Almanacco del 5 maggio, anno 1789: per l’ultima volta nella sua vita re Luigi XVI convocò a Versailles gli Stati generali. Convocati allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali durante una gravissima crisi, in realtà imperante ormai da diversi anni. Proprio questo atto avrebbe costituito l’inizio della rivoluzione.

A spingere un sovrano assoluto, come in teoria era Luigi XVI a convocare gli Stati generali c’era il montante malcontento per un assetto economico alquanto stagnante. Ma cosa erano gli Stati generali?
Gli Stati generali: un organismo consultivo diviso in tre ordini o stati, ognuno dei quali eletto. Un primo stato a cui appartenevano i nobili della Francia e un secondo stato composto dal clero. Erano loro a godere dei privilegi. Il terzo stato, numericamente più sostanzioso e internamente eterogeneo, dato che vi confluivano figure professionali come medici e avvocati, portava il peso delle misure fiscali.

L’inizio dei lavori ebbe luogo secondo cerimoniale. Jacques Necker allora ministro delle finanze occupò lo spazio con un lungo discorso circa l’ammontare reale del debito. Le misure proposte per far fonte ai frutti della malagestione statuale, l’aristocrazia le rifiutava, considerate lesive di quei privilegi che garantivano il loro benessere. Si evitò di discutere di riforme e ancora una volta di risolvere la questione del voto del Terzo stato. Un primo atto rivoluzionario riguardò proprio il raggiungimento del voto per testa.
I lavori si interruppero, riprendendo il 10 giugno: ma l’invito a presentarsi all’assemblea fu accolto dal Terzo stato, qualche esponente della nobiltà e dal basso clero. Successivamente il 17 giugno gli Stati generali si autoproclamarono Assemblea nazionale. Il 9 luglio suddetta assemblea, a seguito della partecipazione numerosa di nobili ed ecclesiastici, si proclamò Assemblea nazionale costituente.

I deputati dei tre vecchi ordini si arrogarono il diritto di dare alla nazione una costituzione. L’azione dell’Assemblea non poteva essere contrastata, il re dovette scendere a patti. Il volto della Francia si accingeva a cambiare: non più una monarchia assoluta ma una monarchia costituzionale. La convocazione degli Stati generali il 5 maggio 1789 segnò l’inizio della Francia rivoluzionaria.