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Il mantello della Vergine di Guadalupe, la Sacra Sindone Sudamericana

Il mantello della Vergine di Guadalupe, la Sacra Sindone sudamericana

I simboli trasmettono concetti e si aprono ad interpretazioni che le parole del linguaggio umano, nella maggior parte delle ipotesi, non riescono nemmeno a contemplare. L’uomo, fin dai tempi più antichi, affida al simbolismo compiti importantissimi. Un simbolo unisce gli uomini, trasmette ricordi e storie alle future generazioni e arriva a rappresentare ed unire milioni di persone. Il mantello della Vergine di Guadalupe ricopre perfettamente tutte queste funzioni, unendo lo spigoloso ambito religioso al discorso di cui sopra.

Il mantello della Vergine di Guadalupe, la Sacra Sindone Sudamericana

Oggi parleremo di un particolare manto, ovvero un Tilmàtli, indumento utilizzato dagli aztechi nel periodo coloniale. Qui si innesta la prima, necessaria, considerazione: cosa c’entra la Vergine cristiana con la religione azteca? Prima di Juan Diego Cuauhtlatoatzin, assolutamente niente. Ma quando Diego e altri aztechi cominciarono ad aprirsi alla religione cristiana e a convertire grandi numeri di indigeni, le due fila del nostro discorso cominciarono ad intrecciarsi sempre più. Sarà proprio a Juan Diego che la Vergine, secondo il racconto, apparirà più volte tra il 9 e il 12 dicembre del 1531, concedendo anche il miracolo della guarigione di suo zio Juan Bernardino.

Arriviamo ora al succo della questione: perché abbiamo parlato di Sacra Sindone? Cosa c’entrano due oggetti sacri così lontani tra di loro nello spazio e nel tempo? Sarà proprio il fatto di essere simbolo a vincolare i due reperti. Il mantello della Vergine assumerà un’importanza tale che in moltissimi lo paragoneranno al velo di Gesù Cristo. Anche la Vergine di Guadalupe, divenuta immagine sacra dell’intero Sudamerica, diverrà altrettanto famosa, venerata e diffusa.

Mantello della Vergine di Guadalupe immagine apparizione

L’immagine di Maria di Guadalupe la ritroviamo infatti anche nella centrale e importantissima Battaglia di Lepanto del 1571. Il re di Spagna Filippo II ne fece dono infatti all’ammiraglio genovese Gianandrea Doria, che la portò con sé (sempre secondo la vulgata) nel cuore dello scontro. Alla fine, si può dire, che l’assistenza divina non gli mancò dato che la flotta cristiana vinse nonostante la manovra azzardata del Doria che rischiò di soccombere all’ammiraglio ottomano Uccialì.

Ritorniamo al mantello invece e vediamolo più da vicino. La Tilma si compone di due ayate, ovvero fibre di agave, e contiene un’immagine mariana a grandezza quasi naturale (1,43m). I simboli, chiaramente, abbondano, e creano un particolare connubio tra immagini sacre cristiane e simbolismo azteco. Maria ha infatti sotto i piedi la luna, mentre i raggi del sole la abbracciano lateralmente. Sull’addome la cinge un nastro di colore viola, indicante la gravidanza nel mondo azteco e i colori predominanti nell’immagine dell’angelo che spesso l’accompagna sono il verde, il rosso e il bianco (colori della bandiera messicana).

Mantello della Vergine di Guadalupe foto Papa Francesco

Ultimo elemento da segnalare, di particolare importanza, è che secondo molto studi, l’immagine sul mantello non è dipinta ma acheropita. Si tratta di un termine molto bello che deriviamo dal greco e significa, letteralmente, “non proveniente da mano umana“. Alcuni autori sostengono infatti che l’immagine sia di origine sconosciuta, o quantomeno non associabile alla mano umana. Ciò aggiunge dettagli e sfumature che rendono la storia di oggi più intrigante. Anche il Sudamerica, dunque, ha la propria Sindone!