Storia Che Passione

Foto del giorno: andare a scuola

Fotografia di Franco Gremignani, fiume Panaro, Guiglia (MO), 31 marzo 1959. A 14 anni dal termine del secondo conflitto mondiale, il ponte sul Panaro – fiume che sorge nella porzione modenese dell’Appennino tosco-emiliano e che confluisce nel Po, a ovest di Ferrara – non è ancora stato ricostruito. I bambini, che pur sempre a scuola devono andarci, attraversano il corso d’acqua in questo modo: grazie ad una fune, delle carrucole e una certa dose di intraprendenza.

Foto del giorno: andare a scuola

Lo scatto di Franco Gremignani (ma che alcuni attribuiscono a Tito Petrelli) fu emblematico della condizione socio-economica dell’Italia di allora. Un Paese che se da un parte viveva gli anni del boom, dall’altra continuava a risentire dei danni causati dalla guerra. Una nazione ancora povera, ma in ripresa e per questo speranzosa.

Un futuro migliore che si poteva raggiungere solo con tanto ingegno e, permettetemi di dire, questo sistema di comunicazione da una sponda all’altra del fiume Panaro ne era un gran esempio.

scuola fiume Panaro carrucole

La guerra in Italia, così come in ogni altro angolo d’Europa, aveva causato danni elevatissimi, talvolta irreparabili, a infrastrutture e edifici pubblici. Vie di comunicazioni fra paesi e città completamente recise, grandi autostrade inagibili; a risentirne furono anche piccole arterie e sentieri, magari poco in vista a uno sguardo più eterogeneo e complessivo, ma senz’altro impattanti per la vita quotidiana di una buona fetta di popolazione.

In questa “buona fetta della popolazione” rientravano anche i bambini e le bambine che vedete in sovrimpressione. Il ponte di Guiglia sul Panaro collegava campagna e città. I venti di guerra se lo portarono via e i cittadini dovettero arrangiarsi.

scuola ponte Panaro

Così a qualcuno venne in mente di collegare una sponda all’altra con una rudimentale fune, apporre molteplici carrucole e far sì che il tutto tenesse. A quanto pare funzionò così tanto bene che i più piccoli andarono a scuola in questo modo fino ai primi anni ’60. Era un’altra Italia, con altri problemi e diverse virtù. A rimboccarci le maniche siamo sempre stati bravi, ieri come oggi, oggi come domani.