La tavola periodica degli elementi attualmente conta 118 elementi chimici, tutti riconosciuti dalla International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC). Ognuno di questi, con i loro simboli e le loro caratteristiche, ha una storia particolare. Oggi ci soffermeremo su quella del Polonio che ha a che fare sia con la grandissima scienziata Marie Curie che con la nazione da cui prende il nome. Scopriamo insieme il perché.

Il 20 aprile del 1902, Marie e Pierre Curie, insieme al loro assistente Gustave Bémont, resero pubblica la loro nuova scoperta. Le conoscenze scientifiche di tutto il mondo si arricchivano con la scoperta di un nuovo elemento chimico. “Radio F” lo chiameranno subito, ma ben presto quella nuova scoperta prenderà un nome totalmente diverso e legato a questioni di indipendenza nazionale e di geopolitica.
Procediamo però con ordine e vediamo prima in che modo i coniugi Curie arrivarono al Polonio. I due scienziati studiavano all’epoca la radioattività e lavoravano su un minerale chiamato pechblenda (successivamente rinominato “uranite“). Questo minerale però, scoprirono i due, era molto più radioattivo rispetto al normale uranio, ergo conteneva necessariamente qualche altro elemento radioattivo al suo interno.

Marie e Pierre continuarono lungamente a lavorare su ingenti quantità di minerali, cercando sempre di isolare il futuro nuovo elemento e rischiando (senza saperlo) la loro stessa salute fisica. Ma il gioco valse la candela e, nella data previamente ricordata, venne annunciata al mondo la nuova scoperta. Il “Radio F” era il primo elemento scoperto per la sua radioattività e non prettamente per le sue caratteristiche chimiche.
Arriviamo ora alla parte più interessante dal punto di vista storico e quella più curiosa. Cosa c’entrava la Polonia? All’epoca della scoperta la terra natia di Marie Curie, all’anagrafe Maria Skłodowska, non era una nazione indipendente, ma una provincia dell’Impero Russo. Dare quel nome ad una nuova, importantissima, scoperta scientifica avrebbe dato, di conseguenza, un po’ di visibilità alle lotte della Polonia per ottenere l’indipendenza (che arriverà l’11 novembre del 1918).

La scoperta dunque ricoprì un piccolo ruolo anche a livello geopolitico e storico, oltre che scientifico. La scoperta infatti, insieme a quella del Radio avvenuta l’anno successivo, aprì la strada allo studio della radioattività naturale. Questa, inoltre, valse il Premio Nobel a Marie Curie. Il prezzo da pagare fu uno di quelli più alti, poiché la salute della scienziata e del marito ne risentì molto, ma i Curie scrissero in tal modo il loro nome nella storia.