Fotografia di anonimo, Voghera, Lombardia, 31 maggio 1962. Lo scatto ritrae il treno merci 8151, o quel che ne rimane, dopo il disastroso impatto che ebbe arrivato nella stazione di Voghera. “Via impedita” recitavano i segnali sul terzo binario, ma il treno merci non li rispettò e finì per investire la coda del treno passeggeri 1391 e causò la morte di 64 persone e il ferimento di altre 36.

Nella notte del 31 maggio 1962, precisamente alle 2.35, qualcosa va storto nella stazione di Voghera. Il locomotore E626.379 trainava il treno merci 8151, proveniente dalla vicina Milano e pronto ad entrare in stazione. Il binario interessato era il terzo ma qui, purtroppo, c’era già in sosta un treno passeggeri, in partenza verso Genova. Arrivarono allora i primi segnali di Alt! al treno, che però avanzò imperterrito.
Ignorati o malamente non visti i segnali che imponevano al treno di fermarsi, lo scontro fu inevitabile e a dir poco brutale. Colpito l’ultimo vagone di coda del treno passeggeri in pieno, qui si registrarono tutte le vittime. Erano quasi tutti in partenza per Riviera Ligure, pronti per trascorrere li le prime vacanze estive. Molti, purtroppo, non ci arriveranno mai però…

Era successo qualcosa di particolare e l’errore umano, a quel punto, risultava chiaro a tutti. Per appurare ciò scattarono immediatamente le indagini che rivelarono che, dalla partenza da Milano Rogoredo, la velocità del treno rimase costante tra i 70 e i 75 km/h. Nella norma dunque, se non fosse che quella fu la velocità anche di entrata del treno nella stazione di Voghera.
9 secondi, solamente 9 secondi prima dell’urto il macchinista probabilmente si rese conto che aveva fatto un errore madornale. Cominciò un’ultima, disperatissima, frenata, dove la speranza di riuscita era vana e flebile tale da spegnersi subito. E così fu. La frenata iniziò a 170 metri dalla coda del treno passeggeri, davvero troppo pochi per i meccanismi frenanti dei tempi e per le tecnologie dell’epoca.

Il tentativo di frenare il locomotore avvenne, come ammesso dallo stesso macchinista in seguito, solo alla vista dei segnali di arresto fatti a mano dagli operatori di stazione. I segnali di “Via Impedita” e di Alt furono bellamente ignorati o non visti. Ciò causò, come detto in apertura, sofferenze e dolore per i 100 coinvolti tra morti e feriti e le rispettive famiglie.