Almanacco del 29 giugno, anno 1807: su esplicita volontà di Napoleone Bonaparte, cessa formalmente di esistere la Federazione dei Sette Comuni, ovvero – prendendo in prestito le parole di Antonio Domenico Sartori – “la più piccola delle Federazioni politiche d’Europa e nello stesso tempo la più antica assieme alla confederazione elvetica”. La lega, formatasi sull’altopiano di Asiago, affondava le sue storiche radici addirittura fra il XIII-XIV secolo e per oltre quattrocento anni godé di una sostanziale autonomia amministrativa, sopravvivendo al contatto con le più grandi potenze succedutesi nelle epoche. La sua storia, conclusasi per l’appunto il 29 giugno 1807, merita a mio parere più di un semplice accenno.

Da quelle parti la chiamano Hòoge Vüüronge dar Siban Komàüne. Nel caso ve lo steste chiedendo, è il nome cimbro della Federazione dei Sette Comuni. La sua parabola storica iniziò ufficiosamente nel 1259, anno in cui decadde la sovranità degli Ezzelini sull’altopiano di Asiago.
Il vuoto di potere scaturì una lunga gestazione, della durata di cinquant’anni circa, che portò sette comunità locate fra le più grandi città di Trento e Vicenza a costituire una federazione autonoma. Le Sette Sorelle rispondevano al nome di Asiago, Lusiana, Enego, Foza, Gallio, Rotzo e Roana.

Nel 1310 si formalizzò la lega fra i comuni altopianesi. L’impegno collettivo verteva sulla difesa dei territori, la gestione del bene pubblico e su una comune rappresentanza al cospetto delle autorità venete e imperiali. La federazione era retta da un consiglio generale, formato da rappresentanti dei sette comuni (quattordici reggenti in totale, due per ogni comune), e possedeva un proprio statuto, una propria milizia locale e codici di diritto consuetudinario.
Lungo tutto il XIV secolo la federazione dovette fare i conti con una duplice tendenza: quella per cui era necessario, se non vitale, circondarsi di potenti alleati e quella, chiaramente vincolata alla precedente, di resistere ad oltranza per non soccombere alle mire espansionistiche di attori più grandi. Le Sette Sorelle cercarono e trovarono l’alleanza con Verona in funzione anti-vicentina. Poi fu il turno del patrocinio di Milano. La parentesi viscontea (1387-1405) fu importante per un motivo ben preciso. Il ducato riconobbe per primo l’autonomia, le esenzioni fiscali e i privilegi dei tedeschi delle montagne del distretto di Vicenza. Ciò non deve passare in sordina, data l’importanza che a quell’epoca si dava alla legittimazione del potere.

La stagione milanese si concluse nel 1405. Il 20 febbraio di quell’anno la lega altopianese fece uno spontaneo atto di dedizione alla Serenissima Repubblica di Venezia. I sette comuni cimbri entrarono formalmente nell’orbita veneta, mantenendo però privilegi notevolissimi. Rimasero invariate le immunità da tasse e tributi; l’autonomia giudiziaria e amministrativa; la possibilità di avere milizie armate e l’esenzione dai dazi doganali nel commercio con Venezia. In cambio la repubblica marciana voleva qualcosa, s’intende. La federazione doveva garantire uomini armati in caso di guerra e doveva arrogarsi il controllo delle vie alpine.
Durante il XVIII secolo, la situazione mutò: la lingua cimbra era in declino, i traffici commerciali rallentarono e l’autonomia iniziò a pesare al centro veneziano. I dogi temevano spinte separatiste o filoaustriache, soprattutto dopo l’ascesa degli Asburgo in Tirolo. Le guerre con l’Austria portarono devastazioni anche sull’altopiano. La capitolazione di Venezia nel 1797, con l’arrivo dei francesi e poi degli austriaci, pose fine de facto ai rapporti con la Serenissima. Le Sette Sorelle, però, tentarono di sopravvivere sfruttando il vuoto istituzionale creatosi nel frattempo. Le negoziazioni tuttavia arrivarono ad un punto morto nel 1807.

La vittoria dei francesi sull’Austria fece tornare il Veneto all’interno dell’amministrazione napoleonica. Così l’imperatore, emanando un decreto imperiale, privò la Federazione dei Sette Comuni dello status di terra separata, abolendone di fatto l’indipendenza. Il 29 giugno del 1807, dopo oltre quattro secoli di esistenza, cessò di esistere la lega, la più piccola ed antica federazione politica d’Europa, senza dimenticare gli amici della Lega Elvetica.