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Foto del giorno: Helen Duncan, l’ultima donna processata per stregoneria in UK

Fotografia di Harvey Metcalfe, Uk, 1928. Nella foto scattata dal fotografo Harvey Metcalfe, così come rivelato da Malcolm Gaskill nel suo libro Hellish Nell: Lasy of Britain’s Witches, potete vedere Helen Duncan durante una seduta spiritica tenutasi dalla falsa medium. Alle sue spalle uno dei “fantasmi” da lei prodotti. Helen Duncan fu l’ultima donna a essere processata e imprigionata ai sensi del Witchcraft Act del 1735. Fra l’altro, durante le sue sedute spiritiche, finì per rivelare alcuni segreti della Royal Navy.

Helen Duncan, o di come essere condannata per stregoneria durante la Seconda Guerra Mondiale

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Crediti foto: @Harvey Metcalfe ,Public domain, Wikimedia Commons

Victoria Helen McCrae Duncan, nata MacFarlane il 25 novembre 1897 e morta il 6 dicembre 1956, fu una medium scozzese che divenne nota durante la Seconda Guerra Mondiale per essere l’ultima persona a essere condannata e imprigionata per via del Witchcraft Act del 1735.

Helen Duncan nacque a Callander, nel Perthshire. Sin dai tempi della scuola si dilettò ad allarmare i compagni con le sue profezie. Al termine della scuola, lavorò al Dundee Royal Infirmary e nel 1916 sposò Henry Duncan, ebanista, veterano di guerra ferito e fervente sostenitore dei presunti talenti paranormali della moglie. I due ebbero sei figli.

Nel 1926 la sua carriera da medium fece un salto di qualità: da chiaroveggente divenne una medium fisica. Iniziò così a organizzare sedute spiritiche, affermando di essere in grado di materializzare gli spiriti delle persone defunte producendo ectoplasma dalla bocca. Nel 1928 il fotografo Harvey Metcalfe partecipò a diverse sedute spiritiche a casa dei Duncan. Scattò parecchie foto delle presunte materializzazioni di questi spiriti, fra cui anche “Peggy”, la presunta guida spirituale della medium.

Nelle foto si vede chiaramente che quei presunti ectoplasmi erano in realtà dei fantocci. Gli spiriti prodotti da Helen Duncan non erano altro che una bambola realizzata con una maschera di cartapesta dipinta e avvolta in un lenzuolo. Nel 1931 la London Spiritualist Alliance decise di vederci chiaro. Esaminando il pezzo di un ectoplasma, scoprì che era fatto di garza, carta, carta igienica e albume d’uovo. Un altro trucco usato dalla donna prevedeva di ingoiare e poi rigurgitare parte del suo ectoplasma.

Per questo l’Alliance, prima di una sua seduta spiritica, la convinse a ingoiare una compressa di blu di metilene. E in effetti, casualmente, in quella seduta non comparve nessun ectoplasma, confermando così il trucco.

Successivamente fu il ricercatore psichico Harry Price a interessarsi della medium. Inizialmente entusiasta del campione, quando lo fece esaminare a un chimico scoprì che l’ectoplasma era fatto di albume d’uovo e svariate sostanze chimiche. Riuscì poi anche a duplicare esattamente l’ectoplasma di Duncan.

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Crediti foto: @Harvey Metcalfe ,Public domain, Wikimedia Commons

Poi pagò Duncan per effettuare delle sedute di prova. Il sospetto era che la donna ingoiasse della garza prima delle sedute, salvo poi rigurgitarla e fingere che fosse un ectoplasma. Ma la donna reagì con violenza ai vari tentativi di fare una radiografia. Scappò dal laboratorio e finì in strada, dove fece una scenata.

Secondo quanto riferito da Price, durante la seduta in laboratorio, prima la donna entrò in trance. Poi si rifiutò di farsi fare una radiografia. Quando il marito si avvicinò per convincerla, lei lo colpì con violenza al volto. Poi si scagliò contro il dottor William Brown, il quale riuscì a schivarla. Ma Duncan approfittò della cosa per scappare in strada. Qui ebbe un attacco di isteria, si strappò i vestiti, si aggrappò a una ringhiera e iniziò a urlare. Il marito cercò di calmarla, ma fu tutto inutile.

Sulla scena arrivò anche la polizia, ma i medici del laboratorio spiegarono loro la situazione e gli impedirono di chiamare un’ambulanza. Infine riuscirono a riportare la donna in laboratorio e improvvisamente si dimostrò collaborativa: adesso voleva fare la radiografia.

Ma il dottor Brown, che non era nato ieri, chiesi al marito di svuotarsi le tasche. Il marito rifiutò. La moglie di sicuro gli aveva passato le garze per strada durante la scenata. Durante una seconda seduta, i medici riuscirono a prendere un pezzo dell’ectoplasma e scoprirono che questa volta non si trattava di garza, bensì di carta imbevuta in albume d’uovo.

