C’è una frase che ci è rimasta impressa sin dai tempi della scuola. No, non i vassalli, valvassini e valvassori. Stiamo parlando di “Bevi Rosmunda, dal teschio di tuo padre!”. Se la frase ci si è impressa nella memoria, non altrettanto la conoscenza dei protagonisti e del perché tale frase fu proferita. Chi era Rosmunda? Chi disse quella frase? E perché farla bere proprio dal teschio del padre?
Rosmunda, Alboino e il teschio del di lei padre

Rosmunda o Rosamunda, era una nobildonna gepida. Divenne regina consorte dei Longobardi e regina consorte d’Italia sposando il re Alboino. E fu proprio quest’ultimo a pronunciare la fatidica frase “Bevi Rosmunda, dal teschio di tuo padre!”, da lui stesso sconfitto e assassinato anni prima. Il che garantì al sovrano la partecipazione della moglie a una congiura per ucciderlo.
Facciamo un passo indietro. Rosmunda era figlia di Cunimondo, il re dei Gepidi, nella Pannonia, in piena guerra contro i Longobardi. Nel 567 Alboino, re dei Longobardi, sconfisse e uccise in combattimento Cunimondo.
All’epoca Alboino, in precedenza sposato con Clodosvinta, figlia di Clotario I, re dei Franchi, alla morte della donna sposò Rosmunda, in modo da ammanicarsi i guerrieri Gepidi sopravvissuti.

Nel 568 Rosmunda seguì Alboino in Italia. Pare che fu proprio in Italia, durante un banchetto tenutosi a Verona, che Alboino offrì da bere alla moglie nel teschio del suocero. Qualche storico sostiene che quello fu una sorta di atto di pacificazione, un gesto di riconoscimento del valore di Cunimondo. Ma per altri fu solo un’orribile provocazione, probabilmente causata da un re troppo alticcio. Inutile dire che la regina decise di vendicarsi: tale affronto non poteva rimanere impunito.
A questo punto la leggenda si mescola con la storia. Rosmunda, insieme al suo amante Elmichi (sostenitore dei Bizantini e fratello di latte di Alboino), ordì una congiura per uccidere Alboino. Insieme ad alcuni guerrieri longobardi e gepidi (questi ultimi guidati dal temuto guerriero Peredeo), con in sottofondo l’aiuto di Bisanzio, ecco che uccisero Alboino (anche se qualcuno sostiene che morì di morte naturale).
Lo storico Paolo Diacono racconta che Rosmunda legò la spada del re alla testata del letto, in modo che il sovrano non potesse estrarla. Poi fece entrare l’assassino (secondo alcuni Elmichi, secondo altri Peredeo). Alboino cercò di difendersi con uno sgabello, ma alla fine fu sopraffatto e ucciso.

Secondo gli usi dell’epoca, la regina vedova aveva il diritto di scegliere il nuovo re. Sarebbe stato il matrimonio a legittimarlo come nuovo sovrano. Solitamente la scelta seguiva le indicazioni dell’assemblea dei guerrieri. Rosmunda, prevedibilmente, scelse Elmichi, appoggiata anche da parte del popolo longobardo.
Solo che la maggioranza non apprezzava tale scelta. Si riunì così una seconda assemblea di guerrieri che a Pavia elesse Clefi come nuovo sovrano. Rosmunda non poté far altro che scappare con Elmichi, dirigendosi a Ravenna insieme all’amante, al tesoro longobardo e ad Alpsuinda, la figlia di Alboino.
Proprio a Ravenna Rosmunda sposò Elmichi, ma non fu un matrimonio felice. I due iniziarono ben presto a litigare e odiarsi, forse anche perché si parlava di una relazione segreta fra Rosmunda e Longino, il prefetto bizantino. Così, sempre secondo la leggenda, Rosmunda nel 572 provò ad avvelenare Elmichi. Questi, dopo appena un sorso della bevanda, si rese conto che era avvelenata e obbligò Rosmunda a bere a sua volta.
Tuttavia ci sono alcuni storici, come il vescovo Gregorio di Tours, che sostenne che i due non arrivarono mai a Ravenna: furono uccisi durante la fuga. Chissà se sapremo mai come andò a finire veramente questa storia?