Alcuni studi recenti effettuati sulle antiche incisioni rupestri trovate vicino ad Assuan hanno rivelato che i primi de d’Egitto, quelli di epoca predinastica, sostenevano di avere poteri divini.
I poteri divini dei re d’Egitto

La ricerca, guidata dall’egittologo Ludwig Morenz dell’Università di Bonn, ha esaminato centinaia di petroglifi e iscrizioni geroglifiche ritrovate a Wadi el Malik, a est di Assuan. Queste incisioni risalgono alla fine del IV millennio a.C. e forniscono interessanti dati in merito al periodo predinastico dell’Egitto.
Al centro di tali scoperte c’è l’enigmatica figura del Re Scorpione. Il suo nome compare insieme ad altri tre geroglifici in quella che per Morenz è “la più antica insegna toponomastica conosciuta al mondo”. L’iscrizione recita “Dominio del Re Scorpione Horus”, il che vuol dire che anche questa remota zona desertica era parte dello stato egiziano.

Queste pareti desertiche presentano una sequenza di petroglifi e immagini che collegano diversi sovrani tramite i loro nomi e animali distintivi. Si parte con Re Horus-Falco, seguito da Re Toro e poi da Re Scorpione. Inoltre è presente anche un sovrano precedente chiamato Re Scolopendra (un centopiedi velenoso).
Morenz ha spiegato che la maggior parte dei primi sovrani attribuiva a se stesso il nome di un animale pericoloso, in modo da incarnare l’autorità. Ma l’arte rupestre rivela anche altri dati interessanti. Questi primi sovrani non affermavano di essere dei, cosa che invece avrebbero fatto i loro successori, ma sosteneva più che altro di essere rappresentati terreni delle divinità con cui avevano dei legami.
Per esempio, le iscrizioni relative al Re Scorpione erano associate alla coppia divina Bat, divinità che rappresenta la valle fertile del Nilo sotto forma di dea celeste vacca e Min, divinità della caccia che governava le zone desertiche periferiche.

Le rappresentazioni visive del potere del sovrano erano fondamentali all’epoca: servivano anche per legittimare le rivendicazioni di sovranità durante questa fase di espansione dell’Egitto. E proprio il remoto Wadi el Malik, un’importante via di transito e riserva di caccia, divenne un posto importante dove mettere in mostra l’autorità reale.
Praticamente si trattava di un’antica campagna di propaganda. Alcune scene mostrano forme di violenza ritualizzata. Un’incisione mostra un sovrano che calpesta un nemico caduto, con due teste mozzate sullo sfondo. Il messaggio era chiaro: il sovrano era invincibile, mentre i nemici erano piccole figure soggiogate.
Ma ci sono anche scene di carattere religioso. La più elaborata mostra una processione sacra, con una barca trainata da 25 uomini. Il tutto rappresentava la barca degli dei, la quale collegava la valle del Nilo con il deserto.