Price pubblicò poi un rapporto dove rivelava la truffa. Successivamente anche Mary McGinlay, ex cameriera di Duncan, confessò l’inganno e di aver aiutato i coniugi nei loro trucchetti. Pure il marito di Duncan finì con l’ammettere che l’ectoplasma era frutto del rigurgito. Arriviamo così al 6 gennaio 1933. Helen Duncan stava tenendo una seduta spiritica a Edimburgo. Dalla seduta emerse lo spirito di una bambina di nome Peggy. Solo che una babysitter presente afferrò quello spirito e quando le luci si accesero ecco che il presunto fantasma era in realtà una canottiera. Gli astanti chiamarono la polizia e Helen Duncan fu processata e multata. Con tanto di canottiera usata come prova.

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Crediti foto: @Wikimedia Commons / Public Domain

Ma non è finita qui. Perché le pratiche di Helen Duncan la portarono in rotta anche con la Royal Navy. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel novembre 1941, Helen Duncan tenne una seduta spiritica a Portsmouth. Durante la seduta affermò che l’ectoplasma di un marinaio le aveva riferito che la HMS Barham era stata affondata.

Solo che la Royal Navy aveva rivelato l’affondamento della nave in via riservata solamente ai parenti stretti delle vittime, non annunciando subito pubblicamente l’accaduto.

La Royal Navy cominciò così a controllare le attività della donna. Fra l’altro due tenenti erano presenti fra il pubblico di una seduta spiritica nel gennaio 1944. Uno di essi aveva capito subito di essere di fronte a una truffatrice. La figura apparsa dietro le tende aveva affermato di essere la zia defunta. Ma lui non aveva nessuna zia defunta. Nella medesima seduta, poi, apparve una seconda figura che sostenne di essere sua sorella. Ma di nuovo la sorella del tenente era viva e vegeta.

Il tenente denunciò così tutto alla polizia. A seguire, poliziotti sotto copertura la arrestarono mentre stava facendo apparire una manifestazione avvolta in un sudario bianco. Solo che quella manifestazione era la stessa Duncan che cercò di scappare quando la scoprirono. Ma niente da fare: fu arrestata.

Per quanto riguarda la Barham, probabilmente Duncan si limitò a trasformare un pettegolezzo captato qua e là per trarne profitto. Considerate che, seppur non divulgato ufficialmente, considerate circa 10 persone informate per ogni famiglia delle vittime, ci saranno state almeno 9mila persone a conoscenza del fatto. E di sicuro queste 9mila persone ne parlarono con altre.

Solo in seguito si scoprì che c’era stata anche un’altra fuga di notizie, a causa delle indiscrezioni di un segretario del Primo Lord del Mare. Ma torniamo a Helen Duncan. Inizialmente la arrestarono ai sensi dell’articolo 4 del Vagrancy Act del 1824.

Ma si trattava di un reato minore. Visto che però i magistrati considerarono più grave la sua condotta, ecco che tirarono in ballo il Witchcraft Act del 1735. Questa legge riguardava proprio le attività spirituali fraudolente.

Insieme a Duncan furono accusati anche Ernest ed Elizabeth Homer, i quali gestivano il centro spiritico a Portsmouth e Fraces Brown, l’agente di Duncan che organizzava le sedute. Il processo di Duncan per stregoneria fraudolenta comprendeva sette capi d’imputazione: due per cospirazione e violazione del Witchcraft Act, due per aver ottenuto denaro sfruttando falsi pretesti e tre per reato di danneggiamento pubblico.

Infine la giuria emise un verdetto di colpevolezza, ma solo per il primo capo d’accusa. Il giudice ritenne che non ci fosse bisogno di procedere con gli altri capi di imputazione in quanto erano considerati reati alternativi da usare per condannare Duncan solo nel caso in cui la giuria l’avesse assolta per il primo capo.

Duncan finì così in carcere per nove mesi. Una curiosità: a seguito della condanna, Winston Churchill trovò il tempo per scrivere un promemoria indirizzato a Herbert Morrison, ministro degli Interni. Churchill si lamentava del fatto che avessero fatto un uso improprio delle risorse della corte per via della “sciocchezza obsoleta” dell’accusa.

Che fine fece Duncan? Nel 1945 la rilasciarono e la donna promise di smetterla con le sedute spiritiche. Ovviamente mentiva e la arrestarono di nuovo nel 1956. Morì poi il 6 dicembre 1956 nella sua casa di Edimburgo, dopo un’altra seduta, probabilmente a causa della sua cattiva salute, non aiutata dal fatto che soffriva di obesità e problemi cardiaci.