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Il disastro del lago Nyos, l’eruzione che uccise 1.746 persone

Il 21 agosto 1986, in Camerun, 1,746 persone e 3.500 capi di bestiame furono uccisi nel giro di una sola notte da un’eruzione liminica che divenne nota come il disastro del lago Nyos. Da allora, per evitare nuove tragedie, sul lago è stato instllato un sistema di degasazione, uno sfiatatoio praticamente.

Il disastro del lago Nyos

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Crediti foto: @Jack Lockwood, USGS, Public domain, via Wikimedia Commons

Il lago Nyos si trova nel Camerun nord-occidentale, a circa 315 km di distanza da Yaoundé, la capitale del Camerun. Il lago si trova all’interno del cratere di un vulcano quiescente. Il 21 agosto 1986, però, quel lago apparentemente tranquillo fu interessato da un’eruzione limnica.

Ma che cos’è un’eruzione limnica? Nota anche come ribaltamento del lago, si tratta di un rarissimo disastro naturale durante il quale anidride carbonica è improvvisamente rilasciata in massa dalle acque profonde di un lago. Eruzioni di questo tipo potenzialmente possono anche scatenare tsunami in quanto l’anidride carbonica in risalita causa un rapido spostamento della mass d’acqua del lago.

Affinché si verifichi un’eruzione limnica servono diversi fattori. Prima di tutto deve esserci un lago vicino ad aree con attività vulcanica. Poi il fondo del lago deve essere freddo, il che indica che non c’è interazione diretta fra il vulcano e il lago. Infine, non solo l’acqua del lago deve essere satura di anidride carbonica, ma gli strati superiori e inferiori devono avere anche livelli differenti di saturazione di CO2.

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Crediti foto: @Servizio Geologico degli Stati Uniti

Purtroppo tutti questi fattori erano presenti anche nel lago Nyos. Quel 21 agosto 1986 si manifestò un massiccio degasaggio, una vera e propria eruzione limnica di cui ancora adeso non si conoscono le cause. Molti geologi hanno pensato a una frana, mentre altri sostengono che si verificò una piccola eruzione vulcanica. C’è chi sostiene che l’acqua piovana abbia scatenato il ribaltamento, altri parlano di un terremoto. Solo che i testimoni non citarono mai terremoti o eruzioni.

Qualsiasi sia stata la causa, quel giorno si manifestò un degasaggio massiccio delle acque profonde sovrasature di anidride carbonica. A questo seguì un veloce rimescolamento degli strati superiori del lago. Qui, la pressione ridotta, causò un accumulo di CO2, con annessa effervescenza della soluzione e rilascio massiccio nell’aria di qualcosa come 1,2 chilometri cubi di gas.

A causa di questa eruzione gassosa, le acque del lago, solitamente blu, divennero rosse intenso. Questo perché l’acqua del fondo, ricca di ferro, risalì rapidamente in superficie, ossidandosi al contatto con l’aria. Il livello del lago scese di 1 metro, mentre gli alberi vicino allo specchio d’acqua furono abbattuti.

Una colonna di 100 metri di acqua mista a schiuma si levò dalla superficie del lago, generando un’onda di 25 metri che spazzò via la riva da un lato. L’anidride carbonica rilasciata dall’eruzione, essendo più densa dell’aria, iniziò a scivolare lungo il terreno, muovendosi attraverso le valli e raggiungendo i villaggi vicini. Considerate che questa massa di anidride carbonica era alta circa 50 metri e viaggiava verso il basso a una velocità di 20-50 km/h.

Gli effetti di tale nube di anidride carbonica furono devastanti. Nel giro di una sola notte uccise 1.760 persone, tutte morte di asfissia. Morirono anche 3.500 capi di bestiame, mentre circa 4mila persone riuscirono a fuggire. Tuttavia non era finita qui. Molti dei sopravvissuti, infatti, svilupparono in seguito problemi respiratori, paralisi, eritemi e vescicole. Joseph Nkwain di Subum, uno dei sopravvissuti, raccontò di essersi svegliato dopo che i gas avevano colpito il suo villaggio. Tutti attorno a lui erano morti, quindi prese la sua moto e scappò insieme a un amico, il cui padre era anche esso morto.

Attraversando la cittadina di Nyos i due non videro alcun segno di vita. Quando i due raggiunsero Wum, città nella quale Joseph aveva la maggior parte della famiglia, non riusciva più a camminare e parlare, sentendosi debolissimo. Fra l’altro, dopo l’eruzione, molti sopravvissuti finirono con l’essere curati nell’ospedale di Yaoundé. Qui sulle prime i medici pensarono a un avvelenamento da idrogeno e zolfo, visto che l’intossicazione causata da questi due gas provoca bruciore di occhi e naso, tosse e asfissia. Solo in seguito si capì cosa fosse successo veramente.

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Crediti foto: @Bill Evans, USGS , Pubblico dominio, tramite Wikimedia Commons

Il disastro fu tale che le autorità cercarono di trovare un modo per prevenire eventuali altri episodi similari. Così nel lago sono state installate delle colonne di degassamento collegate a zattere situate al centro del lago. Tramite un tubo, l’acqua satura di CO” del fondo del lago è sollevata verso l’esterno.

Per fare ciò usarono una pompa solo durante le fasi iniziali. Questo perché, col passare del tempo, il rilascio del gas dentro al tubo fa sollevare naturalmente da sola la colonna di acqua effervescente, rendendo superfluo l’uso della pompa.

La tubatura è lunga 200 metri. Grazie ad essa, l’acqua ricca di gas del fondale si sfiata continuamente in superficie, permettendo così all’anidride carbonica di dissiparsi nell’atmosfera a piccole dosi e a velocità controllata. La fontana che si sviluppa da tali sfiatatoi è alta circa 36 metri.