Qin Shi Huang, il Primo Imperatore della Cina, a quanto pare si dedicò anche alla ricerca dell’immortalità. A dirlo è una recente iscrizione scoperta niente meno che su una roccia sull’altopiano tibetano, vicino al lago Gyaring.
La ricerca dell’immortalità del Primo Imperatore cinese

Qin Shi Huang fu il Primo Imperatore della Cina. Sappiamo che nacqe nel 259 a.C. a Handan, la capitale dello Zhao. Il suo nome originario era Ying Zheng o Zhao Zheng (Zheng deriva da Zhengyue, il primo mese del calendario lunare cinese).
Per alcuni storici, il governo di Qin Shi Huang fu un vero e proprio periodo di tirannia. Tuttavia c’è anche da dire che l’unificazione della Cina avvenne sotto il suo regno, ponendo così fine al periodo degli Stati Combattenti.
Come sovrano assoluto della Cina, attuò parecchie riforme economiche e politiche, lavorando anche per abolire del tutto il sistema feudale di alleanze e federazioni (alleanza assai mutevoli e ballerine). Inoltre costruì una serie di mura per collegare le fortificazioni lungo il confine settentrionale dell’impero (praticamente le antenate della Grande Muraglia cinese), creando anche il primo sistema stradale nazionale.

Oltre a dedicarsi alle mura e alle strade, però, l’imperatore aveva anche un’altra ossessione: la ricerca dell’immortalità. Inviò così una spedizione alla ricerca dell’elisir di lunga vita. Fra l’altro, secondo alcuni storici, questa ossessione ne causò la morte. Pare che morì avvelenato per consumo regolare di elisir contenenti mercurio.
Tornando però all’iscrizione di cui parlavamo prima, ecco che è stata ritrovata dagli archeologi sull’altopiano del Tibet, vicino al lago Gyring. In essa si parla proprio dei dettagli di una di queste spedizioni, risalente al 37esimo anno di regno.
Nell’iscrizione si legge che il “gran maestro di quinto livello Yi”, un funzionario di alto rango, ricevette l’ordine di guidare una carovana di alchimisti sui monti Kunlun, alla ricerca dello “yao”. Probabilmente stavano cercando una qualche erba o un minerale particolare. Oppure il termine poteva riferirsi direttamente all’agognato elisir di lunga vita.

Nella mitologia cinese i monti Kunlun rappresentavano un asse cosmico, un ponte fra cielo e terra e una via di collegamento con il regno degli immortali. In particolare, erano una via di collegamento con la Regina Madre d’Occidente.
Secondo alcuni studiosi i monti Kunlun corrisponderebbero ai monti Bayan Har, nella provincia del Qinghai nella Cina nord-occidentale. L’iscrizione riferisce che la carovana aveva raggiunto il lago Gyaring, a est dei monti Bayan Har, ma che doveva ancora percorrere altri 64 chilometri o poco più per giungere ai monti Kunlun.




