbarcare tutti quanti, oro compreso (circa 23 tonnellate). Ovviamente i tedeschi non stettero a guardare.

Un Heinkel, a bassa quota, provò a bombardare il Glasgow, ma i cannonieri dell’incrociatore riuscirono a respingerlo. Il Glasgow così poté allontanarsi dalla cittadina, ma dovette navigare al buio. L’ufficiale di rotta dovette orientarsi usando solamente una carta nautica, una bussola e un cronometro.

Il Glasgow riuscì a sbarcare più a nord i suoi regali passeggeri, salvo poi andare a Greenock, in Scozia, per scaricare l’oro che fu poi conservato presso la Banca d’Inghilterra.

re haakon e il principe olav
Crediti foto: @Henrikaamodt, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

A inizio giugno, però, rendendosi conto che la Norvegia era ormai perduta, ecco che il re e l’erede dovette rassegnarsi a fuggire in Gran Bretagna, imbarcandosi questa volta sula HMS Devonshire. Ormai al sicuro, anche se in esilio, le forze norvegesi presenti in UK iniziarono a riorganizzarsi per riappropriarsi della Norvegia. Fra coloro che erano interessati a ciò che i norvegesi stavano facendo c’era anche Ian Fleming.

Il creatore di James Bond, infatti, nel 1939 era entrato a far parte dell’Intelligence Navale, diventando assistente personale dell’Ammiraglio John Godfrey, il Direttore della DNI. Fleming aveva diversi incarichi importanti, fra cui spiccava anche il coordinamento delle operazioni clandestine MTB. Si trattava delle incursioni VP (Punti Vulnerabilità) nella Norvegia occupata dai tedeschi.

Queste operazioni miravano a interrompere le linee di rifornimento nemiche, a minare i canali e le vie d’acqua della Norvegia occidentale, a silurare le navi nemiche, ad attaccare motovedette e posti di guardia, a confondere le difese costiere, a rubare equipaggiamenti, a distruggere avamposti nemici, a sottrarre codici e documenti e infine anche a cattura prigionieri in modo da poterli interrogare.

In particolare, la 30a flottiglia MTB, operante nelle Shetland, era solita effettuare tali incursioni di notte. Condizioni meteo permettendo, si intende. Così la mattina del 26 novembre 1942, cinque motoscafi MTB di Classe D, pesantemente armati (soprannominati Dog-Boats), partirono da Lerwick, nelle Shetland, in direzione della Norvegia.

Nonostante i venti, il freddo e il mare agitato, riuscirono ad arrivare a destinazione. Due imbarcazioni cercarono obiettivi nella zona di Flora, mentre altre due pattugliavano al largo di Askvoll, silurando e affondando due navi nemiche.

Intanto la MTB 626 e la MTB 651, comandate dal Tenente Bogeberg, si diressero verso un’isola a sud di Bergen, per nascondersi. Conoscendo bene la zona, ad aiutare a mantenere la rotta fu Mons Klubben, un marinaio estremamente estroverso e benvoluto che era scappato in Gran Bretagna nel 1941 per arruolarsi nella Marina Reale Norvegese.

Il Maggiore Fynn RM (Fynn Force) e il Tenente Risnes (10° Commando), una volta arrivati sull’isola, si occuparono di posizionare guardie armate come sentinelle. Nel frattempo gli equipaggio disalberavano e mimetizzavano le imbarcazioni con le reti.

L’idea di Fynn era quella di effettuare una ricognizione in zona per preparare l’Operazione Cartoon. Si trattava di un raid mirato volto a distruggere le miniere di pirite sull’isola di Stord, vicino a Leirvick.

Così, la mattina successiva, grazie anche all’aiuto di gente del posto, Fynn partì a bordo di un battello postale. Spoileriamo che l’Operazione Cartoon fu un successo nel gennaio 1943, tanto che Fynn ottenne poi la Croce di Guerra.

Intanto Klubben, da quel vulcano di idee che era, suggerì che sarebbe stata una cosa carina “liberare” un paio di alberi di Natale dall’isola in modo da regalarli a re Haakon a Londra. Così i marinai presero due alberi, li caricarono a bordo e, finita la missione, tornarono a Lerwick.

Quello che accadde dopo lo sappiamo grazie al racconto del comandante “Ned” Denning RN, il quale successivamente sarebbe diventato direttore dell’Intelligence Navale. In pratica un po’ prima di Natale ebbero l’occasione di riportare dalla Norvegia un agente norvegese che operava lì.

Arrivò a seguito di un viaggio avventuroso e così Ian Fleming suggerì che sarebbe stato bello offrirgli una cena di prima classe e una serata fuori città. Così Fleming organizzò tutto al Savoy, fornendo parte del cibo allo chef. In tempo di guerra riuscire a organizzare una cena del genere era una cosa molto rara. Alla cena erano presenti Ned stesso, Ian, il comandante Welsh, l’agente e due o tre norvegesi. Alla fine della cena salirono poi su due jeep, scoprendo che fra l’attrezzatura che l’agente si era portato appresso c’erano due alberi di Natale.

L’agente ammise, con un po’ di imbarazzo, di averli portati con sé di nascosto, con l’intenzione di regalarne uno al re. A quel punto Ian suggerì che sarebbe stato un bel gesto erigere l’altro a Trafalgar Square.

E così fu: legarono l’albero a una balaustra sul lato nord. Ovviamente non c’erano lucine, ma solo un paio di razzi aerei che fornivano un minimo di illuminazione. Ci fu poi un tripudio di brindisi e pare che il re Haakon si commosse quando gli regalarono l’albero di Natale.

albero natale
Crediti foto: @Riksarkivet (Archivi nazionali della Norvegia), Public domain, Wikimedia Commons

Da allora il regalo di un albero di Natale prelevato dal suolo norvegese divenne una sorta di tradizione per i norvegesi, tradizione che continuò per tutto il resto della guerra. Arriviamo così al 1947 quando re Haakon, ormai tornato in patria, per dimostrare la sua gratitudine per l’ospitalità offertagli dalla Gran Bretagna durante il suo esilio, ordinò di inviare a Londra un albero di Natale.

E da allora ogni anno la Norvegia spedisce un albero di Natale a Londra, il quale viene eretto proprio a Trafalgar Square. Per tradizione, la cerimonia dell’accensione dell’albero avviene ogni anno il primo giovedì di dicembre. Di solito l’albero è un abete rosso norvegese, un Picea abies, alto più di 20 metri e di almeno 50-60 anni. Al suo posto, poi, viene sempre ripiantato un nuovo alberello.