Parliamo spesso di Plinio il Vecchio, ma vi siete mai chiesti come sia morto? Si potrebbe dire per un atto di altruismo. O per curiosità. Ma le due cose non si escludono a vicenda. Quello che è certo è che di mezzo c’era il Vesuvio.
La morte di Plinio il Vecchio

Gaio Plinio Secondo, questo il suo nome all’anagrafe, nacque nel 23 d.C. a Como e morì a Stabia nel 79. Scrittore, naturalista e filosofo, era anche un comandante militare e un governatore provinciale romano.
Estremamente curioso e acuto, scrisse parecchie opere. L’unica a essere arrivata fino a noi integralmente è quel Naturalis Historia che citiamo spesso. Si trattava di una sorta di enciclopedia (il termine lo inventò lui stesso) che parlava un po’ di tutto, dall’astronomia alla zoologia, dalla geografia alla botanica, dalla medicina alla mineralogia, dall’antropologia alla metallurgia. Senza dimenticare l’arte.
Da giovane fu istruito dal poeta e generale Publio Pomponio Secondo, mentre nel corso della sua vita ammirò la Domus Aurea di Nerone, vide il trionfo di Claudio sui Britanni e partecipò alla costruzione del canale fra il Reno e la Mosa.
Sotto il dominio di Nerone visse a Roma, continuando intanto il suo lavoro letterario. Quando al trono salì il suo amico Vespasiano, ottenne la nomina di procuratore prima della Gallia Natbonense, poi della Spagna. Tornato in Italia, divenne uno dei consiglieri di Vespasiano, ma terminato il suo mandato si dedicò ai suoi studi.

Ma di Plinio il Vecchio si parla soprattutto per via della sua morte. A raccontarne la fine è una lettera del nipote, Plinio il Giovane. Il 24 agosto del 79 d.C. il Vesuvio eruttò, distruggendo Pompei ed Ercolano. Secondo Plinio il Giovane, Plinio il Vecchio, da quel grande studioso che era, incuriosito dall’eruzione, decise di avvicinarsi per osservarla meglio.
Tutti fuggivano in direzione opposta al Vesuvio, mentre lui vi andò incontro. Tuttavia non riuscì a raggiungere Pompei e così torno a Stabia. Qui morì improvvisamente a soli 56 anni. Molto probabilmente l’inalazione dei fumi letali emessi durante l’eruzione, fra cui anche l’anidride solforosa, finì con l’ucciderlo.

Tuttavia nel suo resoconto Plinio il Giovane racconta che Plinio il Vecchio non cercò di recarsi a Pompei solamente per assistere all’eruzione, ma anche perché decise di soccorrere alcuni amici e alcuni cittadini che stavano fuggendo dal vulcano.
Plinio il Vecchio, infatti, in quel periodo si trovava a Miseno con il ruolo di praefectus classis Misenensis. Pertanto colse l’occasione e partì con le sue galee alla volta delle coste della baia di Napoli, per visionare da vicino l’eruzione e per portare in salvo amici e sfollati che si stavano radunando sulle spiagge. Tuttavia, una volta arrivato a Stabia, morì soffocato dalle esalazioni vulcaniche.




