Storia Che Passione
Accadde oggi: 17 settembre

Accadde oggi: 17 settembre

Almanacco del 17 settembre, anno 1939: truppe dell’Unione Sovietica valicano il confine orientale con la Polonia, dando inizio all’invasione del Paese a distanza di sedici giorni dalle medesime operazioni compiute dalla Germania nazionalsocialista. La campagna militare, della durata di neppure venti giorni, si concluse con la capitolazione totale di Varsavia e la spartizione del territorio polacco fra Germania e URSS.

Accadde oggi: 17 settembre

Risalivano al 1935 le prime trattative intavolate da diplomatici sovietici, francesi e britannici per pattuire un’alleanza in funzione anti-tedesca. Da Mosca giunse con insistenza una richiesta, quella di poter intervenire militarmente in una fascia di territorio che si estendeva dalla Finlandia alla Romania in caso di aggressione germanica o di rivolgimento politico filo-nazionalsocialista.

Questa ipotesi non piaceva alle grandi nazioni occidentali, men che meno alla Polonia. Varsavia non avrebbe mai accettato il passaggio indisturbato di truppe sovietiche sul proprio suolo, e questo per evidenti motivi storici e culturali. Le spartizioni tardo settecentesche e il conflitto polacco-sovietico del 1920 erano ricordi freschissimi e ormai saldamente inquadrati in una retorica di orgoglio nazionalista imperante in Polonia.

17 settembre spartizione Polonia 1939

Alle questioni care alla narrazione nazionalista, se ne aggiungevano altre di carattere pratico. Dal 1934 Polonia e Germania erano legate da un patto di non aggressione. Un po’ lo stesso discorso, anche se con qualche leggera variazione geopolitica, lo si poteva fare con la Romania. Anche Bucarest si opponeva fortemente ad un accordo con Mosca per il salvacondotto degli uomini dell’Armata Rossa. Suddetti rifiuti convinsero Stalin ad abbandonare la politica della “sicurezza collettiva” in Europa e a cercare altre opportunità. La priorità divenne la salvaguardia degli interessi sovietici attraverso la neutralità o, al massimo, l’azione autonoma.

Sulla base di queste prerogative, gli opposti si attrassero. Ne derivò il patto Molotov-Ribbentrop (questo l’approfondimento). Venga qui specificata una contingenza fin troppo spesso ignorata o direttamente mal interpretata. Con l’accordo, Berlino e Mosca si spartirono l’Europa orientale in sfere d’influenza, ma da nessuna parte sul documento firmato e sottoscritto il 23 agosto 1939 si accennava ad un intervento armato congiunto in Polonia. Sì, è vero che fu pattuito un limite dell’espansione tedesca in Polonia – un modo indiretto per fissare dei paletti e lasciare che all’altra metà, quella orientale, ci pensasse Stalin – ma al di là di ciò, non compare alcun rimando a campagne belliche per la spartizione del Paese.

17 settembre propaganda sovietica invasione Polonia

Così, se il 17 settembre 1939 oltre 500.000 uomini dell’Armata Rossa varcarono la frontiera, fu solo per mero opportunismo. Stalin e i vertici militari notarono il collasso del sistema difensivo polacco a ovest, e decisero di fare la loro parte ad est. Siccome fra Unione Sovietica e Polonia vigeva dal 1932 un patto di non aggressione, Mosca sostenne di star intervenendo per proteggere le minoranze ucraine e bielorusse nelle regioni orientali polacche, dato che lo Stato, affondato sotto i colpi della Wehrmacht, era impossibilitato a garantirne l’integrità.

Varsavia comunque ordinò alle sue forze armate di limitare al minimo gli sconti a fuoco con l’Armata Rossa. Nonostante le direttive, qualche combattimento ebbe luogo lo stesso, anche con perdite rilevanti, nell’ordine delle migliaia, sia da una parte che dall’altra. Dopo poco meno di tre settimane, le truppe sovietiche avevano occupato tutta la sezione orientale della Polonia. Inoltre avevano reso prigionieri di guerra più di 230.000 soldati polacchi. Tutti i cittadini del territorio occupato a partire dal 17 settembre 1939 – poi formalmente annesso nel novembre – divennero sovietici. Si trattava di 12 milioni di persone, prevalentemente di etnia ucraina, seguita poi dalla componente polacca, bielorussa ed ebraica.

17 settembre incontro truppe tedesche e sovietiche

Tanti finirono nei gulag siberiani o centrasiatici, e tanti altri pagarono con la vita attraverso esecuzioni sommarie. L’opposizione al nuovo governo comunista cessò di esistere prima ancora di formarsi. Il Politburo chiamò l’invasione della Polonia “campagna di liberazione“. Durante l’esistenza della Repubblica Popolare di Polonia, gli eventi del 1939 vennero bollati come argomento tabù, da evitare in ogni genere di discussione. Questo per non intaccare la propaganda comunista che voleva polacchi e russi “eterni fratelli riuniti dal socialcomunismo“.