Almanacco del 10 dicembre, anno 1533: muore il quarantaseiesimo doge della Repubblica di Genova, Oberto Cattaneo Lazzari. Il primo doge ad avere carica biennale dopo gli eventi del 1528, originario del nobile casato dei Lazzari, aveva ottenuto l’appoggio del principe Andrea Doria. Quest’ultimo aveva scorto in lui una qualità rara, quella dell’assenza d’ambizione per il potere nella sua forma più pura.

Oberto apparteneva al nobile casato dei Lazzari, una famiglia originaria del territori di Bologna e che solo con l’iscrizione all’albergo della nobiltà genovese che assunse il cognome Cattaneo. L’albergo della nobiltà era un’istituzione antica a Genova ma che proprio nel 1528 andò incontro a una riforma volta a consolidare il potere del patriziato. della città. Le famiglie che ne facevano parte erano legate da vincoli di sangue e comuni interessi, e l’iscrizione della famiglia Cattaneo-Lazzari risale proprio a quell’anno.
Andrea Doria promosse l’elezione a doge di Oberto, l’11 ottobre del 1528, in quanto pedina facilmente manovrabile, che non nutriva alcuna passione per il potere. Si adoperò presto per lo sviluppo del porto varando opere di rinforzo e nominò nuovi capitani di galee. In qualità di doge nominò ammiraglio Filippino Doria nel 1529, con la consegna dell’antico stendardo di San Giorgio.

Ricevette in senato Carlo V d’Asburgo, in viaggio per raggiungere Bologna, luogo della celebrazione dell’incoronazione a imperatore per mezzo del papa. Durante il suo dogato il doge varò diverse opere di rinforzo. Tra queste, quella inerente alle mura cittadine, che ormai portavano i segni delle campagne militari di quegli anni. Gli assedi, gli eserciti di passaggio avevano turbato oltremodo il paesaggio naturale e urbano della penisola durante quei decenni.
Il 12 ottobre del 1530 si concluse l’incarico politico del Cattaneo ma sotto richiesta sei suoi pari, ricoprì la carica formalmente fin la nomina di un suo successore. Battista Spinola ottenne la carica solo il 4 gennaio dell’anno successivo.

Oberto si spense il 10 dicembre del 1533: il luogo della sua sepoltura era la chiesa di San Domenico. La chiesa dell’ordine dei domenicani ha oggi fatto posto al teatro Carlo Felice, cui costruzione risale all’XIX secolo.




