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Foto del giorno: Catena Baltica

Foto del giorno: Catena Baltica

Fotografia dell’AP Photo, Lituania, 23 agosto 1989. Le mani di oltre due milioni di persone si stringono per formare una linea umana ininterrotta lunga circa 675 km. Questa parte da Tallin, tocca Riga e raggiunge Vilnius; sono le tre capitali dei Paesi Baltici, all’epoca ancora repubbliche socialiste sovietiche. L’evento di protesta passerà alla storia come “Catena Baltica” e avrà un impatto di rilievo sul successivo processo d’indipendenza intrapreso congiuntamente da Estonia, Lettonia e Lituania.

Foto del giorno: Catena Baltica

Il Patto Molotov-Ribbentrop, che cadeva non a caso il 23 agosto ma del 1939, aveva sancito la spartizione dell’Europa orientale in sfere d’influenza. Una a guida sovietica, l’altra sotto l’egida nazionalsocialista. Mosca inglobò forzosamente le Repubbliche baltiche, né russofone, né slave, né culturalmente russe (benché la sovranità dell’autocrate di tutte le Russie ricadde su di loro dal XVIII secolo fino al 1917).

Alla fine degli anni ’80, quello dei Paesi Baltici era una caso unico in Europa: si trattava dell’unica area nel continente sotto formale occupazione straniera (sovietica). Malgrado il lento ma visibile declino dell’URSS, il gigante comunista non sembrava voler cedere completamente. Prima ancora del muro di Berlino, a innescare la crisi furono i Baltici.

Catena Baltica Estonia

La storiografia si riferisce agli eventi che dal 1987 al 1991 condussero al compimento dell’indipendenza estone, lettone e lituana come “Rivoluzione cantata“. Questo perché i cittadini baltici, dove il nazionalismo aveva fatto breccia nella quasi totalità della popolazione, erano soliti cantare i propri inni nazionali durante le manifestazioni pubbliche come forma di protesta verso il regime sovietico e, cosa più importante, come simbolo del volere popolare, indipendente e democratico.

A cinquant’anni di distanza dagli accordi Molotov-Ribbentrop, due milioni di persone si organizzarono per dare vita alla “Catena Baltica”. Una delle più grandi dimostrazioni di unità nella storia umana. Un quarto dell’intera popolazione baltica scese in strada, sventolando le bandiere antebelliche, brandendo mazzi di fiori e cantando gli inni nazionali. A coordinare la Catena Baltica furono i principali partiti indipendentisti di ogni Paese. Il Rahvarinne in Estonia, il Tautas Fronte in Lettonia e il movimento Sajūdis in Lituania. I comitati regionali contribuirono alla meticolosa pianificazione, informando i cittadini – anche attraverso radio clandestine.

Catena Baltica Lettonia

Mihail Gorbacëv, Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, disapprovò l’evento. Eppure il Cremlino non fece nulla per impedirlo. Nei primi mesi del 1990 la Lituania dichiarò l’indipendenza. Seguirono a ruota Estonia e Lettonia.