Almanacco del 18 novembre, anno 1738: viene siglato il Trattato di Vienna, atto conclusivo degli scontri che hanno caratterizzato la guerra di successione polacca (1733-1738). Quest’ultima fu una delle tante crisi dinastiche europee del XVIII secolo che, dietro l’apparenza di un conflitto per il trono di Polonia, celava in realtà la rivalità fra le grandi potenze continentali – Francia, Austria, Spagna, Prussia, Russia – per il controllo degli equilibri territoriali e dinastici sul continente.

Il conflitto era scoppiato nel 1733 in seguito alla morte di Augusto II di Sassonia, re di Polonia e granduca di Lituania. Non solo, egli era un alleato strategico dell’Impero asburgico. Due candidati si contesero il trono: Stanislao Leszczyński, già re di Polonia e suocero di Luigi XV di Francia – perciò appoggiato da Parigi, Madrid, dai Savoia e dal Ducato di Parma e Piacenza – e Augusto III di Sassonia – sostenuto invece da Vienna, dall’Impero zarista e dalla Prussia.
La Francia, desiderosa di contenere l’influenza asburgica in Europa centrale, intervenne militarmente al fianco di Stanislao, dando inizio a un conflitto – la guerra di successione polacca – che ben presto si estese dall’Europa orientale all’Italia. Proprio nello Stivale si concentrarono le operazioni più rilevanti. Nel 1733, un trattato di alleanza offensiva e difensiva unì Francia, Spagna e Regno di Sardegna contro gli Asburgo. Insomma, si riaccendeva il secolare confronto tra Borbone e Asburgo per la supremazia in Italia. Mentre la Francia attaccava sul Reno, la Spagna e le truppe sarde si muovevano nella penisola, in particolare nell’Italia settentrionale e meridionale.

L’Imperatore Carlo VI d’Asburgo, trovandosi in difficoltà, avviò contatti diplomatici per porre fine alle ostilità. Già nel 1735 si giunse a preliminari di pace firmati a Vienna. Questi furono ratificati nei mesi seguenti da Russia, Polonia, Spagna e Regno di Sardegna. Tuttavia, la pace definitiva si sancì formalmente solo il 18 novembre 1738, ponendo termine a un conflitto che, pur di dimensioni contenute, ebbe notevoli conseguenze politiche e territoriali per l’Europa. Appunto, il 18 novembre 1738, data della Pace di Vienna. Cosa si decise esattamente?
L’accordo multilaterale fu, in sostanza, un grandissimo compromesso vecchio stile. Nessuna potenza poté dirsi totalmente soddisfatta, ma ciascuna ottenne vantaggi sufficienti da accettare lo status quo. La Francia ottenne la prospettiva di annettere la Lorena, suo antico obiettivo strategico. Gli Asburgo, pur perdendo parte dell’Italia meridionale, consolidarono la propria influenza in Toscana. Inoltre videro riconoscersi il diritto di successione di Maria Teresa. La Spagna vide un Borbone salire al trono di Napoli e Sicilia. Esatto, quel Don Carlo che tanto bene fece alla città partenopea. Infine, la monarchia sabauda consolidò i propri confini settentrionali e meridionali, emergendo come potenza regionale stabile.

Tuttavia, il trattato non pose fine alle rivalità fra le grandi monarchie europee. Il riconoscimento della Prammatica Sanzione non bastò a impedire che, due anni dopo la morte di Carlo VI, la questione della successione austriaca riaprisse il conflitto tra le stesse potenze. Il Trattato di Vienna del 1738 può dunque essere considerato come un fragile equilibrio di pace, destinato a durare meno di un decennio.




