Almanacco del 18 dicembre, anno 1983: si verifica la tragedia di Nervi, tristissimo incidente stradale in cui persero la vita 35 persone, tutti marinai di leva del distaccamento di Aulla (provincia di Massa-Carrara). Ciò che accadde il 18 dicembre di quel 1983 toccò il cuore degli italiani, e segnò una pagina buia della storia nostrana.

Gli eventi che portarono al compimento della cosiddetta tragedia di Nervi altro non furono che una sfortunata (ma non per questo imprevedibile) serie di fattori negativi. Alle 7:00 del mattino del 18 dicembre, un pullman Fiat 370 con a bordo 38 marinai di leva del distaccamento di Aulla, partì in direzione di Torino per andare a vedere la partita di calcio fra Juventus e Inter, in programma alle 14:30.
Imboccata l’autostrada A12, all’altezza del viadotto della Castagna, presso il quartiere Nervi di Genova, accadde l’inconcepibile. Pioveva, forte anche. Il conducente dell’autovettura perse il controllo, invase la corsia di marcia opposta e, proseguendo verso l’esterno del ponte, sfondò il guardrail.

Dopo un precipizio di circa 70 metri, il mezzo si schiantò nella valle sottostante. Nell’impatto persero la vita 34 giovani con addosso la divisa della Marina Militare. Altri 3 furono portati d’urgenza nell’ospedale più vicino, anche se uno fu dichiarato “clinicamente deceduto” fin dal suo arrivo. Dei 38 a bordo, solo un ragazzo se la cavò quasi indenne.

Al tempo della tragedia, fece seguito quello delle indagini e delle dovute sentenze giudiziarie. Gli inquirenti addossarono la colpa al mezzo, il quale, visto il suo trascorso, non doveva proprio circolare. Sul groppone aveva l’etichetta della seconda mano, 31.000 km all’attivo e un albo di guasti e perenni manutenzioni.

Prima di partire in quella mattina del 18 dicembre, montava gomme lisce; non il massimo per una giornata di vento e pioggia. A ciò si aggiunga il fatto, poi comprovato, che il pullman della Fiat aveva perso qualche pezzo di carrozzeria negli istanti precedenti all’incidente di Nervi.
Lo Stato risarcì le famiglie delle vittime: 50 milioni di lire a vita, più i 300 milioni dell’assicurazione da spartire. Quale cifra poteva restituire ai cari il ricordo nitido e felice dei compianti? Quale sentenza avrebbe riportato indietro le lancette del tempo? La risposta, purtroppo, la conosciamo.

A poco meno di due settimane di distanza, il presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini ricordò con parole toccanti il dramma di Nervi, durante il consueto discorso di fine anno. La giustizia italiana dopo anni condannò un sottufficiale per non aver controllato adeguatamente lo stato degli pneumatici. Giunse perentoria la prescrizione, che lo sollevò dalla condanna suo carico.




