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Accadde oggi: 22 novembre

Accadde oggi: 22 novembre

Almanacco del 22 novembre, anno 1911: italiani e turco-ottomani si fronteggiano nella battaglia di Tobruch o battaglia della collina di Nadura. Lo scopo di ambo le parti era quello di impossessarsi della città costiera libica di Tobruch, strategica per il controllo del Mediterraneo orientale. Il confronto armato, inserito nel più ampio contesto della guerra italo-turca (1911-1912), fu un fatto minore, dalla rilevanza marginale, per lo più noto per un dettaglio storico interessante: fu uno dei primi episodi di leadership a contraddistinguere un trentenne capitano ottomano, Mustafa Kemal.

Accadde oggi: 22 novembre

Tobruch, piccolo porto naturale affacciato sul Mediterraneo, era considerato fin dall’Ottocento una posizione chiave nel controllo delle rotte navali del Levante. L’esploratore tedesco Georg August Schweinfurth affermò: «La nazione che controlla Tobruch sarà padrona del Mediterraneo orientale». Gli strateghi italiani, impegnati nella guerra italo-turca, ne erano pienamente consapevoli. Quando, il 3 ottobre 1911, la flotta italiana al comando del viceammiraglio Augusto Aubry raggiunse la costa cirenaica, la città venne occupata quasi senza colpo ferire. Le forze ottomane, impreparate e numericamente inferiori, si ritirarono nell’’interno desertico.

L’occupazione, tuttavia, non significò il controllo effettivo del territorio. La presenza italiana si limitava ai porti e alle immediate retrovie. Mentre l’interno della Cirenaica restava nelle mani delle forze ottomane e delle tribù arabe, coordinate dal carismatico capitano Mustafa Kemal e dal suo luogotenente Sheikh Muberra, sostenuto dalla potente tribù dei Meryem.

22 novembre teatri di battaglia guerra italo-turca

Nelle settimane successive all’occupazione di Tobruch, gli italiani avevano avviato la costruzione di fortificazioni e trincee attorno alla città, in particolare sulla collina di Nadura, che dominava la valle. Il 22 novembre 1911, circa 200 bersaglieri italiani, impegnati nei lavori di trinceramento, furono sorpresi da un attacco congiunto di forze turco-libiche. 12 soldati ottomani regolari, guidati dal tenente Necip Efendi, e oltre 120 volontari locali, coordinati da Sheikh Muberra. Solamente dai numeri, si può ben capire la secondarietà del fatto d’armi.

Mustafa Kemal stesso pianificò l’attacco. Aveva intuito la pericolosità strategica di quella posizione dominante. Il suo obiettivo era impedire che le truppe italiane sulla collina potessero ricevere rinforzi e consolidare la loro presenza nell’area. All’alba, i guerriglieri circondarono la postazione italiana e sferrarono l’assalto.

Colti di sorpresa, i bersaglieri opposero resistenza, anche se disordinata. Mancavano collegamenti efficaci con Tobruch e i cannoni non poterono entrare in azione. Dopo circa due ore di combattimenti, i turchi ebbero la meglio. Gli italiani, decimati, si ritirarono verso il porto, lasciando ai nemici mitragliatrici, armi leggere e una grande quantità di munizioni.

22 novembre Mustafa Kemal Tobruch

Le perdite italiane furono pesanti: si contarono circa 200 caduti e feriti, un numero notevole se rapportato alle forze impegnate. Sebbene la battaglia della collina di Nadura non avesse modificato il controllo di Tobruch – che rimase in mani italiane – essa segnò una battuta d’arresto significativa per l’avanzata verso l’interno.

Negli ambienti militari italiani, lo scontro suscitò preoccupazione. La conquista coloniale, che Roma aveva immaginato come una rapida campagna di pochi mesi, si rivelava ora un conflitto difficile, combattuto in un territorio ostile e segnato da una resistenza locale determinata. Solo nel 1912, con l’arrivo di nuovi rinforzi e il progressivo logoramento delle forze ottomane, gli italiani riuscirono a riprendere il controllo della regione circostante Tobruch, ponendo fine alla minaccia diretta sulle posizioni costiere.